Difesa, la ministra Pinotti-Pinocchia sbugiardata anche da Confindustria e Uil

Le bugie, si sa, hanno le gambe corte. E difatti, nonostante la ministra della Difesa ultimamente si sia sperticata nell’annunciare a destra e a manca che «il piano Brin darà lavoro in Arsenale» e che «non appena sarà possibile […] procederemo con le assunzioni, a cominciare dai tecnici» il suo blablabla si è miseramente scontrato con la realtà delle cose.

Durante l’assemblea svoltasi lo scorso 7 marzo, infatti, la presidente di Confindustria La Spezia, Francesca Cozzani, ha platealmente smentito quanto affermato dalla ministra Pinocchia, pardon, Pinotti: «I ritardi dei finanziamenti promessi col Piano Brin – ha sottolineato la rappresentante degli industriali spezzini – stanno impattando negativamente su un sito produttivo, qual è l’Arsenale che ha gravissime mancanze da colmare per poter tornare ad essere un moderno cantiere di riparazioni navali, con nuovo personale, formato acquisendo anche le esperienze di chi è vicino alla pensione. Anche in questo caso la politica è in ritardo, a danno dell’indotto e dell’occupazione. Su questo fronte vedo ancora ampi spazi di progettualità da colmare, all’interno dell’Arsenale non ci pare razionale compiere operazioni di tipo esclusivamente immobiliare, occorre avere un progetto industriale ampio e organico, come potrebbe essere un Polo di refitting delle navi militari, in cui operino stabilmente Fincantieri, Leonardo, per le competenze relative al refitting, e PMI funzionali ad interventi di manutenzioni e ammodernamenti veloci ed efficienti».

Le fa eco Mario Ghini, segretario generale Uil Genova e Liguria che, in una nota, ricorda come il suo sindacato in passato abbia «sostenuto la necessità di creare un bacino di professionalità finalizzato alle esigenze della grande industria, che potesse essere uno strumento di supporto anche per l’indotto». In che modo? «Per cercare di dare risposte occupazionali, non solo all’Arsenale della Spezia, a dicembre 2014 – continua la nota –  il sindacato aveva accolto con soddisfazione il protocollo firmato tra Regione Liguria e Marina Militare sulla possibilità di utilizzare la Scuola Allievi Operai dell’Arsenale anche per il tessuto industriale ligure che ha bisogno di professionalità specifiche». 

Ma, sottolinea Ghini, «a più di due anni di distanza dalla firma di quel protocollo nulla si è fatto. Forse perché la Giunta Regionale ha cambiato colore? Forse sviluppare formazione e professionalità alla Marina Militare non serve più? O magari semplicemente perché, come spesso accade in questo paese, si fanno annunci e poi non si realizzano i progetti utilizzando il pretesto, sempre attuale e pronto all’uso, della mancanza di risorse?»

Sottolineando la mancanza di volontà di agire per il bene del territorio, il segretario generale commenta così: «Mi spiace, ma non riesco ad interpretare diversamente il tema Formazione, a maggior ragione dopo aver letto l’Ammiraglio Giorgio Lazio in cui vengono date rassicurazioni in merito alla realizzazione del piano Brin e si annunciano importanti investimenti per l’Arsenale, ma non si dice nulla sotto il profilo occupazionale – conclude Ghini – Per quanto mi riguarda, l’Ammiraglio ha voluto giustificare l’immobilismo della Marina Militare in Liguria che ha dato tanto al territorio, ma che, contestualmente, ha anche preso tantissimo».

Quindi non solo la Pinotti continua a parlare senza cognizione di causa, ma ha fatto fare pure una figuraccia all’ammiraglio Giorgio Lazio. Attendiamo fiduciosi da sapere cosa si inventerà la ministra Pinocchia per levarsi dall’impiccio…

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