Difesa: Graziano-Badoglio pensa solo ai suoi superpoteri e Pansa gli porta via la cyber security

Tutto preso dalle trame per ottenere i suoi superpoteri e garantirsi un altro anno al vertice della Difesa, il “generalissimo” Graziano-Badoglio si è fatto sfilare la competenza per la cyber security, passata in carico ai servizi segreti coordinati dal prefetto Alessandro Pansa.

Con grande soddisfazione della ministra Roberta Pinotti, che non risulta aver mosso un dito, si è così concretizzata la prima smilitarizzazione a vantaggio dei civili del settore-chiave della cosiddetta “difesa avanzata” per la sicurezza interna. Complimenti vivissimi a tutti e due.

Cerchiamo di capire bene cos’è accaduto. Fino all’altro giorno, il compito di seguire le problematiche del cyberwarfare era affidato al generale Carmine Masiello, cioè al consigliere militare del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. E l’alto ufficiale è considerato un “fedelissimo” del capo di Stato Maggiore della Difesa, tanto che da Palazzo Chigi ha seguìto passo passo (senza avanzare la minima obiezione alla nascita dei superpoteri di Graziano) l’iter del contestato disegno di legge applicativo del Libro Bianco della Difesa.

Da oggi in poi, non sarà più così. Perché con una decisione che tutti gli interessati hanno preferito tenere segreta, mobilitando la “spectre” che evita che i media si interessino di evidenziare le cose sgradevoli per la Difesa (menzione d’onore solo per La Stampa, che almeno un trafiletto di venti righe l’ha fatto), la competenza per la cyber security passa ora sotto il coordinatore dei servizi al DIS, appunto il prefetto ex-capo della Polizia Pansa. Una decisione che umilia gli apparati delle forze armate (basti pensare che l’anno scorso la Marina Militare fu l’unica a resistere brillantemente ai massicci attacchi degli hacker) già perfettamente in grado di continuare ad occuparsi del problema. Ora, quegli apparati saranno disarticolati per finire sotto il controllo dei servizi, con conseguente ulteriore impoverimento delle strutture di punta delle varie forze armate.

Ma d’altra parte cosa ci si poteva aspettare da una ministra decisa ad affidare incarichi sempre più strategici ai civili e da un capo di Stato Maggiore che ha ideato una riorganizzazione a collo di bottiglia che impedisce automaticamente la gestione corretta di tutte le super competenze arraffate?

Anche il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio preferì occuparsi di ottenere tutti i poteri possibili, mentre intorno a lui tutto andava in malora. Si è visto com’è andata a finire.

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