Leonardo: c’è una mail che smentisce il racconto di Profumo in Senato sul “D’Alemagate”

La Settimana di Passione, per Alessandro Profumo, procede tra esplosioni di collera e febbrili telefonate per riuscire ad incidere sulla successione a Giuseppe Bono in Fincantieri. Mercoledì, si era appena ripreso dalla devastante Sassata che aveva rivelato le drammatiche conseguenze per Leonardo in seguito alla fuga di KKR da Hensoldt, quando ha dovuto presentarsi in Senato per spiegare, davanti alla Commissione Difesa, la sua versione dei fatti sul “D’Alemagate”. E qui pare proprio che sia successo un fatto grave. Perché, contrariamente a quanto affermato dall’AD dell’ex-Finmeccanica (“l’ex-premier non aveva alcun mandato ufficiale o ufficioso a trattare per nostro conto con la Colombia”), sembra invece che in piazza Montegrappa esista un mail (non si sa a firma di chi) che invece dava via libera a D’Alema per portare avanti la trattativa.

Così, quando è tornato in ufficio, Profumo è andato su tutte le furie, accusando i suoi più stretti collaboratori di non aver saputo preparare l’audizione. Sia per il contenuto della mail (che lui non ricordava o addirittura ignorava), sia per non aver predisposto un’adeguata spiegazione per il 2% previsto nella bozza di contratto (già protocollata) e che aveva consentito a D’Alema la “sparata” sui famosi 80 milioni di euro da incassare come premio per i 4 miliardi della possibile vendita di aerei e navi alla Colombia. “Siete degli incapaci!” è stato sentito ululare Profumo.

Non è un problema da poco, dal momento che questa compromettente mail potrebbe finire nell’audit interna disposta dal presidente Carta, ma anche riattizzare le polemiche politiche e le iniziative parlamentari se dovesse essere confermato che l’AD non ha detto la verità ai senatori.
D’altra parte, riferiscono fonti interne, non è un mistero che nelle settimane in cui veniva impostata la trattativa (scavalcando quella seguita dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè), lo scambio di mail con il “clan D’Alema” ferveva anche da parte di Alenia.

C’è poi un altro aspetto significativo. Le disposizioni date da Profumo per “filtrare” le notizie “sgradite”, evitando di farle comparire sulla rassegna stampa interna. E soprattutto la “caccia alle talpe” che hanno fornito a Sassate le rivelazioni più recenti su Hensoldt e sulle bugie relative ai piani industriali su cui si erano riusciti a “silenziare” media e sindacati.

Nel frattempo, tra una collera e l’altra, Profumo non lascia scoperto neppure un altro fronte che gli sta particolarmente a cuore: quello delle prossime nomine per i vertici dei rivali-concorrenti di Fincantieri. Grazie ai suoi stretti legami con il capo di gabinetto di Draghi, Funiciello e con il consigliere per le nomine del premier, Giavazzi, il disinvolto “Arrogance” era riuscito a “piazzare” in pole position come nuovo AD il semisconosciuto (ma fedelissimo) Pierroberto Folgiero di Maire Tecnimont.

Doveva essere un blitz, subito denunciato da Sassate. E contro cui si era scagliato violentemente anche il sempre ben informato Dagospia. Ora, pare (ma ancora purtroppo non c’è alcuna sicurezza) che il piano messo a punto da Profumo-Funiciello-Giavazzi abbia subito una battuta d’arresto. Tanto è vero che ancora oggi sono state parecchie le preoccupate telefonate tra loro per cercare di rilanciare la candidatura Folgiero, malgrado non più tardi di ieri il manager sia stato confermato CEO di Maire Tecnimont.
Vedremo come andrà a finire. Visto e considerato che proprio mercoledì prossimo 13 aprile finirà la Settimana di Passione con l’indicazione delle liste per l’Assemblea di Fincantieri.

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