ANAS: invece di ripulire l’azienda una volta per tutte, ci si preoccupa di calendari sportivi e di non far mangiare il panino in ufficio

ANAS: invece di ripulire l’azienda una volta per tutte, ci si preoccupa di calendari sportivi e di non far mangiare il panino in ufficio

10 febbraio 2024

L’ANAS non delude mai. Ci si aspetterebbero disposizioni per dare il via ad un’opera di ripulitura a fondo per un’azienda squassata dagli scandali (giudiziari e non) e invece arrivano circolari tragicomiche sui comportamenti che dovranno tenere i dipendenti in ufficio.
Volete sapere l’ultima? Diventa vietato esporre calendari della propria squadra del cuore, ma soprattutto mangiare a pranzo sul luogo di lavoro il panino portato da casa…Roba forte, non c’è che dire…
Come se in via Monzambano e nelle varie sedi distaccate i problemi reali fossero questi. E non di spazzare via dirigenti e funzionari sempre pronti ad andare a pranzo o a cena con i faccendieri e gli imprenditori loro amici dalla bustarella facile. E quindi a creare un sistema di sicurezza su appalti, affidamenti diretti e ricchi lavori di manutenzione per la rete stradale italiana.
Il perché e’ evidente: non c’è nessuna volontà di incidere con il bisturi su un sistema di potere corruttivo che ha garantito (e garantisce ancora) fulminee carriere a modesti manager che se anche non si arricchiscono personalmente, ottengono comunque compensi professionali solo grazie a quella politica di cui i faccendieri e gli imprenditori sono  collaudati esponenti.
Le cronache giudiziarie più recenti hanno svelato soltanto l’ultimo di questi scandali. Ma è dall’inizio degli anni ‘70 che vanno avanti e non c’è mai stato un governo capace di estirparli, risanando l’ANAS. Anche dai nepotismi, dalle assunzioni familiari di comodo o dettate dai sindacati interni ed esterni (vero CISL?).
Qualcuno si ricorda di Nicola Chiatante e dell’inchieste che portò l’allora ministro socialista dei Lavori Pubblici, Giacomo Mancini, davanti alla Commissione Parlamentare Inquirente  per i procedimenti d’accusa?
O più recentemente l’arresto di Antonella Accrogliano’, la “Dama Nera”, il cui processo sta stancamente per concludersi a Roma, nell’indifferenza dei media?
Le solite “turbative d’asta”, i soliti “sbloccamenti di commesse” in cambio di quelle che la Accrogliano’ cercava di mascherare come “ciliegie smozzicate”. Forse il 13 marzo avremo la sentenza.
Forse. In compenso, all’ANAS preferiscono occuparsi di calendari sportivi e di proibire di mangiare il panino in ufficio. Complimenti vivissimi.