Difesa/Leonardo: Pasquali, il manager spaziale della paralisi spaziale italiana (a vantaggio dei francesi)

Se esistesse un Nobel per la capacità di rendersi invisibili, di muoversi senza sfiorare nulla, neppure una molecola di ossigeno, lo vincerebbe lui, Luigi Pasquali. Perché l’AD di Telespazio ha sempre eccelso in una cosa: mai decidere, mai scegliere una strategia, mai rischiare; e procrastinare sempre. Tanto i CEO passano e lui rimane. Ha capito meglio di altri che in una società assurda come Leonardo sopravvivi alla grande se non fai nulla, se presenti belle slide, fai un po’ di fuochi d’artificio, ti presenti sempre bello in forma, in giacca e cravatta, partecipi a tutti i convegni possibili, fai l’amico di tutti ed aspetti che cambi l’Ad. Per poter poi presentare le stesse slide ad un altro che, come il precedente, dei problemi dello spazio non capisce nulla.

In altre aziende, un manager con queste caratteristiche, sarebbe stato messo alla porta da un pezzo, ma nel fantastico mondo delle partecipate italiane è invece arrivato a fare: 1) l’Amministratore Delegato di Telespazio da febbraio 2013; 2) il Coordinatore delle Attività Spaziali di Leonardo da gennaio 2016; 3) il membro del Supervisory Board di Thales Alenia Space; 4) il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Thales Alenia Space Italia; 5) il componente del Consiglio di Amministrazione di AVIO; 6) il consigliere dell’AIAD; 7) il membro del Board of CEOS di ESOA; 8) il Vice Presidente del Consiglio di EUROSPACE.

Vi basta? Peccato che nessuno sia riuscito a chiedergli come mai Telespazio, che avrebbe dovuto crescere a dismisura visto il periodo ed il fatto che si occupi di servizi da terra, è ferma.

Pare se ne sia accorto addirittura Colao, ma non Profumo. Così come “Arrogance”non si è accorto che Pasquali (peraltro come il suo degno “compare di merende”Comparini, di cui ci occuperemo prossimamente) sono da sempre più vicini agli azionisti francesi che a quelli italiani. Sapete perché? Perché i francesi chiedono, vogliono e se non ottengono ti puniscono. Mentre gli italiani nemmeno sanno cosa chiedere. È così, grazie a questa gente, i miliardi dello spazio italiano passano da aziende italiane come Tasi e Telespazio, gestiti da Ad italiani, ma poi finiscono in grande parte in Francia o comunque all’estero. Danneggiando le pmi italiane.

Sarebbe ora che qualcuno iniziasse a fare (e a farsi) qualche domanda, se non fosse troppo impegnato nei pranzi e nelle cene con ex premier e aspiranti broker come D’Alema (ma non solo con lui…).

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