D’Alema-Leonardo-Fincantieri, in piazza Montegrappa qualcosa si muove: partito un audit

D’Alema-Leonardo-Fincantieri, in piazza Montegrappa qualcosa si muove: partito un audit

09 marzo 2022

Adesso, almeno il presidente di Leonardo, il generale Luciano Carta, vuole vederci chiaro nei retroscena del D’Alemagate. E avvalendosi dei suoi poteri, ha disposto un audit per stabilire se in questa sempre più sconcertante e grottesca vicenda siano state rispettate o meno le procedure interne previste in tema di acquisto e vendita dei sistemi d’armamento. Curiosità più che comprensibile visto ciò che è gia‘ saltato fuori e probabilmente dovrà ancora arrivare.
Perché quando un AD come Profumo e un DG di Fincantieri come Giordo vanno addirittura nella sede di Italianieuropei (la Fondazione del Lider Maximo) per collegarsi con la Colombia insieme all’aspirante mediatore D’Alema, vuol dire che un’istruttoria preliminare doveva essere stata svolta. Altrimenti, sarebbe la dimostrazione di una superficialità senza precedenti. Oltretutto, per poi collezionare la figuraccia di non riuscire a parlare con nessuno. Inevitabile sbocco per essersi affidati ad un paio di truffatori-millantatori del calibro di Caruso e Amato. Di cui però D’Alema e il suo collaboratore Mazzotta, si fidavano.
Bene, ma allora chi aveva svolto in Leonardo e Fincantieri gli accertamenti preliminari che hanno spinto Profumo e Giordo a fidarsi?
Carta (che non è uno sprovveduto, avendo diretto l’AISE) vuole scoprirlo appunto attraverso l’audit. Che ha già portato ad un primo risultato: la non utilizzazione di un esperto della Colombia come l’ex-colonnello dei carabinieri Giuseppe Romeo. Chi è Romeo? Un consulente pagato da piazza Montegrappa. Per fare cosa? Bella domanda, perché non lo sa nessuno. Peccato che Romeo, oltre ad essere stato aiutante di campo dell’ex-ministro e CSMD, Giampaolo Di Paola, ha svolto le funzioni di addetto militare proprio in Colombia. Quindi avrebbe avuto una certa facilità ad acquisire informazioni in quel paese, no? Macché, ignorato. E non è neppure finita qui, perché sempre Romeo ha lavorato per tre anni pure al terzo reparto di SegreDifesa, cioè proprio nel settore che si occupa dei controlli sugli acquisti e le vendite dei sistemi d’armamento. Ma per i geni di Leonardo non era evidentemente abbastanza per chiedergli di fare indagini sull’entourage del Lider Maximo in Italia e in Colombia.
Non resta ora che attendere di conoscere le conclusioni dell’audit disposto da Carta.
A proposito: ma tra un’intervista e l’altra sui giornali e in tv, anche l’ambasciatore Massolo, nella sua qualità di presidente di Fincantieri, ha per caso trovato il tempo di fare altrettanto?