Assarmatori: “UE ha fallito, ora occorre rilanciare il lavoro marittimo”

Assarmatori: “UE ha fallito, ora occorre rilanciare il lavoro marittimo”

16 luglio 2019

All’incontro annuale di Assarmatori – l’Associazione che raggruppa i principali armatori italiani e internazionali con interessi in Italia – il presidente Stefano Messina ha sottolineato quanto l’Unione Europea abbia fallito in termini di politica marittima e di azioni efficaci per lo sviluppo del Mediterraneo.

Alla presenza di molte personalità – tra cui Giuseppe Bono, CEO di Fincantieri e Achille Onorato, Ceo del Gruppo Moby – Messina ha anche evidenziato come l’importanza dei trasporti marittimi e dell’industria del mare sia fin troppo spesso sottovalutata, nonostante il comparto valga circa il 3% del nostro PIL (ovvero 45 miliardi di euro) e dia lavoro a oltre 880mila italiani.

Questo uno dei punti cruciali, insieme alla richiesta nei confronti dell’UE di occuparsi in modo razionale della politica del mare e auspicando un “cambio di rotta” in tal senso. Anche perché la Silk & Road Initiative, ovvero la Via della Seta lanciata dalla Cina, con un investimento di 8mila miliardi di dollari, rappresenta un’opportunità unica per spostare verso sud l’asse degli scambi in Europa, rilanciando i porti italiani.

Per questo Assarmatori intende promuovere “un tavolo permanente politica-industria-shipping che indichi le regole del gioco nel quadrante dei trasporti e delle infrastrutture”. «Da quel tavolo – ha ribadito Messina – in tempi strettissimi, dovranno uscire indicazioni di priorità sulle infrastrutture funzionali, sui tempi della loro realizzazione, ma anche sulle politiche commerciali e fiscali che l’Italia intende adottare».

Prole che hanno trovato d’accordo anche Achille Onorato, Ceo del Gruppo Moby,  per il quale bisogna sbloccare le opere strategiche del trasporto e sostenere, attraverso piani specifici di finanziamento comunitario, il rinnovamento delle flotte di navi traghetto impegnate sulle autostrade del mare. Onorato ha anche ribadito il paradosso di approvvigionamenti all’industria italiana che continuano a dipendere dal sistema dei porti del Nord Europa.