ANAS, in attesa dei nuovi vertici, in via Monzambano si occupano di cappellini e di distanze tra le scrivanie

ANAS, in attesa dei nuovi vertici, in via Monzambano si occupano di cappellini e di distanze tra le scrivanie

24 maggio 2024

L’ANAS non finisce mai di stupire. Ricordate la Sassata del febbraio scorso, quella in cui raccontavamo del divieto di appendere i calendari della squadra del cuore e di consumare in ufficio il panino portato da casa? Beh, ecco il seguito: per inorgoglire i dipendenti dell’azienda sono stati distribuiti migliaia e migliaia di cappellini con il brand aziendale, con l’invito a tutti i dipendenti di sfoggiarli il più possibile per dimostrare l’attaccamento; ma l’attaccamento deve essere però misurato tra le scrivanie, che non potranno essere distaccate l’una dall’altra per meno di ottanta centimetri.

Non è meraviglioso tutto questo? Altro che dare retta ai giornali “cattivi” che appena possono sparano a zero contro l’ANAS per le beghe giudiziarie del “clan Verdini” e dintorni, in perfetta continuità con le vecchie gestioni.

Artefice principale di questa creatività in tema di “distrazione di massa”, è il direttore delle Risorse Umane e dell’Organizzazione, il potente Diego Giacchetti, una sorta di direttore generale-ombra, abituato a fare il bello e il cattivo tempo grazie all’ignavia dell’AD, Aldo Isi, ma anche sfruttando al meglio il rapporto privilegiato con la responsabile dei Rapporti Istituzionali, Rita Pofi. Pure lei, come Isi e Giacchetti, è arrivata in ANAS dal Gruppo FS e come gli altri due della “trimurti” che controlla l’azienda, è legatissima all’entourage di Matteo Salvini, curando i rapporti preferenziali con la Lega attraverso il capo della segreteria del ministro, Francesco Luciano.

Strano intreccio, questo che si è venuto a creare sul fronte FS-ANAS. Perché buona parte di questi manager erano di stretta osservanza M5S ed ora invece ce li ritroviamo tutti leghisti. Evidentemente il periodo di governo trascorso insieme prima della vittoria del centrodestra a guida Giorgia Meloni, deve avere cementato rapporti personali che si sono trasformati anche in consonanza politica.

Come a dire: niente di nuovo sotto il sole. E in fondo potrebbe non esserci niente da male in questi riposizionamenti, se almeno avessero portato a dei risultati positivi per i conti di via Monzambano. Che invece hanno fatto registrare la bellezza di un -140 milioni nell’ultimo bilancio.

E allora non sarebbe ora di fare piazza pulita in via Monzambano? O bisogna prima rompere a Sassate tutti i vetri degli uffici dell’ANAS?

Forse aveva proprio ragione Luigi Ferraris, quando tre/quattro mesi fa aveva deciso di disporre una “due diligence” sulla controllata. Mossa stoppata proprio da Salvini (e Giorgetti) per non disturbare il manovratore. E chissà che proprio questa “improvvida” iniziativa non gli sia ora costata la conferma al vertice di FS. Dove, combinazione, è dato in arrivo Stefano Donnarumma, cioè un altro ex-grillino convertitosi al verbo salviniano.

Come si dice a Roma: “‘namo bene…”.