Confindustria vuole gestire il dopo-coronavirus coi sindacati. Ma certo, come no…

Confindustria vuole gestire il dopo-coronavirus coi sindacati. Ma certo, come no…

22 marzo 2020

 

Il presidente di Synopo (alzi la mano chi sa cosa sia), Carlo Bonomi, si sente già nuovo presidente di Confindustria. E così, attraverso Repubblica, comunica alla politica, all’inclita e al volgo l’intimazione su cosa bisognerà fare per rilanciare l’economia del dopo-Covid 19: bene il ricorso al Mes, il famigerato fondo salva-Stati, ma il nuovo progetto deve essere affidato a “imprese e sindacati, con le loro conoscenze, esperienze, capacità”. E subito dopo, per fugare ogni dubbio su chi debba occupare la “cabina di regia” della ricostruzione di un Paese allo stremo, simile a quella del dopoguerra, esclude il ricorso ad una nuova Iri.

“Non mi convince affatto l’idea che da questa crisi si uscirà con lo Stato protagonista dell’economia…lo Stato deve restare regolatore, non gestore”. Ipse dixit. Ma chi si crede di essere questo oscuro e modesto rappresentante degli industriali lombardi, che si occupa di un’aziendina con un giro d’affari di appena 15 milioni di euro? L’equivalente italiano di Jeff Bezos o di Bill Gates e Mark Zuckerberg? Si vada a rileggere la storia della ricostruzione italiana del dopoguerra e imparerà che proprio grazie all’Iri il nostro Paese si risollevò, affiancando imprenditori privati di ben altra statura del presidente di Synopo. Ed eviti di ingraziarsi i sindacati: hanno già fatto abbastanza danni per essere ammessi di nuovo al tavolo del rilancio dell’economia. È la politica che deve prendere per mano il Paese e riportarlo a galla. La supremazia della finanza ha fatto abbastanza da danni in Italia. E in Europa.