Difesa, la memoria corta e la faziosità di Repubblica sull’organigramma del ministero: modifiche in ballo dai tempi della Pinotti

Difesa, la memoria corta e la faziosità di Repubblica sull’organigramma del ministero: modifiche in ballo dai tempi della Pinotti

02 giugno 2023

Dovendo inventarsi ogni giorno un attacco al governo, a Repubblica non vanno tanto per il sottile. Imbracciano la pala e via. Evitando accuratamente di fare i più elementari controlli sull’attendibilità delle fonti che sollecitano la necessità di mettere in moto la macchina del fango.
A parte la difesa dei controlli “preventivi” della Corte dei Conti (fatta a pezzi perfino da un loro “guru” costituzionale del calibro di Sabino Cassese), eccone un altro: il “blitz” del ministro Guido Crosetto (quindi sicuramente un po’ fascista), sventato all’ultimo momento dalle eroiche armate Pd e M5s sul tema delle modifiche all’organigramma del ministero della Difesa.
Peccato si trattasse di una riforma contenuta nel famoso Libro Bianco e presentata in Parlamento dall’ex-ministra piddina Roberta Pinotti e successivamente sostenuta anche dalla sua successora  grillina Elisabetta Trenta. Non è meraviglioso?
Ma andiamo con ordine. Sul tavolo, c’è una vecchia richiesta condivisa da tutti gli stati maggiori delle Forze Armate: quella di separare le cariche di Segretario Generale della Difesa e di Direttore Nazionale degli Armamenti, ad oggi affidate ad un unico  “quattro stelle”(attualmente, il generale Luciano Portolano dell’Esercito); con la possibilità che a questi incarichi possano aspirare anche dei dirigenti civili.
Bene, la proposta -che peraltro aveva già avuto parere favorevole da parte della Commissione Difesa della Camera- era stata ulteriormente sviluppata e precisata in un emendamento elaborato dal ministero. In questi termini: se il Segretario Generale della Difesa sara’ scelto tra le file dei civili, il Direttore Nazionale degli Armamenti, dovrà provenire dai ranghi militari; e viceversa. Ma con un ulteriore garanzia di equilibrio: a un numero uno civile, corrisponderà sempre un vice militare; e ancora una volta, viceversa.
Un’ipotesi, come si vede, di assoluto buon senso. Che avrebbe avuto come risultato lo snellimento e la velocizzazione dell’iter delle pratiche dei vari comparti. Evitando l’imbuto attuale.
Macché, orrore! Basta con i “blitz” guerrafondai delle destre! E allora, per ristabilire la verità, a quando una bella intervista alla Pinotti e alla Trenta?
Perché il consiglio è quello di fare in fretta, dal momento che la modifica dell’organigramma si farà comunque. Si mettano il cuore in pace le armate “pentite” del Pd e del M5s.