ANAS, in attesa del nuovo Ad vige il caos

ANAS, in attesa del nuovo Ad vige il caos

16 novembre 2018

Mentre sui giornali ci si diverte con i totonomi, improbabili, di chi dovrebbe assumere la guida di ANAS, in via Monzambano è caos completo.

Non è facile individuare la persona giusta per la poltrona di Ad, anche perché stavolta non si può sbagliare. Troppa la delusione generata dalla gestione di Gianni V. Armani. Il “prescelto” avrà una grande responsabilità: oltre a risanare la situazione – tra buchi di bilancio e buchi sulle strade – dovrà anche restituire credibilità all’azienda e fiducia nei suoi dipendenti.

Come già detto, la scelta non è facile: si potrà optare per un esterno (col pericolo che si ripeta la storia di Armani, che al tempo si portò dietro mezza Terna) o per un interno duro e puro, competente, amato e rispettato, con una “fedina” immacolata e possibilmente in odor di santità.

Va sottolineato che dopo anni in cui di ANAS (prima di Scorciavacche, per intendersi) si parlava poco e niente sui giornali, men che meno in Parlamento, ora non passa giorno in cui non se ne parli. Ieri, ad esempio, c’è stato un interessante intervento da parte del senatore grillino Elio Lannutti sulla situazione di via Monzambano che riportiamo nella sua interezza:

“Signor Presidente, il 7 novembre scorso si è dimesso l’amministratore delegato di Anas, Gianni Armani, mentre restano al loro posto alcuni dirigenti assunti all’interno di Anas, nel contesto di cambio di governance, quali Rocco Girlanda, Emanuela Poli, Stefania Lombardi e altri.

La gestione Anas italiana ed estera, piena di conflitti di interesse, vede alcune situazioni critiche, specie su Anas International Enterprise, il cui amministratore delegato, Bernardo Magrì, ricopre anche la carica di direttore generale della holding quotata in borsa Astm, Sitaf, Tecnositaf, Sina, tutte società del gruppo Gavio, secondo me in palese conflitto di interesse. Addirittura questi incarichi non risultano neanche nel sito istituzionale dell’Anas.

Proprio ieri su un quotidiano è apparso un articolo di un’intera pagina firmato da Francesco Bonazzi, titolato: «Sul tavolo il successore di Armani. La grana delle consulenze russe Anas». Il comparto internazionale dell’impresa ha ottenuto in sei anni commesse in mercati difficili e particolari. Sollevano dubbi due bonifici da oltre 20 milioni di rubli a una società sconosciuta, poi girati a un altro gruppo.

Signor Presidente, pongo all’attenzione dell’Assemblea queste questioni e anche alcuni tentativi, all’interno dell’Anas, sotto la gestione Armani, di intimidazione da parte del responsabile della Direzione tutela aziendale, generale Roberto Massi, che ha preso servizio il 1° ottobre 2016, in piena era Armani. Secondo informazioni assunte, egli cerca di intimorire i lavoratori dell’Anas su presunte fughe di notizie riguardanti la legalità all’interno dell’azienda, con veri e propri interrogatori verbalizzati dalla sua collaboratrice, signora Scuderi, come accaduto pochi giorni fa con un’avvocatessa che si chiama Sara Apolloni. A mio giudizio, questi interrogatori sono illegittimi”.