Giornalisti: continua il dominio “rosso” alla FNSI, il sindacato (si fa per dire) unico di una categoria dominata dall’USIGRAI e dalle piccole associazioni regionali.

Tutto come previsto, al solito.  A Riccione il 29esimo congresso della Federazione Nazionale della Stampa italiana si è chiuso con l’elezione di Alessandra Costante alla segreteria e di Vittorio Di Trapani alla presidenza.

Per la seconda volta in oltre cento anni di storia una donna prende il timone del sindacato dei giornalisti (la prima volta, nel lontano 1986, era toccato ad Acireale a Giuliana Del Bufalo, con Guido Guidi presidente).
 La nuova segretaria, giornalista del Secolo XIX e per due mandati alla guida dell’Associazione Ligure dei Giornalisti, raccoglie così il testimone da Raffaele Lorusso, di cui è stata vice durante l’ultimo mandato.
Di Trapani, ex segretario dell’Usigrai, prende invece il posto di Beppe Giulietti. E a a Riccione a far rumore è stata proprio l’assenza del presidente uscente (e sindacalista vero e stimato), dovuta ufficialmente a motivi personali. Ai quali, però, non crede nessuno, visto che Giulietti non ha mandato neppure un messaggio di saluto.
Al di là della scontata affermazione del ticket proposto dalla maggioranza uscente, il congresso romagnolo ha segnato comunque la nascita di un ampio e rilevante fronte di opposizione, che ha evidenziato i fallimenti collezionati negli ultimi anni dall’attuale dirigenza Fnsi (mancato rinnovo del contratto nazionale, espulsione di centinaia di colleghi dalle redazioni, aumento del precariato, fine dell’Inpgi) e pronto a dare battaglia in consiglio nazionale.
Costante è stata eletta con 196 preferenze. A sostenerla la componente Controcorrente, che ha il suo bacino di voti nell’attuale maggioranza di sinistra del sindacato dei giornalisti Rai e  in numerose associazioni regionali. Tra queste non figurano però le due principali per numero di iscritti: i gruppi di maggioranza di Stamparomana e dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, hanno appoggiato infatti la candidatura di Paolo Perucchini, presidente del sindacato lombardo, cui sono andati 88 voti. Una candidatura sostenuta dalla mozione presentata dalla segretaria di Stampa Subalpina, Silvia Garbarino.
Dirompente il significato politico-sindacale: i nuovi vertici del sindacato nazionale non sono espressione delle maggiori associazioni regionali e quindi dei più grandi poli professionali del Paese: Lazio, Lombardia, Piemonte.
Nessuna apertura al confronto da parte di Controcorrente, ma solo la riproposizione di vecchie logiche corporative e di schieramento ideologico.
La bocciatura di una mozione che impegnava segretario e giunta esecutiva a rinnovare il contratto di lavoro nazionale e di un’altra che creava il reato di ostacolo all’informazione, ha indotto la delegazione di maggioranza di Stamparomana ad abbandonare addirittura i lavori dell’assise.
Delegazione – ricordiamo-composta da “Informazione e futuro” e da “Pluralismo e Libertà”. Con quattro delegati ( Omar Reda, Pierangelo Maurizio, Virginia Lozito e Barbara Li Donni) quest’ultima ha tuttavia eletto in consiglio nazionale Lozito e Li Donni e Maurizio revisore dei conti supplente.
Dopo aver governato negli ultimi 4 anni e riconquistato la maggioranza alle urne, la coalizione è ora chiamata a confermare la sua tenuta durante l’imminente Congresso di StampaRomana, in programma il 2 e 3 marzo al Centro congressi Cavour di Roma.

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