Difesa: ma nel dopo-Profumo, l’Oto Melara potrà finalmente sperare in un futuro europeo?

Da diversi mesi i dossier OTO Melara e WASS sono all’attenzione dei vertici di Leonardo e del governo, chiamati a decidere sul futuro di due storiche società italiane (sia pure degradate dall’ex-Finmeccanica a business unit) nel settore della difesa.

Alessandro Profumo aveva provato a vendere le due aziende al 100%, portando un’offerta di KNDS in contrapposizione all’offerta di Fincantieri, mai finalizzata per un necessario aumento di capitale non concesso da CdP. Poi con lo scoppio della guerra in Ucraina, il Governo Draghi aveva chiuso alla vendita del 100% dell’azionariato, nonostante le pressioni di Profumo, aprendo invece alla possibilità di partnership europee e all’ingresso in capitali di minoranza per valorizzare la componente industriale militare.

Cosa sono oggi Oto Melara e WASS?
Sul fronte OTO Melara, l’esperienza maturata nello sviluppo e nella produzione di cannoni navali, considerati all’avanguardia tra le Marine mondiali, pone senza dubbio la società tra le eccellenze italiane nel settore della difesa navale. Ciò ha richiamato l’attenzione di svariati colossi industriali nel settore della difesa. Dal costruttore navale italiano Fincantieri, passando per KNDS, il gruppo costituito da Krauss-Maffei Wegmann e NEXTER Defense Systems, fino a Rheinmetall.
Sul fronte della subacquea, WASS ha dato ampia dimostrazione di indiscusse capacità nello sviluppo del siluro pesante, unite ad altrettante capacità di cooperare efficacemente con Thales nello sviluppo del siluro leggero. Parimenti, è innegabile il gap tecnologico di WASS nei confronti di Thales nel settore dei sonar.

L’A.D. di Leonardo, ormai con un mandato scaduto il 31.12.2022, senza i poteri per una operazione straordinaria di tale portata e soprattutto senza l’appoggio del Governo ormai cambiato dal 25 Settembre 2022, è rimasto alla finestra, portando come in altri dossier confusione sul mondo industriale italiano.

Eppure l’Italia opera in un contesto europeo in cui la cooperazione industriale nel settore della difesa è costantemente ricercata e promossa, così come ulteriormente confermato dalle conclusioni del vertice del Consiglio europeo di dicembre 2022.
Fino a quando Leonardo continuerà a mantenere la propria postura basata sulla “non decisione” di Profumo?
Per quanto ancora dobbiamo aspettare una chiara decisione per il bene di OTO Melara?
Probabilmente ancora qualche mese per poi sperare che una rinnovata leadership di Leonardo possa finalmente portare avanti una operazione così strategica per il paese.

Perché è necessario evitare di finire come Ansaldo Energia, società distrutta dall’assenza di decisioni e dall’assenza di partner industriali solidi.

D’altronde è indiscussa la leadership di OTO Melara in campo navale, costruita sulla capacità di sviluppare cannoni navali calibro 127/64 e 127/54; e soprattutto quel 76/62 che si è arricchito dell’innovativo sviluppo del “sovraponte”, stimolando forte interesse delle Marine Militari su scala internazionale.
Tuttavia, i volumi finanziari che interessano il campo navale non possono essere ritenuti sufficienti per sostenere futuri sviluppi tecnologici. Maggiori volumi economici si sviluppano prevalentemente in campo terrestre (specialmente in questo momento di conflitto in Ucraina), dove OTO Melara è indubbiamente meno competitiva e con tecnologie che sono di generazioni precedenti se paragonate alle grandi industrie europee, quali Krauss-Maffei Wegmann, Rheinmetall e NEXTER; industrie che rappresentano a loro volta un’eccellenza in campo terrestre, ancorché con lacune in campo navale.
Sulla base questa articolata trama di competenze differenziate, in un contesto in cui ricorre costantemente la volontà di stabilire una Difesa Comune Europa, corre l’obbligo di porre la domanda: perchè Leonardo e la Politica continuano a temporeggiare sulla possibilità di dar corso a delle joint venture win-win?
La richiesta di collaborazione avanzata da KNDS, che ha offerto per il 100% dell’azionariato di Oto Melara e WASS, porterebbe dei vantaggi di prodotto ma con l’inaccettabile perdita della sovranità tecnologica e della proprietà italiana. Aspetti irrinunciabili in tale contesto. A questo si aggiunge che l’Esercito Italiano è alla ricerca di una piattaforma Infrantry Fighting Vehicle, non presente nelle soluzioni KNDS e che quindi dovrebbe essere nuovamente sviluppata, con tempi e costi non compatibili con le esigenze del momento.

Nel contesto, rimane l’offerta di Rheinmetall Italia, che ha offerto un programma di sinergie tecnologiche con il mezzo Lynx; trasferendo la produzione in Italia, il 100% dei brevetti e proponendo un investimento sul 49% dell’azionariato per mantenere la sovranità e la proprietà italiana.

Parimenti, sul fronte subacqueo il futuro della Wass non può prescindere da forme di collaborazione che possano supportare Wass a mantenere e sviluppare ulteriormente il proprio know-how, nonché condurre alla costituzione del polo subacqueo che possa avere sia uno sviluppo nazionale che attraverso partership europee come con Atlas di TKMS.
In definitiva, dalle prossime (e speriamo imminenti) decisioni strategiche dipendono la salvaguardia delle qualità e delle competenze sviluppate nel corso di decenni in OTO Melara e in Wass. La coooperazione internazionale non potrà che mitigare se non addirittura annullare il rischio di ricadere in logiche protezionistiche nazionali, che conducono esclusivamente all’indebolimento dell’industria nazionale. E nel contempo, contribuire efficacemente alla costituzione di una industria europea quale spina dorsale della tanto ambita, ma ancor remota, difesa comune europea.
E allora, speriamo che dopo le nomine, la “nuova Leonardo” possa concretamente mettere mano al dossier e trovare insieme al Governo il partner giusto per le imprese nazionali.

Commenti

  1. Sassate stavolta mi sembri un po’ troppo filo-europeo. Gli accordi con lo “straniero” vanno fatti con molta attenzione e forse sono anche necessari ma potrebbero nascondere polpette avvelenate.

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