“Lider Maximo” di nome e di fatto. E se non basta la politica (ormai un po’ disprezzata), ecco la nuova passione della terza età: intermediazione, a vantaggio di Leonardo e Fincantieri, di forniture di aerei e navi da guerra destinate a paesi dell’America Latina. Sembra questa la nuova “mission” dell’ex-premier Massimo D’Alema, che proprio in coincidenza con i venti di guerra che soffiano nell’Europa dell’Est gira per ambasciate e studi di avvocati d’affari come “facilitatore” di business. E che business: gli M346 dell’ex-Finmeccanica e le corvette e i sommergibili di ultima generazione di Fincantieri. 

Per ora, com’è giusto che sia, di questo giro d’affari si sa ancora molto poco, ma qualche indiscrezione filtra. Ad esempio, pare che D’Alema sia un consulente del prestigioso studio Robert Allen Law di Miami, in Florida e abbia stretto rapporti con Umberto Bonavita, un avvocato d’affari molto ben introdotto in alcuni paesi dell’America Latina desiderosi di rinnovare le proprie forze armate. Più difficile scoprire quali siano i contatti intrecciati con Leonardo e Fincantieri, anche se le voci che circolano indicano addirittura nell’amministratore delegato di piazza Montegrappa, Alessandro Profumo e nel direttore generale del colosso triestino, Giuseppe Giordo, gli interlocutori “privilegiati” del Lider Maximo. Ma di questo non c’è ancora alcuna conferma. Anzi, non manca neppure chi invita alla prudenza, giurando che non esistono impegni e ventilando perfino l’ipotesi di trovarsi di fronte a retroscena da cui potrebbe spuntare il millantato credito.

In ogni caso, ce n’è abbastanza perché si faccia chiarezza sui contorni di questo nuovo impegno di un ex-presidente del Consiglio dei Ministri della levatura di Massimo D’Alema e delle sue eventuali “sponde” all’interno del governo e di qualche ministero. Per esempio, alla Farnesina, in via XX Settembre e al MEF.