Difesa, l’amaro addio (ma con tanti interrogativi) dell’indagato generale Vecciarelli

Difesa, l’amaro addio (ma con tanti interrogativi) dell’indagato generale Vecciarelli

24 ottobre 2021

A pochi giorni dal passaggio di consegne con il nuovo Chod, l’ammiraglio Cavo Dragone, si scopre che il generale Vecciarelli è indagato per corruzione. Oltretutto, per una presunta storia di vestiti regalati. Possibile che il numero uno delle Forze Armate italiane, un alto ufficiale che avrebbe potuto sfruttare i suoi poteri per ben altre e lucrose “utilità”, sia inciampato in una vicenda tanto squallida?

Certo, ormai nel nostro disgraziato paese tutto è possibile. Così come è però possibile (i casi sono ormai migliaia) che alla fine del processo si arrivi ad una bella assoluzione “per non aver commesso il fatto”; o perché il fatto c’era e non costituiva reato, ma soltanto l’occasione per lordare per anni la carriera di un onesto servitore dello Stato. Sarà così anche questa volta?

Ad essere prudenti, a prescindere dalle simpatie o dalle antipatie per un generale al centro di mille altre vicende ben più significative e discutibili, non c’è proprio niente di male. Perché questa inchiesta Minerva che ha squarciato un manto di corruzione diffusa (da quasi 20 milioni di euro) sull’Aeronautica Militare, non sarà certo tutta da buttare via. Anche  i comportamenti opachi di certi vertici dell’Arma Azzurra risalteranno a prescindere da come si concluderà il presunto coinvolgimento dell’attuale Chod.

E sarà opportuno non prendersela come al solito con i giornalisti (a proposito: complimenti a La Verità per l’ennesimo “scoop” del bravissimo Giacomo Amadori), ma casomai con quei magistrati o con quegli ufficiali di polizia giudiziaria che da un po’ di tempo a questa parte non perdono occasione di voler diventare ricercatissimi dal mondo dei media. Salvo poi restare con un mucchio di carta straccia tra le mani. E senza alcun rimorso per i danni morali provocati dalle loro smanie di protagonismo.