Bacci, Tabacci e Bonino e di radicale resta pochino

Bacci, Tabacci e Bonino e di radicale resta pochino

04 gennaio 2018

“Bacci, Tabacci e Bonino e di radicale resta pochino”. Un haiku. Riveduto e scorretto. E potrebbe bastare a commentare l’ultimo colpo di scena della seconda vita politica di “Emma for president”, ormai libera dalla coerenza pannelliana a una vita di lotte radicali.

Se nella prima era stata una pasionaria della lotta per l’aborto regolamentato, per le battaglie per i diritti civili e su tutti i temi che ancora oggi caratterizzano il core business politico esistenziale del vero Partito radicale , nella seconda ha prediletto gli incarichi istituzionali nonchè coltivare la propria immagine.

In pratica è diventata una donna di potere.

E infatti i giornali e le tv di regime da tempo le dedicano quelle attenzioni che a Marco Pannella sono state negate fino all’ultimo respiro. Come se non bastasse, da anni la Bonino si era legata a personaggi della sinistra come Enrico Letta, Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Per non parlare del sodalizio con Mario Monti e tutta l’euro burocratura.

Risultato? Più che l’onore radicale di un tempo ha potuto il digiuno. Così vista la mala parata anche il cattolico Bruno Tabacci è stato arruolato alla bisogna della propria maggior gloria.

Ha dimostrato così di non essere quel “barboncino di Pannella” che un terribile frequentatore dei fili diretti con Radio Radicale le affibbiava come epiteto ogni volta che telefonava facendo anche il verso del cagnolino: ”bu, bu”.

Ma siamo sicuri che i suoi vecchi elettori e ammiratori oggi siano contenti di questa svolta partitocratica e di regime?