Aero Club d’Italia, il Gen. Lenzi: “Miniscalco professionale e competente”

Caro direttore
mi permetto di planare con qualche doverosa precisazione nello spazio che “Sassate” dedica sia alla complicata realtà gestione dell’importante Ente Aeronautico di via Cesare Beccaria 35 sia alla figura del neo Direttore Generale.

La mia adesione all’ACd’I, quale “paracadutista sportivo e di pilota civile” reca la data del 27 novembre 1962 (dico 1962). Mi reputo, pertanto, sufficientemente titolato ad esprimere qualche fondata considerazione sulle odierne vicende che coinvolgono sia l’ACd’I sia chi è stato chiamate a dirigerne la complessa attività.

L’Aero Club d’Italia
Il nobile sodalizio aeronautico nasce 109 anni fa, (di questi giorni) il 22 di novembre. Ciò che, forse, nessuno immagina è che l’ente è sottoposto ad una complessa pluralità di “vigilanze”: quelle del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno. Si converrà che nessun Ente al mondo, sottoposto a tanti (demenziali) legacciuoli burocratici e controlli d’ogni tipo, può seriamente funzionare.

E’ storia nota che l’ACd’I, dal 1911 ad oggi ha sempre navigato fra “cumuli nembi”: complicati contrasti interni, difformi applicazioni e interpretazioni delle migliaia di disposizioni emanate, costanti divergenze di opinioni tra i Direttori Generali (20 fino ad oggi) ed i Presidenti (24 fino ad oggi), silenti rappresaglie interne fra i 21 soggetti responsabili di altrettante aree operative, amministrative, regolamentari.

Narrare fatti per “sentito dire” non è mai giovato a nessuno e, pertanto, per dare un’idea più precisa del “contesto” in cui è stato proiettato ad operare l’attuale Direttore generale, desidero qui rievocare, molto brevemente, una personale e significativa esperienza: qualche anno fa (resto nel vago per evitare che si individui il mio interlocutore dell’epoca) l’ACd’I mi nominò “direttore di manifestazione” di una delle più importanti kermesse di mongolfiere che si svolge in Europa. Giunto in loco mi accorgo che le misure di sicurezza e quelle organizzative sono fortemente deficitarie.

Rilevo, inoltre, che gli “organizzatori locali” – consentono l’ebrezza del “volo in pallone” ai minori di anni 14 (cosa proibitissima in quanto “tutti i minori di 14 anni devono essere accompagnati da un adulto responsabile”) disposti a pagare euro 100 per dieci minuti di volo vincolato. Il giorno dopo redigo un “report” per il Direttore Generale dell’ACd’I. Che genialità!

Passa qualche ora e mi si comunica che taluni contenuti nella relazione non sono stati graditi. Accade che non sarò più convocato a “dirigere” nessuna manifestazione aerea. Questo il clima – di allora – che la dice lunga sulla possibilità di realizzare suggerimenti migliorativi.

Il Direttore Generale
leggo su “Sassate” che “la candidatura di Miniscalco appare quantomeno controversa alla luce del diniego che, solo qualche giorno fa, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica aveva opposto alla richiesta di Leoni. La sua scelta potrebbe significare la rottura definitiva tra la forza armata e l’Aero club d’Italia. Miniscalco negli ultimi anni della carriera è stato coinvolto una sconcertante storia giudiziaria quando lavorava nell’ufficio dell’allora Capo di stato Maggiore generale Pasquale Preziosa. Ed ora ha lasciato l’Aeronautica sbattendo la porta. Indubbio quindi che il generale abbia qualche “sassolino nella scarpa” che col nuovo incarico potrebbe togliersi a tutto svantaggio dell’Aeronautica Militare.”

Qualche opportuna verità dei fatti si impone. La nomina del generale Miniscalco non è stata condivisa dalla FA e non se ne conoscono le effettive motivazioni. Ed è vero che al generale le fu accusato del reato di “minacce a un inferiore per costringerlo a compiere atti contrari al proprio dovere”. Dopo un processo durato circa tre anni il giudice per le udienze preliminari del Tribunale Militare di Roma ha decretato il non luogo facendo crollare l’impianto accusatorio della Procura Militare. La sentenza è qui riportata:

 

 

 

La verità giudiziaria però, non è in grado di dare contezza delle effettive qualità di un imputato per quanto assolto con la più ampia delle formule. Può essere illuminante capire di chi e di cosa parliamo.

Terminata l’Accademia il giovane S.Ten fu spedito in Canada dove conseguì il Brevetto di Pilota Militare. Da lì in poi la sua carriera durata circa 40 anni è tutta in ascesa. Il suo impiego operativo lo ha visto dapprima volare sull’F104 per poi trascorrere dieci anni alle Frecce Tricolori fino a diventarne il Comandante. Siamo negli anni ’90 e il T.col. Miniscalco vola nel mondo rappresentando l’Italia in oltre 500 esibizioni in 34 nazioni. Lasciato il comando della PAN è destinato ad assumere incarichi apicali in numerosi settori operativi amministrativi e logistici della F.A. fra cui Rappresentante italiano presso l’ONU a New York.

In totale ha al suo attivo poco meno di 4.500 ore di volo militari, svolte in buona parte su jet, ma per una parte non trascurabile anche su elicotteri, alianti, aerei da trasporto. Il 31 ottobre 2004 ha posato definitivamente a terra le ruote dell’ultimo esemplare operativo al mondo di F- 104 (il rosso 9-99).E tale grandissimo onore (non privilegio!) non poteva che essere assegnato all’allora Generale di Brigata Miniscalco.

La sua eccezionale professionalità, le spiccate competenze di volo, ed a tutto quanto ad esso connesso, non gli consentirebbero mai di agire in termini men che costruttivi e collaborativi con qualsiasi altra struttura pubblica o privata che orbiti nel vasto panorama aviatorio. Non appare, pertanto, ipotizzabile che i rapporti tra Aeronautica Militare e ACd’I debbano volgere al peggio per la sola presenza del neo Direttore generale.

Se mai ciò dovesse accadere non sarà mai per atti e fatti a lui ascrivibili. Non appare, inoltre, veritiera l’affermazione che il generale ha “lasciato la FA sbattendo la porta”. Ciò non è nel suo stile di galantuomo friulano. Al compimento di 61 anni i generali di Divisione lasciano il servizio attivo. Nessun “sassolino dalla scarpa” il gen.le medita di togliersi, essendo estranea alla sua personalità ogni sentimento di rivalsa nonostante le evidenti avversità patite.

E’ vero, invece, che per una perversa concomitanza di norme di legge “sull’avanzamento degli uff.li” (fra cui il codice dell’ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66) le vicende giudiziarie (innanzi accennate) non abbiano consentito di riguadagnare il grado di Squadra Aerea. Per la ineguagliabile esperienza operativa, di volo e relazionale la designazione del generale Miniscalco in seno al complicato mondo dell’ACd’I non potrà che giovare per un’elevazione, al melius, della delicata gestione dell’Ente.

Ed avviare, così, a risoluzione “gli annosi problemi di standardizzazione delle scuole di volo, elevare i livelli istituzionali dei piloti istruttori ed esaminatori mettere fine o ridurre al minimo il nefasto abusivismo didattico e e soprattutto chiarire definitivamente le modalità gestionali della nuova classe di velivoli tra 450 e 600 kg.”

Come pertinentemente rileva “sassate” il 24 c.m. La condizione necessaria e indispensabile perché ciò avvenga è che lo si lasci lavorare con serenità così che possano essere conseguiti gli alti standard di “sicurezza ed efficienza” che sono l’essenza stessa del nobile, centenario, sodalizio aeronautico. Non può che beneficiane l’Italia tutta ed il fantastico mondo di migliaia di entusiasti aviatori. E con essi un atteso rilancio, anche, dell’imprenditoria nazionale aeronautica – generale, da diporto e sportiva- stagnante da troppi anni.

Molto cordialmente

gen.le (c) AMI Giuseppe Lenzi

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