Difesa/Capitanerie di Porto: la guerra privata alla Marina dell’ammiraglio Carlone con la sponda di Salvini

Doveva essere una grande giornata di festa quella della posa della prima pietra della nuova diga foranea di Genova: un’ opera importante che tutto lo Stato era chiamato a festeggiare.
Infatti sia il Presidente della Regione, Giovanni Toti, sia il Sindaco di Genova, Marco Bucci, aveva deciso di farne un’occasione speciale.
Per renderla tale avevano anche chiesto, mesi fa, un contributo alla Difesa: una nave nella quale fare parte della cerimonia.
La risposta del Ministero non si è fatta attendere ed è arrivata la disponibilità di Nave Vulcano, una nave rifornitrice, nuovissima, uno dei gioielli della Marina Italiana, 27000 tonnellate, oltre 190 metri, spazi enormi che sarebbe stata staccata apposta dall’operazione “Mare Aperto 23” per essere mandata a Genova per soddisfare la richiesta è dare ulteriore lustro alla cerimonia.
Doveva salpare  il 2 per arrivare a Genova il 3 sera ed essere pronta per la cerimonia del 4.
Ma così non sarà.
Perché? Cosa è accaduto?
È successo che oggi, Regione e Comune hanno dovuto chiamare la Difesa e dire che il Ministro Salvini non voleva la nave, che non sarebbe mai salito a bordo di una nave della Marina e che quindi Nave Vulcano non era benvenuta in porto a Genova.
Da cosa nesce questa folle posizione che spinge un Ministro ad una posizione di rottura istituzionale?
I pareri sono tutti concordi, questa decisione ha un solo mandante: l’Ammiraglio Nicola Carlone, il comandante generale delle Capitanerie di porto. Carlone da tempo ha iniziato una sua guerra privata (non condivisa all’interno) contro la Marina Militare, di cui le Capitanerie sono un corpo, cioè una parte. Da cosa nasce questo livore? Innanzitutto dal fatto che Carlone fosse un ufficiale di marina che vedendosi impossibilitata la carriera nello Stato Maggiore,aveva fatto il passaggio alle Capitanerie.
Poi, da lì, un inarrestabile egocentrismo che lo ha portato a cercare di costruire una Marina alternativa.
Ma come sono diventate così forti le Capitanerie?
Con un sistema di lobby (precedente a Carlone) attraverso il quale hanno infilato centinaia di persone in moltissimi uffici ministeriali (di altri dicasteri) o comunitari (a Bruxelles, chi lo sa perché). Ma non solo. Da anni mettono a disposizione personale, autovetture e facility varie a diverse figure apicali della PA. Per non farsi mancare nulla, hanno anche stretto un patto con alcuni magistrati rendendosi disponibili per lavoro di PG di ogni tipo.
Oggi però, con la guida di Carlone si sono messi in testa di usare il Ministro Salvini per uno scontro istituzionale folle, contro la Difesa. Questo di Genova è il primo passo, a
metà tra una dichiarazione di guerra ed uno sfregio.
Adesso bisogna vedere se la Difesa deciderà, per l’ennesima volta, di liquidare le provocazioni di Carlone e Salvini con la famosa massima latina: de minimis non curat praetor. Oppure di reagire allo sfregio, a sostegno della Marina. E le strade sono molte…

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