Fincantieri, moto ondoso in aumento da Palazzo Chigi

Sono giorni difficili per Fincantieri, questi.
La società, che è cresciuta moltissimo negli ultimi 20 anni, arrivando ad essere uno dei primi player al mondo sia nel settore civile delle navi da crociera e delle piattaforme che in quello militare, è in attesa di conoscere il proprio destino.
Peccato che proprio nel momento nel quale la scelta europea di investire in un settore della difesa unitario, sarebbe potuta diventare il trampolino di lancio della società per assumere la leadership continentale del settore, si siano alzate tempeste inaspettate, all’orizzonte.
Da una parte l’affaire Colombia che ha azzoppato Giordo (che tra l’altro sembra sarà “assolto” dall’audit interna voluta da Bono), dall’altro il sottobosco di palazzo chigi che sta pensando di utilizzare le nomine per prepararsi il futuro. Lo scoglio principale nella navigazione di Fincantieri, pare sia Antonio Funiciello, capo di Gabinetto di Draghi, già a Palazzo Chigi come uomo di GENTILONI dal 2014 al 2016 (come esperto nella Struttura di Missione per gli Anniversari). Funiciello è un laureato in filosofia, militante da sempre del Pd (pds, ds) che si è trovato piazzato da Gentiloni in Leonardo, dove è diventato amico di Profumo e quindi nemico di Bono e Fincantieri. Curriculum perfetto per deciderne il futuro. Poi, nel suo curriculum c’è anche qualcosa che ha contribuito a renderlo esperto anche nel campo navale: la frequentazione di alcuni yacht. Dicono infatti che proprio grazie alle vacanze passate sulla barca di Fabrizio Di Amato, proprietario di Maire tecnimont, abbia fatto conoscenza e sia diventato amico di Pierroberto Folgiero, ceo della società e quindi, quando si è trovato il potere di decidere a chi affidare la maggior industria cantieristica italiana chi meglio di un compagno di vacanze in barca? Poco importa che Folgiero nulla capisca del settore. Poco importa che le reazioni del management interno di Fincantieri sarebbero probabilmente di chiusura e porterebbe la società verso il disastro. Poco importa che il succitato manager non conosca il settore della difesa. Probabilmente Funiciello, Folgiero e Giavazzi (alcuni lo chiamano i Ladri di Pisa, perché fingono di litigare di giorno per poi accordarsi di notte) avranno pensato non a cosa loro potevano fare di buono per la società e l’Italia ma cosa la società poteva fare di buono per loro in futuro, quando verrà a mancare lo stipendio da Palazzo Chigi. Tra l’altro molti si stanno interrogando sul motivo che spingerebbe Fogliero a rinunciare a parecchi milioni di euro per andare ad occupare un posto dove potrebbe solo fare disastri. Un po’ come Moretti e Profumo in Finmeccanica/Leonardo. A meno che non sia proprio questo il modo con cui Funiciello voglia preparare l’industria della difesa italiana alla grande opportunità europea, rendendola più debole e quindi succube dei francesi. Pare però che, fortunatamente, il Quirinale questa volta si sia accorto di cosa stava per accadere e si sia mosso facendo trapelare la sua preoccupazione. Basterà? Si spera che a questo punto si faccia sentire anche l’unico vero stakeholder, il ministro della difesa Guerini che avrebbe la forza, l’autorevolezza e la legittimità di intervenire. Se non accadrà, vorrà dire che il prossimo Governo dovrà usare il sistema MPS collaudato da questo, per allontanare tutti i mercanti entrati nel tempio nel frattempo. Anche perché, dulcis in fundo, per l’altro incarico di vertice dell’azienda, in sostituzione di Massolo si pensa a chi? Una donna. Una in particolare, brava, preparata, esperta? No, ad una donna e cioè a qualcuno che rappresenti un genere, non ad una persona definita. Bel modo di gestire le nomine della maggiori società italiane. Per fortuna sono “i migliori”!

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