Correttivo al riordino dei ruoli, pronti per l’ennesima indecenza

Ci siamo. Il provvedimento di Legge al correttivo del riordino dei ruoli volge al termine. Le Commissioni parlamentari interessate dovranno esprimere il loro parere, non vincolante, entro il 29 novembre.

L’intero mese di dicembre servirà alle amministrazioni per accettare o meno, in termini di fattibilità tecnica, i pareri degli onorevoli e dei senatori e, in seguito, il provvedimento potrà procedere spedito in direzione dell’approvazione al Governo.

Il tempo delle riflessioni è finito, ma pare non essersi esaurita la voglia di giocare a più tavoli e tenere in mano più mazzi di carte nel vano tentativo di svuotare il banco.

Le richieste dei Cocer sono state chiare, quelle delle rappresentanze sindacali altrettanto: il problema è che le proposte avanzate da ambo le parti cozzano tra loro. Inevitabile, direbbe qualche vecchio benaltrista abituato ad avere a che fare con molteplici soluzioni per un unico problema. Insomma: l’ennesima perdita di tempo tra scartoffie e comunicati stampa, proprio quelli tra i quali si barcamenano i delegati del Cocer Difesa, uniti alle lettere di richiesta che giungono al mondo politico.

Mentre la Difesa annaspa con il timore di non vedere la luce in fondo al tunnel; le forze di Polizia e i loro sindacalisti pregustano la vittoria perché sanno che porteranno a compimento quel processo di “riordino vero” iniziato nel 1981 che li condurrà, nelle battute finali, a dare vita ad un modello di carriere aperte con relativa possibilità di fluidità tra i ruoli. Stesso discorso varrà per i Carabinieri e per i Finanzieri che accarezzeranno il sogno della tanto agognata “equiordinazione”.

E la Difesa, che farà? Quello che fa sempre. Quello che fa da anni. Raccogliere gli stracci del vestito buono e acconciarsi il proprio alla bell’e meglio. Il motivo di tale incapacità di tenere il passo è da ricercarsi in un sistema organizzativo e di modello che la discosta da quello delle Forze di Polizia, rendendola, di fatto, surclassabile.

Le Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare hanno come fondamento la capacità, la richiesta di responsabilità e la progressione interna di carriera volta a valorizzare la professionalità acquisita dal personale sul campo; di contro, la Difesa (Esercito, Marina, Aeronautica) è in possesso di un meccanismo dove gli ingranaggi non si incastrano alla perfezione. Diciamo pure che non si incastrano proprio. Il riordino della Difesa è stato concepito male, nel 1995, ed è stato concluso peggio, nel 2017.

Un processo evolutivo che non ha messo al centro delle scelte l’uomo, bensì il sistema. Basti pensare alla scelta scellerata attuata dalla politica che, per una manciata di voti in più in preda all’ennesimo delirio adrenalinico da campagna elettorale, ha eliminato, di colpo, il personale appartenente alla leva obbligatoria. Evitiamo di soffermarci sulla Legge 244 del 2012 che ha dilaniato la Difesa.

Oramai quel che è fatto è fatto e a nulla serve guardarsi indietro. Servono nuove illusioni, perenni abbagli per convincere gli “uomini e le donne in divisa” che qualcosa sta cambiando.

Da qui, hanno fatto seguito gli arruolamenti di massa – modello ridisegnato per soddisfare momentanee e impellenti esigenze di “marketing pubblicitario”. Correva l’anno 1995. L’annus horribilis. L’anno in cui si delineavano e, in seguito, concretizzavano le sperequazioni e le discrasie che ci portano ai giorni nostri.

Come ricordato, è il sistema e l’intero apparato ad essere deficitario. Non certo i delegati e la rappresentanza che si battono strenuamente per cercare di portare a casa qualche risultato. Con ogni mezzo, anche con lo sciopero della fame del Luogotenente Fico e di molti altri che rifondono nella “causa” ogni cellula del proprio corpo.

Ma il dunque dove sta? Vi starete giustamente chiedendo. Scevri da ogni “dinamica di palazzo” e amanti dei fatti, abbiamo raccolto qualche indiscrezione qui e là e, alla fine, le voci hanno trovato corpo nel comunicato stampa del Cocer Esercito, riguardante la separazione del Comparto Difesa da quello Sicurezza, oggetto del fuoco incrociato da parte del Cocer Aeronautica e Marina.

Facciamo chiarezza. Il Cocer dell’Esercito, che potremmo indicare come l’azionista di maggioranza in ambito Difesa, chiede una separazione della rappresentanza del Comparto Difesa da quello della Sicurezza, al momento unico blocco in capo al Cocer dell’Interforze a cui partecipano anche i Carabinieri e Finanzieri, come rappresentanza militare. Proposta nata in virtù dell’atavica difficoltà nel far coesistere le due.

La Sicurezza gestisce le problematiche in Capo al proprio Comando Generale e addirittura, la Finanza, ha come riferimento il Ministero del Tesoro.
Al di là di questi rompicapi burocratici, quello che traspare dal comunicato è il risentimento dell’Esercito nei confronti dell’Autorità preposta nel considerare, puntualmente, la Difesa come l’ultima ruota del carro.

Non ultimo, lo stanziamento dei fondi per le Forze di Polizia a discapito dei ragazzi di “Strade Sicure”. L’ennesimo scempio. L’ingiustizia finale.
Ben 60 milioni per gli straordinari destinati alle Forze di Polizia e solo 26 milioni – che pare siano a bilancio, quindi oltre al danno anche la beffa – per il personale impiegato nell’operazione “Strade Sicure”.

«Un’altra ridicola miseria» è il sardonico commento dei delegati. Per non parlare dello stanziamento di ben 100 milioni impiegati, qualche tempo fa, sul Fondo produttività per gli operatori della sicurezza e zero euro stanziati per i militari. Se a tutto questo quadro avvilente aggiungiamo il “Decreto Sicurezza bis” con i 5 milioni per ulteriori straordinari e zero per le Forze Armate: ci rendiamo conto di essere dinnanzi ad una palese mancanza di giustizia e ad una faziosità che in uno Stato civile ed equo non dovrebbero sussistere.

Viviamo già troppe discriminazioni nel nostro Paese che avallarne altre in maniera così poco elegante e sfacciatamente lapalissiana è come commettere l’errore di chi predilige un figlio rispetto ad un altro. Una Difesa sacrificabile sul piano umano, mentre si prediligono investimenti navali, aerei e tutto quell’armamentario che serve ad irrobustire il potenziale bellico di un Paese.

Non vorremmo mai arrivare a pensare una cosa del genere. Che tutti gli spot, tutte le visite degli esponenti della politica nelle zone di guerra nel periodo delle festività siano solo l’ennesima promenade di un apparato che insegue il mero riscontro elettorale e non il benessere dei propri uomini. Di tutti i propri uomini.

Tuttavia c’è una sola persona che, attualmente, può dare risposta a queste domande: il Ministro della Difesa Guerini, attualmente ancora non in grado di articolare fonemi. Speriamo si sciolga durante il primo, attesissimo, incontro con il Cocer che pare dovrebbe avvenire la settimana prossima.

Si sa già che si andrà incontro all’ennesimo rattoppo, almeno così, a naso, nonostante le richieste fatte in audizione delle Commissioni Difesa congiunte, dai Cocer della Difesa, siano in linea. Al momento, non ci sono riscontri in termini di bozze normative e le Rappresentanze attendono esiti certi prima dell’incontro con il Ministro. Onde evitare colpi di scena poco graditi al Vertice della Difesa.

I delegati contattati si mostrano fiduciosi e speranzosi che questa non sia l’ennesima perdita di tempo. L’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga prima di lasciarci, in uno dei suoi sfoghi sulla Difesa, disse: «militari imbracciate le armi e fatevi sentire». Un’esternazione che evidenzia lo spirito battagliero che contraddistingueva Cossiga. La guerra ci ripugna in qualsiasi sua forma e in ogni sua esplicazione, sia anche solo la violenza verbale e razzista che imperversa nel mondo odierno – l’ennesima barbarie di un mondo politico sprofondato nell’abisso della sottocultura – ma su di una cosa siamo d’accordo con l’ex esponente della Dc: bisogna tirare fuori gli attributi! Ce n’è bisogno.

È necessario. Ora più che mai. È tempo che chi è al Governo si prenda le proprie responsabilità e dia conto dei “maltrattamenti” che la Difesa è costretta a subire da anni. Una risposta che è un’esigenza morale. La devono ai delegati ma, soprattutto ai “loro” soldati.

Commenti

  1. Per me indecenza é altro. I caporali ke diventino marescialli. Ma in quale paese del mondo accade questo?? Cioè dal oggi Al domani la truppa passa ruolo Ispettori. Avrebbero dovuto fare un concorso del genere riservato a serventi stop. Cmq andiamo avanti . Mi dispiace per i Marescialli nuovo iter.

  2. Affittopoli militare…… ci voleva tutto questo tempo per scoprire la mafia pazzesca ma stupida degli alloggi?? La colpa???? Di ki li da Per favorire i loro servi ma il danno é altro ke a lora volta vengono affittati addirittura ad estranei. Oppure per i figli ke vanno all’università qui a Roma. Io ho 50 anni vivo in una camera a 2 posti. Senza acqua . Vergogna avete distrutto le Forze Armate…… conosco e vedo ragazzo universitari ke vivono da soli in alloggi militari da soli.figli di potenti .. Vergogna

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