Difesa/Leonardo: quell’Amoroso “pacifista” che condivide con Profumo il disgusto per le armi

Difesa/Leonardo: quell’Amoroso “pacifista” che condivide con Profumo il disgusto per le armi

14 marzo 2022

Che ridere. In Leonardo si è scatenata la caccia alla “talpa” che fornisce la materia prima per le Sassate. A nessuno è venuto in mente che si tratta di notizie e racconti che circolano da mesi ( in qualche caso anche da anni) in tutti gli ambienti che in qualche modo si interessano il tema della Difesa. E siccome la madre dei cretini è notoriamente sempre incinta, i sospettati sono soprattutto i primi livelli di cui non ci siamo occupati. Tranquilli, ce n’è per tutti. Basta attendere.

Per dire, abbiamo lasciato fuori dalla descrizione del “bestiario” di cui si è circondato Profumo, alcuni manager solo perché meritavano un ritratto ad hoc per meriti speciali. Il primo in assoluto, ad esempio, è Stefano Amoroso, l’ineffabile responsabile della comunicazione.

Amoroso è un filosofo che arriva in Leonardo dall’industria farmaceutica (Dompe’) e dall’IIT di Genova (ricerca). Da quando è arrivato, ha cominciato a raccontare in giro non ciò che fa l’azienda, ma cosa lui vorrebbe che l’ex-Finmeccanica ora facesse, visto che la sua “visione strategica” è diversa dall’attuale. Già la cosa in se’ esonda dalle sue responsabilità (per non parlare delle capacità), ma quello che colpisce è la sostanza del pensiero: Amoroso è un pacifista convinto, ideologicamente contrario alla produzione e alla vendita di armi e sistemi d’arma. Quindi, secondo questo straordinario comunicatore, Leonardo dovrebbe uscire dal settore della Difesa e dedicarsi ad altro. Un po’ come se i suoi omologhi in Rai e Mediaset consigliassero a tutti gli utenti l’opportunità di passare su Netflix.

Però, nell’assurdo mondo di Leonardo, tutto è possibile. Anche che il responsabile della comunicazione verso l’esterno pontifichi contro il core business dell’azienda. Con che dignità e serietà si può svolgere il proprio compito se si disprezza il prodotto della società per la quale si lavora?

La risposta arriva comunque dallo stesso AD, il famoso “banchiere etico” che non più tardi di qualche giorno fa ha rilasciato una inutile intervista al Messaggero riuscendo a non usare mai una volta i termini “arma” e “sistemi d’arma”. Perché anche lui nutre lo stesso disprezzo per i prodotti dell’azienda e quando riuscirà finalmente a liberarsi delle odiate business unit “compromettenti” (Oto Melara e Wass), potrà dedicare tutte le sue energie all’elettronica. Quindi, chissà come si saranno congratulati l’uno con l’altro, Profumo e Amoroso, quando avranno letto il Messaggero…