Difesa, lettera aperta: “Mancata fruizione licenze personale militare in Teatro Operativo”

Egregio direttore,
abbiamo letto recentemente una lettera di biasimo da parte di alcuni Comandanti risentiti (leggi qui), con la quale replicavano ad una precedente lettera (leggi qui), da questi definita di “lagnanze”, che riferiva in merito a presunti favoritismi riservati ai comandanti in Libano (cioè a loro), facendo leva sul dovere dei subordinati (cioè solo noi… non fermandosi al titolo ma leggendo il testo della lettera) di “riflettere dei privilegi di cui godono i militari all’estero”.

Ma a noi soldati subordinati di passare da ipocriti e irriconoscenti nei confronti delle nostre famiglie e dei nostri concittadini non ci stiamo!

Se vogliamo parlare dei militari che godono di privilegi, in questo periodo di pandemia in cui la maggior parte della popolazione italiana sta affrontando una drammatica crisi economica dobbiamo doverosamente estendere il concetto di “privilegio” a tutti gli statali (circa 3 milioni di persone – militari e non), in quanto tutti gli statali, nessuno escluso, in quest’ultimo anno hanno percepito, puntualmente, sia lo stipendio sia le varie indennita’ al 100% (anche se circa il 70% ha “lavorato” da casa in modalita’ smart working), a differenza dei nostri concittadini impiegati nel comparto lavorativo privato, congiunti compresi. Ma questa scelta, perche’ di scelta si tratta, di non sostenere economicamente e dignitosamente allo stesso modo tutti gli italiani NON PUO’ ESSERE imputabile a noi Soldati subordinati, bensi’ ai nostri rappresentanti politici!

Se vogliamo parlare, invece, del “privilegio” di ricevere un’indennita’ a fronte di un impiego prolungato all’estero, innanzitutto dobbiamo precisare che i militari sono comandati (leggasi obbligati) a partecipare alle missioni internazionali, lasciando a casa da soli, in particolar modo in questa circostanza, i propri congiunti, ad affrontare il delicatissimo momento storico che sta’ sconvolgendo l’intera umanita’.

Loro si’, i nostri congiunti, in Patria, insieme a tutti i nostri concittadini, “combattono” ormai da un anno una guerra giornaliera fatta di obblighi, divieti, annunci, show televisivi, mancati indennizzi economici, mancati ristori, paure, dolori e lutti, il tutto in tremenda solitudine, senza poter contare sul supporto dei propri cari in divisa che non sono presenti… partiti per le varie missioni internazionali gia’ in pieno clima di pandemia diffusa, dopo 3 mesi di vari rinvii, con un mandato presumibile di 6 mesi, e che rientreranno in Patria, forse, senza ne’ averlo chiesto ne’ che gli (ci) fosse stato chiesto l’assenso, dopo 8 mesi, forse, quindi non per scelta propria, ma per obbligo imposto dai nostri Superiori comodamente seduti nelle loro poltrone romane. Per 150 euro al giorno nessun comandante scrivente, o in Patria, si deve permettere di poter comprare la nostra dignità e quella dei nostri cari!

Relativamente al “privilegio” di trascorre la prevista quarantena di 14 giorni in Hotel a 4 stelle a spese dello Stato, a Roma o in Sardegna, facciamo notare ai comandanti scriventi, forse disattenti, che:

Tale “privilegio” non e’ stato riservato a tutti, infatti una parte dei nostri colleghi attualmente in Teatro ha trascorso il periodo di quarantena in Caserma, con rancio fornito dal catering militare e non preparato da un cuoco e servito in camera da camerieri, posto dove peraltro lo avrebbero potuto trascorre anche tutti gli altri (la caserma e’ la nostra casa!);

Ci pare ridicolo sottolineare che a noi subordinati non ci e’ stata data, ovviamente, la possibilita’ di scegliere se trascorrere la quarantena in Hotel oppure in Caserma; per noi e’ stato un obbligo imposto; avremmo preferito trascorrerlo con i nostri cari. Chi ha effettuato la scelta sono stati i nostri Comandanti, ed e’ a loro che va rivolta eventualmente la vostra rimostranza (scelta da voi condivisa;

Peraltro, e’ superfluo sottolineare che anche il personale destinato a darci il cambio sta’ trascorrendo il periodo di quarantena in Hotel in Piemonte (quindi il peccato persevera);

In merito all’ulteriore indennità di circa 100 euro, premesso che la maggior parte del personale ad oggi, ad oltre 6 mesi dal termine della quarantena, non ha ricevuto alcun bonifico bancario inerente alla stessa, anche in questo caso, e’ imbarazzante ricordare ai nostri comandanti scriventi che tali indennità rientrano in obblighi previsti dalla legge italiana per remunerare i servizi svolti fuori dalla sede stanziale, qualora ne ricorrano i presupposti, con differenti tipologie di indennità quali il Servizio isolato, il compenso di marcia e mensa o il cfi, e non in scelte, concessioni o regali da parte dei comandanti scriventi (affermazioni gravi da parte di dirigenti dello Stato, corre superfluo rammentare che se e’ stata concessa significa che era previsto farlo);

Per quanto attiene il compenso forfettario d’impiego, e’ sufficiente rimarcare che l’attribuzione dello stesso per remunerare l’attivita’ di quarantena e’ stato previsto con una direttiva firmata dal Capo di Stato Maggiore della Difesa in persona, ripresa successivamente in altre disposizioni interforze/di Forza Armata (quindi nessun regalo!);

Infine, per quanto attiene alle attivita’ svolte in quarantena, in hotel o per i meno “fortunati” in caserma, noi Soldati subordinati abbiamo eseguito, alla lettera, tutte le disposizioni/mansioni/ordini ricevuti tramite i documenti di esercitazione/Ordini Logistici Amministrativi emanati per tale attivita’ dai nostri comandanti scriventi (cioe’ voi). Anche in questo caso eventuali rimostranze le dovete fare a voi stessi!!!

Cambiando argomento, sempre in tema di “favoritismi”, dobbiamo purtroppo constatare la non sufficiente tutela della nostra dignita’/diritti da parte dei nostri comandanti scriventi, spesso distratti per quanto attiene ad ottemperare a tutti i “doveri propri dei Superiori” a loro attribuiti per norma di legge (Art. 725 del C.O.M.). In particolare:

Al personale Italiano impiegato in Libano, nonostante l’impiego sia passato arbitrariamente dai sei agli otto mesi di permanenza in Teatro, non viene concessa la possibilità di rientrare in Patria in licenza, anche a proprie spese; facoltà che al contrario viene concessa alla quasi totalità del personale militare e civile appartenente alle altre 40 e più nazioni che contribuiscono alla forza della missione UNIFIL.

Infatti, solo per citare alcuni esempi, hanno goduto di periodi di licenza, anche più di uno durante l’attuale turnazione, nonostante il periodo di permanenza in Teatro in taluni casi sia inferiore ai 6 mesi, i colleghi ONU francesi, spagnoli, tedeschi, austriaci, irlandesi, finlandesi, kazaki, indiani, indonesiani, brasiliani, ghanesi etc… e ciò nonostante sia in Libano sia nei loro rispettivi Paesi sia presente e dilagante l’infezione da COVID-19, in taluni casi di un livello ben più superiore al livello italiano.

Se poi consideriamo che il Force Commander in Libano e’ un Generale di Divisione italiano, la situazione e’ a dir poco surreale… per non parlare del fatto che siamo tutti caschi blu ONU, organizzazione che tra i principi fondamentali ha il rispetto dei diritti umani, della dignità, della lotta al razzismo, della lotta contro le discriminazioni di ogni genere… (e l’ONU che non ha nulla da dire in merito?).

Ma questo divieto naturalmente non vale per tutti! Anche stavolta c’e’ un italiano “privilegiato”, il Force Commander, non un subordinato qualsiasi! Il Comandante ebbene si’, proprio lui, colui il quale in tutti gli Eserciti che si rispettino è il primo che dà l’esempio! Dallo scoppio della pandemia, e’ andato in licenza in Italia una prima volta ad agosto 2020, rientrando in Libano con la compagna poi ospitata nella sua villetta all’interno della base per un periodo di ferie, e successivamente una seconda volta tra Natale 2020 e inizio 2021. Non una bensì due volte.

E si arriva alla situazione assurda che ad alcuni militari Italiani presenti in Libano da oltre due anni, giunti con lui e da lui direttamente dipendenti, al contrario non viene concesso di rientrare in licenza dai propri cari da oltre un anno!!! E in questo caso nessuno pensa, non dico ai diritti, ma semplicemente alle esigenze affettive/emotive delle mogli e dei figli! (per altri, invece, si stanno addirittura facendo dei finti rientri per fine missione, con successivo rientro in Teatro in sordina dopo un breve periodo di ferie in Patria…).

E i nostri comandanti scriventi della lettera a riferimento, hanno fatto qualcosa in merito per tutelare il proprio personale? NIENTE, nonostante fossero presenti in Teatro anche due ulteriori Generali italiani, oltre ad altri Colonnelli, ma essendo alcuni di loro in avanzamento al grado superiore hanno ritenuto sconveniente alzare il dito, cioè hanno scelto di non fare una parte del proprio dovere di comandanti, la carriera o l’aspirazione ad incarichi futuri sono piu’ importanti del benessere del personale.

Ai più sfugge quale sia l’equazione per la quale i Soldati subordinati che prendono 4600 euro mensili non si devono lamentare delle dimensioni della fetta del panettone o dell’assenza dell’astice, anzi si devono ritenere privilegiati, mentre al Force Commander, che percepisce il quadruplo della diaria rispetto agli altri, gli spetta oltre alla fetta di panettone di adeguate dimensioni (compreso invito a pasto sardo a base di “porceddu” in occasione di chiusura della documentazione caratteristica dei superiori in avanzamento) anche andare in ferie ogni 4 mesi!!!

E che dire dei nostri Alti Comandanti comodamente seduti e riveriti nelle loro poltrone romane? hanno fatto almeno loro qualcosa in merito per tutelare il proprio personale? NIENTE, essendo molti di loro “papabili” alle prossime nomine di Vertice, hanno ritenuto, e continuano a ritenere sconveniente alzare il dito, cioè anche loro hanno scelto di non fare una parte del proprio dovere di comandanti, anche per loro la carriera è più importante del benessere del personale (probabilmente lo insegnano all’ISSMI). Per contro alcuni Paesi alleati (tra cui Francia e Spagna), viste le eccezionali circostanze, tenuto conto dei disagi che affrontano le famiglie in Patria, al pari dei disagi affrontati dai nostri connazionali, hanno ritenuto idoneo ridurre i termini di permanenza delle loro truppe in Teatro, concedondogli nel frattempo anche le licenze.

E per i colleghi che ora si trovano in quarantena nelle nostre stesse condizioni, nonostante siano trascorsi sette mesi e siano disponibili in Patri i vaccini, non conveniva vaccinarli, evitando una quarantena in Patria e una quarantena in Teatro operativo, facendo così risparmiare ai contribuenti italiani circa 5000 euro a persona (comprensivi di spese alberghiere), che moltiplicati per i circa 7500 soldati italiani impiegati all’estero (fonte opensource www.truenumbers.it) corrispondono a 37 milioni di euro circa spesi per pagare dei militari per non fare niente per il primo mese e per fare ben poco anche nei mesi successivi, tenuto conto delle restrizioni ai movimenti/attività dovute alle condizioni COVID e alla mancanza di immunizzazione (premesso che almeno un decimo del personale inserito nei comandi potrebbe rimanere benissimo a casa, e’ qui’ a non fare niente).

Chissà, se forse ora, dopo la presente, qualche Comandate romano, senza voler scomodare il Signor Ministro, avrà il coraggio di autorizzare la concessione delle licenze almeno a chi ha un mandato di durata annuale o superiore nei vari Teatri Operativi, partendo dal personale che da ormai un anno non gode di questo diritto, diventato per noi italiani un privilegio (diritto mai sospeso dagli altri contingenti) o più semplicemente modificherà la durata del mandato, definendo un tetto limite di massima permanenza nei Teatro in caso di non concessione di licenza, tenuto conto del particolare momento storico in cui ci troviamo causato dalla pandemia (… senza pretendere istanze di parte ovviamente!).

E pensare che il “personale” e’ una delle 5 sfide che tre anni or sono il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito si e’ dato come focus del proprio mandato.

Magari in occasione del termine del mandato troverà il tempo di passare a salutare i contingenti all’estero, dira’ che ha fatto tutto il possibile per concedere le licenze (le altre nazioni ci riescono facilmente, l’Italia no)…, poi durante la cerimonia di cessione del Comando ringrazierà le famiglie per i sacrifici e il supporto dato….. (dopo che la Forza Armata le ha abbandonate)… con che coraggio.

Diciamo magari in quanto durante le recenti festività è passato a fare gli auguri al personale il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ma essendo in ferie il Force Commander, non e’ passato dalle basi di Al Mansuri/Naqoura a salutare gli italiani presenti, si e’ limitato a salutare il personale di Shama dove c’era almeno un Generale italiano. L’omologo francese, un paio di giorni prima, al contrario, e’ andato a salutare i francesi in tutte le basi ove erano presenti….

Per non parlare poi, di come viene affrontata in Teatro la prevenzione COVID, quali sono le misure che vengono adottate e in quali condizioni lavorative, operative e alloggiative il personale italiano e’ costretto ad operare dai comandanti scriventi…(ma di questo ne parliamo in un’altra puntata).

Con viva cordialità

 

Commenti

  1. Al di la della sterile ed inutile polemica tra astice, panettone, alberghi a 4 stelle e paga dei militari, credo che la questione pandemia da coronavirus e l’impegno delle truppe italiane in contesti operativi esteri vada seriamente valutata da parte dei vertici militari. Non voglia mai che una situazione di stress psicologico, dovuta ad un mix di problematiche familiari-impegni operativi-lontananza dagli affetti personali, sfoci in un atto estremo da parte di qualche militare quale un suicidio. Ne andrebbe del buon lavoro di tutto il contingente in teatro. Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e tutte gli altri vertici militari e politici dovrebbero seriamente esaminare le evidenti problematiche createsi con l’emergenza epidemiologica e gli impegni internazionali. Nonostante gli attuali mezzi di comunicazione, internet, videochiamate, WhatsApp permettono di aiutare il distacco e la lontananza dagli affetti familiari, non si può certamente sottovalutare che l’impegno senza soluzione di continuità per 6/8 mesi lontani da casa oltre ad una quarantena di 28 giorni isolati da tutto e da tutti siano scevri da ripercussioni sulla psiche di ciascun militare. Bisognerebbe tenere sempre presente che il militare utilizza delle armi, svolge servizi armati in contesti di tensione internazionale e non è assolutamente accettabile che venga messo in condizioni di poca tranquillità psicologica.

  2. Il vaccino doveva essere fatto anche a chi va all’estero. Il governo ha stabilito le priorità ed ha inserito le forze dell’ordine dopo i sanitari, gli ultra ottantenni e gli insegnati. Giusto o sbagliato, questa è stata la decisione politica. Se si ammala un carabiniere o un poliziotto durante il proprio servizio al massimo infetta tutta la caserma o il reparto. Se si ammala invece un soldato all’estero mentre fa il suo servizio di pattugliamento potrebbe infettare tutti i suoi colleghi nella base chissà con quali conseguenze. Vanno bene le precauzioni e le forme di quarantena, ma forse bisognava pensare a vaccinare i nostri militari che vanno in missione così come fatto con i sanitari.

  3. Mi spiace leggere queste cose, purtroppo è la verità e il malessere alla base che alimenta tale ruggine.
    Per dovere di informazione, la metà di quello che viene percepito all’estero viene tassato al 38% oltre che negli anni successivi si perdono anche gli assegni familiari, oltre che superando il reddito annuo si perdono altre esenzioni (mediche, scolastiche, etc).
    A parte qualche signor Comandante (ma sono davvero pochi), la maggior parte non conoscono i propri uomini, spartiscono la torta dello straordinario tra pochi, non risolvono le problematiche dei propri uomini ma anzi minacciano di trasferirli se insistono nel vedere tutelati i propri diritti. Le leggi, circolari, disposizioni vengono interpretate a modo proprio a discapito del personale. Il signor Capi di SME ha inserito tra le sfide il benessere del personale, ma probabilmente non conosce i suoi subalterni Comandanti, e da solo non può farcela. Sono onorato di far parte delle Forze Armate, ma chi sta dentro sa benissimo come stanno e vanno le cose! (Cose nostre….)!!

  4. Da trentotto anni faccio il Soldato e sono stato anche oggetto di lettere anonime. In una mi si accusava di aver comprato da semplice Sottotenente una casa a Verona, con il misero stipendio che percepivo. Casa pagata 60 milioni di lire delle quali 30 regalati da mio padre con i soldi della sua liquidazione e 30 coperti da me con un mutuo al 12,50%. Nell’altra lettera invece mi si accusava di far lavorare troppo il mio personale. Con questo vorrei dire a chi continua a scrivere lettere anonime, che invece di essere ipocriti e dire sempre DAVANTI comandi Signor si, di prender e di denunciare determinati eventuali soprusi dicendo in proprio nome e cognome, senza problemi, se si ha coraggio. In Italia siamo pieni di ignavi e di ipocriti. Basta……..siamo tutti dei fenomeni a nasconderci dietro una lettera senza firma.

    • Come non essere d’accordi. Chi ha qualcosa da denunciare lo facesse nelle sedi opportune. Il problema però è che la carriera di quel militare sarà finita perché nelle gerarchie militari mal si digeriscono tali atteggiamenti….se hai detto il falso, pagherai le conseguenze con una querela (ed è il minimo)… se hai detto la verità, sarai etichettato come quello “che ha denunciato”.

  5. Militari imbarazzanti che, davvero, “eroicamente” elevano la futilità ad un momento di surreale massima filosofia… Ma dimettetevi se la vita in divisa vi snerva a tal punto… !

  6. Posso garantire che anche in altri teatri operativi, non solo in libano, alcuni dei nostri comandanti si permettono il lusso di umiliare i sottoposti davanti a tutti, approfittando del fatto che spesso, in teatro estero non si sà a chi rivolgersi per poter denunciare alcuni comportamenti scorretti e vessatori subiti solo perchè si preferisce scegliere di svolgere il proprio lavoro da veri professionisti invece di cercarsi “protettori ” o ancora peggio scegliere di diventare “spioni e confidenti ” dei prori stessi comandanti.
    O stai al gioco oppure ti trattano male, umiliandoti ad ogni occasione, davanti a tutti, semplicemente perchè non scegli di abbracciare il sistema di “controllo” da loro stessi creato.
    Tanto, dei loro comportamenti scoretti non ne devono rispondere a nessuso.
    O sei con loro o sei contro di loro. E anche se volessi denunciare, non c’è nessuno a cui potersi rivolgere. Una condizione umiliante e frustrante che non tiene conto dei rischi che potrebbe portare nei confronti di chi la subisce.

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