Dario Scannapieco ci ha tenuto molto ad evidenziare al nuovo governo i suoi risultati da capo azienda. ‘Più utili per 2,5 miliardi. Oltre 30 miliardi impegnati e circa 80 miliardi di investimenti attivati’ è stato il messaggio contenuto nel comunicato stampa che ha occupato per un paio di giorni quotidiani, siti online e incontri istituzionali in occasione dell’approvazione dei risultati del secondo anno, il primo intero, della ‘nuova’ – come la definisce lui – Cdp.
Uno ScannaBoom a via Goito che si è subito silenziato quando gli hanno fatto notare che tali risultati arrivano solo grazie a importanti dividendi provenienti da partecipate come Eni e Autostrade. E su Autostrade ha pure sputato nel piatto nel quale ha mangiato.
Perché prima ha sottoscritto i contratti con i Fondi Macquarie e Blackstone che gli hanno consentito di incassare il lauto dividendo. Poi tra i tanti miliardi dichiarati tra le risorse mobilitate non si è limitato a conteggiare l’intervento di Cdp, ma ha pure aggiunto gli interventi a leva dei due fondi. E, ciliegina sulla torta, ora prende pure carta e penna e scrive agli altri azionisti esteri del gruppo ex Benetton per mettere un freno alla distribuzioni dei lauti dividendi. Iniziativa encomiabile che però così rischia di passare solo per un’operazione mediatica.
Ma lasciamo stare i numeri. Vediamo le azioni concrete dello “ScannaPianoIndustriale”, il cui monitoraggio sull’andamento, come noto, è affidato al fedele Fabio Barchiesi. Quel supermanager che ha la fortuna di potersi fregiare di talmente tanti e lunghissimi incarichi da trasformare il proprio biglietto da visita in un libretto di istruzioni per l’uso: Direttore Chief Executive Officer Staff e Responsabile Coordinamento Implementazione Piano e Iniziative Strategiche di Cassa Depositi e Prestiti, nonché Responsabile Sviluppo e Governance Business Equity di Cdp Equity’.
Una nomenclatura che letta tutta d’un fiato fa un po’ pensare a quella che accompagnava la fantozziana Contessina Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.
Lo “ScannaPianoStrategico” venne lanciato nel pieno del governo Draghi. Alla fine della sontuosa presentazione, organizzata da Marco Santarelli (quando ancora andava d’amore e d’accordo con Barchiesi), Scanna prese la parola e concludendo disse con voce quasi commossa: “il piano è come un’onda capace di sollevare tutte le barche e farle salire in superficie”, citando un discorso di John F. Kennedy.
4 in sintesi sono le ScannaOnde previste nel piano: 1) Stop all’equity, 2) Cdp deve diventare come la Bei, 3) Pnrr è una scintilla, 4) Stop alla politica, Cdp solo cervello.
1)Stop all’equity
Il prof Giavazzi non si è limitato ad andare sotto gli uffici di Cdp con un cartello in mano con scritto ‘No all’equity di Stato! Lunga vita al mercato!’. Il prof. Giavazzi, con il pieno sostegno di Enrico Letta, ha spedito Scannapieco dritto dritto in Cdp con un chiaro mandato sulle partecipate: dismettere dismettere dismettere. Ma
ScannaJepGambardella ‘non voleva solo partecipare’ alle partecipate di Stato ma…’voleva avere il potere di farle fallire’.
Quando venne nominato, qualche commentatore fece notare la sua esperienza nel settore del private equity. Bei non fa equity. Uno degli 8 vice presidenti della Bei forse ne fa ancora meno. Esistente o meno la competenza, il problema è stato risolto a livello organizzativo nel momento in cui Scanna ha affidato a Barchiesi l’importante casella sulla strategia Equity e qualche ScannaDismissione c’è stata.
È riuscito ad uscire dall’azionariato di Bonifiche Ferraresi e Inalca, sostituendo la partecipazione azionaria nello strategico settore agro industriale con una recente ricca pubblicità, (voluta da Santarelli insieme a qualche consulente) sulla rivista del Gambero Rosso. Un trionfo .
Ovviamente Scanna non ha nemmeno provato ad uscire da WeBuild, anche perché Pietro Salini politicamente è più forte. Ma è uscito dal fondo di Tamagnini (pare per soddisfare la sete di vendetta per antichi rancori). In altri casi sono state le società a decidere di non voler più Scanna come azionista. Come il caso di Rocco Forte, che sta negoziando la vendita delle azioni di Cdp al Fondo sovrano dell’Arabia Saudita, il Public Investment Fund.
Tutti soggetti che brindano all’idea di non doversi più sorbire inutili incontri al quarto piano di via Goito.
Oggi sul piano di dismissioni pesa il repentino cambio di rotta per provare ad allinearsi alla linea dettata dalla Meloni. E Scanna prova a ingannare il governo trasformando il piano di dismissioni in un piano di annessioni che ha visto come primo atto la creazione di un ‘nuovo’ fondo (anzi fondino viste le esigue dimensioni) strategico fatto per ingraziarsi il Ministro Urso. Ma in realtà Scanna brama per mantenere fede alle promesse sulle dismissioni fatte a Giavazzi.
Emergono poi in maniera oggettiva una serie di interventi che qualcuno nelle stanze della politica e della finanza annovera com’era razzie equity awards.
Primo tra tutti in ordine cronologico, l’inerzia dei dirigenti di Cdp presenti nel CdA di Saipem che ha portato al profit warning di Francesco Caio.
Poi ci sono i più noti casi di Open Fiber e Ansaldo Energia.
Il disastro Open Fiber, dove Scanna ha fortemente voluto l’AD Mario Rossetti, non solo è in evidente ritardo con la messa a terra della fibra, ma ha pure deprezzato il valore dell’acquisizione fatta a dicembre 2021 da Cdp equity (60%) e Fiber Networks Holdings sarl (40%), veicolo di Macquarie.
In Ansaldo il tandem Barchiesi-Scannapieco (Barchiesi in quanto esperto anche di turbine è presente nel CdA di Ansaldo) è riuscito a far scappare via in Hitachi Rail il precedente AD Giuseppe Marino. Poi ha affidato al nuovo AD Fabrizio Fabbri un cospicuo aumento di capitale di circa 600 milioni di risparmio postale che rischia di essere utilizzato solo per pagare gli stipendi poiché ancora, ad oggi, non è stato approvato il conseguente piano industriale e sono sfumate varie commesse.
Per non parlare del capolavoro del Fondo di Venture Capital. Siccome funzionava troppo bene, Fabio Barchiesi e il suo capo di gabinetto Dario Scannapieco (seguendo la definizione di un recente articolo di Repubblica) hanno pensato bene di smontare la governance del fondo, provando a vendere il posto del tanto apprezzato Amministratore delegato Enrico Resmini al Sottosegretario Fazzolari per risolvere il problema di Stefano Donnarumma uscito da Terna. Senza neanche riuscirci e con l’assemblea di rinnovo del vertice del Fondo ancora da fare.
In Simest Scanna ha fortemente voluto Regina Corradini D’Arienzo, torinese come Chiamparino e Fassino. Pare che Regina, alla prima esperienza da capo azienda, costringa i suoi manager e i suoi team a tenersi per mano (non è uno scherzo) per aiutarsi a vicenda nel raggiungimento degli obiettivi. Scanna la tiene molto in considerazione e l’ha voluta nel CdA di Terna perché anche lui crede molto nella rivoluzione gentile. Mentre al Mimit e alla Farnesina si aspettano anche qualche risultato concreto.
Su Tim e rete unica. Su Tim e rete unica….su Tim e rete unica…..davvero non si può commentare. Non si può infierire. Ha detto tutto e il contrario di tutto. Per avere un’idea del livello di strategia e concretezza basta leggere con attenzione la recente risposta data al giornalista che gli chiede cosa ne sarà di Tim e della rete unica. Scanna ricorda che ‘L’Italia è al terzultimo posto in Europa come utilizzo della fibra’. E che ‘ci vorrà ancora del tempo’. Peccato poi che il giorno dopo, il tempo abbia portato l’esclusiva sull’offerta Tim al Fondo KKR.
In questo contesto, Scanna non si agita e quando parla delle partecipazioni di Cdp, tranquillizza tutti ricordando che ‘Cassa non può essere il coltellino svizzero del sistema’. Per come l’ha ridotta, qualcuno ironizza, più che un coltellino svizzero ci vorrebbe il coltello di Chuck Norris!
2)Cdp come la Bei.
Le policy di investimento di Cdp sono redatte dall’amico di lunghissima data Andrea Montanino (che a differenza di Scanna ha vinto un concorso pubblico e quindi vanta il benefit di poter tornare al Mef quando vuole). Le policy, ovviamente riprese dalla politiche di investimento della Bei, hanno riempito tomi di documentazione negli scaffali di via Goito. Ore ore e ore di consigli di amministrazione occupati a sentir raccontare come sarebbe bello lo ScannaMondo se si facesse come dice lui. Montanino ha trasformato Cdp in una sorta di Geopop. Un nutritissimo ufficio studi che assume, spende e spande per preparare scenari, pubblicazioni, brief, focus.
Su qualunque argomento. Una solfa terribile. Ma soprattutto tanta teoria accompagnata non altrettanti interventi e progetti concreti.
Sono tanti gli slogan che vengono scanditi dentro e fuori le mura di Cdp al passaggio di Scannapieco e Montanino.
Cdp Bei Esg…nun te reggae più!
Meno policy/Più operazioni di investimento!
Solo chiacchiere e distintivo!
L’ironia si mescola con la preoccupazione. Come quella che devono sicuramente avere il Ministro Giorgetti, il DG del Tesoro Barbieri Hermitte, il Presidente e il DG dell’Acri Francesco Profumo e Giorgio Righetti, ai quali non può sfuggire come Scannapieco abbia ormai trasformato Roma nella residenza estiva del Lussemburgo. Frotte di dirigenti ben pagati arrivati dalla Bei in Cdp a svernare. Nel tepore di chi si fa un po’ di vacanza sapendo che tanto prima o poi ritornerà al freddo. Al free tax della Bei. E chi se ne frega se poi Cdp rimarrà senza classe manageriale.
Tanto rumore per nulla anche perché se c’è già la Bei, non si capisce a cosa serve farne una nuova a Roma!
3) La scintilla PNRR
Scanna sul Pnrr si è infilato in una scomoda posizione. Sta provando a ‘barchiamenarsi’ nel cambio di prospettiva sul Pnrr voluto dal governo Meloni rispetto a quello Draghi. Rispondendo a una domanda a proposito delle difficoltà nella revisione del Pnrr, ha evidenziato che ‘Il ministro Fitto sta facendo un eccellente lavoro’. Chissà se è davvero quello che pensa. Nello stesso tempo infatti ci ha tenuto a dare un’immagine positiva anche sul lavoro fatto dal precedente governo rappresentando il Pnrr come ‘una scintilla, l’occasione che deve innescare un movimento di crescita che duri oltre il 2026’.
A fronte di tante scintille il fuoco però rimane poco, l’arrosto ancora di meno. I volumi di risorse mobilitate da Cdp in ambito Pnrr sono bassi e nessuna pubblica amministrazione ha fatto una dichiarazione sostanziale e concreta a favore del supporto dato dall’advisory di Cdp sull’attuazione del Pnrr.
E allora Scanna si sforza di rilanciare il suo ruolo e in una recente intervista ricorda che Cdp ha fatto ‘uno studio che mostrava come in Italia mediamente per fare un progetto del valore di più di 100 milioni ci vogliono 15 anni. Il Pnrr ci chiede di fare tutto in 6 anni’. Il solito studio, la solita proposta. Questa è la condizione nella quale si trovano tante pubbliche amministrazioni che cercano supporto a Cdp. Come l’assessore allo sport del Comune di Roma Alessandro Onorato che in una recente intervista sullo stadio Flaminio ha detto che “c’è una proposta da parte di Cassa depositi”, per poi aggiungere che però, a oggi, ‘non abbiamo ancora visto’!
4) Stop alla politica, Cdp solo cervello.
Fin dalle prime interviste Scanna ha tenuto a precisare che Cdp è ‘sempre meno cassaforte e sempre più cervello pensante’.
Secondo la nuova teoria, Cdp è cervello che deve orientare gli investimenti ma solo seguendo le ScannaPolicy, che trovano origine in quelle della Bei. Quindi, per assurdo, se la Bei non finanzia l’allungamento di una pista dell’aeroporto, perché crea inquinamento, non la finanzia nemmeno Cdp. Speriamo che lo stesso principio venga attuato dalle Casse francese e tedesca. Perché se così non fosse, come sistema Italia rischieremmo di perdere un po’ di investimenti e di interventi che invece verrebbero fatti in altri paesi europei.
Ma poco importa: la politica, quindi il governo, quindi l’azionista, deve rimanere fuori. Ovviamente questo vale solo se non si tiene conto della moderna concezione di “a fra’ che te serve?”, che si è trasformata nella più gentile definizione “in cosa posso esserti utile?” . Frase pronunciata da Fabio Barchiesi nei numerosi incontri alla presenza del suo Capo di Gabinetto. E mentre lui fa incontri, consulenti pagati da Cdp cercano di migliorare la sua immagine su Internet. Barchiesi pensa già al suo prossimo lavoro e non tollera i numerosi articoli apparsi dal luglio del 2021 sulla carta stampata e su vari siti che evidenziano l’asimmetria tra il suo percorso professionale nell’ambito dello sport e della fisioterapia e il cruciale ruolo che Scannapieco gli ha assegnato.
E allora vai di dichiarazioni e di commenti virgolettati – a nome di Fabio Barchiesi- contenuti in articoli su qualunque operazione fatta da Cdp, con il solo obiettivo di ‘ripulire’ la sua immagine. Neanche il Presidente Gorno Tempini, l’AD Scannapieco e il capo del Business Massimo Di Carlo – messi tutti insieme – hanno l’esposizione mediatica che ha il giovane Barchiesi. Tutto ovviamente pagato con il risparmio postale. Tanto firma il capo della comunicazione Marco Santarelli. Mica lui o i consulenti esterni. Per buona pace del rappresentante della Corte dei Conti Giovanni Comite, dei Presidenti del Comitato rischi Giorgio Righetti e del Collegio sindacale Carlo Corradini.
Barchiesi è un fiume in piena. Davanti a ospiti esterni risponde disinvolto a telefonate apostrofando il suo interlocutore con un amichevole ‘Giamba’. Vantandosi poi, una volta chiusa la telefonata, che aveva dovuto rispondere al Sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.
Barchiesi sa che deve essere amico di tutti. E anche amico degli amici. Come spesso fa nel Cda della Sgr Real Asset del quale fa parte e nel quale è recentemente entrato Angelo Piazza.
Bisogna essere filo governativi.
E allora nella ‘nuova’ Cdp di Scannapieco è stato assunto, con la solita e solida selezione garantita dal capo delle risorse umane Maurizio Di Fonzo, Alessandro Cantagalli nipote dell’ultimo Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza su Cdp, in quota Forza Italia, Sestino Giacomoni, oggi consigliere per la politica economica e imprenditoriale del vicepremier Tajani e neo presidente della Consap.
C’è posto per tutti. E la carriera è veloce e assicurata. Come è successo a Carlotta Zuliani, nota anche per essere figlia della consigliera comunale di Fratelli di Italia Carla Bonotto. Assunta da poco più di un anno è stata già nominata responsabile della comunicazione della Fondazione Cdp.
Insomma il tempo e la storia stanno dimostrando che ci sono i Draghi boys e i Draghi Men.
E poi ci sono quelli come il Cavaliere Giovanni Gorno Tempini. GGT tace, anche quando si vota a favore della esclusiva in Tim a favore di KKR e non di Cdp. Sogna la presidenza di Banca Intesa. Dimentica di essere il Presidente della più importante Istituzione del Paese. Speriamo qualcuno gli ricordi che tante volte abbiamo assistito a disastri avuti non solo per i guai combinati ma anche per l’inerzia di quelli che se ne sono accorti e sono stati lì a guardare.