DIFESA: quelle decine di militari che a Bruxelles rischiano di essere stritolati dal fisco italiano

DIFESA: quelle decine di militari che a Bruxelles rischiano di essere stritolati dal fisco italiano

05 aprile 2024

Ci sono decine e decine di militari italiani (non meno di 50)  in servizio presso i Comitati Militari della NATO e dell’U.E., a Bruxelles, che rischiano di essere tartassati dall’Agenzia delle Entrate nel disinteresse dello Stato Maggiore della Difesa.
Cerchiamo di spiegare il problema in termini semplici. Questi militari, di ogni grado, ricevono il normale stipendio italiano, ma anche delle indennità (giornaliere e mensili) pagate dalle istituzioni europee.
Bene, a partire dall’anno scorso, sono cominciate ad arrivare ai diretti interessati delle disposizioni confuse e contraddittorie su quanto doveva essere dichiarato sul modello 730. Inutili si sono rivelate tutte le richieste di chiarimenti chiesti sia al CUSI che all’Agenzia delle Entrate sui comportamenti da seguire per quanto riguarda le indennità aggiuntive.
Morale delle favola: i nostri militari rischiano di vedersi contestare quest’anno, a partire dalla denuncia degli introiti complessivamente percepiti nel 2023 ed anni precedenti, una sorta di evasione fiscale che potrebbe assumere dimensioni molto pesanti. E tutto questo, non per responsabilità o “furbizie” dei singoli, ma solo per il cambiamento delle carte (fiscali) in tavola senza neppure aver avuto la possibilità di essere informati correttamente dallo SMD e dai singoli sostituti d’imposta, cioè le forze armate di appartenenza.
D’altra parte, non più tardi di ieri, abbiamo pubblicato on line una Sassata in cui, nel dare notizia dell’ufficializzazione dei sindacati militari riconosciuti (la bellezza di 21), rivelavamo che non è stato ancora stilato il relativo “regolamento attuativo” sull’attività delle rappresentanze destinate a difendere gli interessi degli uomini con le stellette.
Insomma, allo Stato Maggiore della Difesa regna il caos. Con buona pace del CHOD, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che non ha neppure la giustificazione di essere già troppo impegnato nelle incombenze per il  futuro incarico al vertice militare della NATO.