Covid, la dittatura scolastico-sanitaria “fai-da-te”

Ormai siamo – scuola per scuola – all’applicazione di quella che molti cominciano a chiamare “dittatura pedagogico-sanitaria”. Ovviamente fai-da-te

In principio furono i pensosi (e penosi) DCPM del premier “Giuseppi” Conte comunicati a notte inoltrata per preparare gli italiani a tragicomiche chiusure in casa. Il metodo “alla cinese”, tanto caro ai grillini, è sempre lo stesso: si colpevolizza il cittadino per una pandemia che in realtà nessun governo mondiale ha sinora potuto fronteggiare in maniera convincente.

Non sono io governo che ti devo aiutare economicamente e fornirti un sistema sanitario all’altezza ma sei tu – suddito – che devi tenere “comportamenti responsabili”. Tra cui evitare di divertirsi il sabato sera, allo stadio, al cinema o al teatro: condannati a tempo indeterminato a una vita noiosa.

Con la presunta riapertura delle scuole però questo progetto di cosiddetta “ingegneria sociale – come volevasi dimostrare – ha raggiunto il next level. Come in ogni video gioco che si rispetti. E i vari consigli scolastici della penisola hanno superato il governo Conte nelle proprie pulsioni arbitrarie e autoritarie. Ogni scuola un regolamento, approvato masochisticamente anche dai rappresentanti di famiglie e alunni…

E vinca il migliore. Oppure si salvi chi può. Come commentano sarcasticamente nella “chat di istituto” gli sfortunati padri e  le sfortunate madri degli alunni dell’istituto Don Milani di Latina. Che si sono visti recapitare anche messaggi audio whatsapp, nella “chat di istituto”, con le istruzioni su come insegnare ai propri figli a consumare la merenda dopo la fine della seconda ora. Fermi, immobili al proprio monobanco masticando sotto la mascherina che si può alzare solo tra un boccone e l’altro. Roba che nemmeno Hitler o Mao Tse-tung avrebbero mai osato imporre alla Hitlerjugend o agli allievi delle guardie rosse.

Il tutto contenuto in “integrazioni al regolamento alunni e personale“ che contiene delle perle da delirio di onnipotenza da controllo sociale.

Ecco alcuni punti “qualificanti”:

Le famiglie effettuano il controllo della temperatura corporea degli alunni a casa ogni giorno prima di recarsi a scuola così come previsto dal Rapporto Covid 19 dell’ISS n.58/2020; I genitori non devono assolutamente mandare a scuola i figli che abbiano febbre oltre i 37.5° o altri sintomi (ad es. tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali, mal di gola, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, congestione nasale, brividi, perdita o diminuzione dell’olfatto o del gusto, diarrea), oppure che negli ultimi 14 giorni siano entrati in contatto con malati di Covid o con persone in isolamento precauzionale.

L’accesso alla segreteria sarà garantito, previo appuntamento; nel caso in cui l’accesso del genitore comporti ingresso nei locali di segreteria gli stessi avranno cura di registrarsi su apposito registro; non è ammesso l’ingresso a scuola dei genitori, a meno che non siano stati contattati dalla scuola o per gravi motivi. In caso di dimenticanza di materiale scolastico o altri effetti personali i genitori sono pregati di non recarsi a scuola: i bambini e i ragazzi possono farne a meno.

Nella scuola secondaria durante l’intervallo gli alunni rimarranno nelle proprie aule e potranno consumare la merenda, rigorosamente personale. Non è ammesso alcuno scambio di cibi o bevande; le bottigliette d’acqua e le borracce degli alunni devono essere identificabili con nome e cognome, e non scambiate tra alunni; durante gli intervalli, gli alunni potranno recarsi al bagno. Anche durante gli intervalli si provvederà al ricambio d’aria.

L’orario degli intervalli è scaglionato, in base alla disposizione delle classi primaria e secondaria; ad ogni ora sarà garantito il ricambio continuo d’aria; le bottigliette d’acqua e le borracce degli alunni devono essere identificabili con nome e cognome, e non scambiate tra alunni.

Non sfuggono a questa atmosfera da lager democratico e politically correct – roba da film di fantascienza di serie B – neanche i genitori: che “devono impegnarsi a rispettare rigorosamente gli orari indicati per l’entrata e l’uscita, che possono variare da classe a classe; dopo aver accompagnato o ripreso i figli, i genitori devono evitare di trattenersi nei pressi degli edifici scolastici (marciapiedi, parcheggi, piazzali, etc.).

Le singole scuole dispongono di termometri a infrarossi. In qualsiasi momento, il personale potrà farne uso per verificare situazioni dubbie. Potranno essere effettuate misurazioni a campione all’ingresso; qualora un alunno si senta male a scuola rivelando i sintomi sopraddetti, sarà immediatamente isolato, secondo le indicazioni del protocollo di sicurezza emanate dal Ministero e dal Comitato Tecnico Scientifico. La famiglia sarà immediatamente avvisata ed è tenuta al prelievo del minore nel più breve tempo possibile. A tale scopo, è indispensabile garantire la costante reperibilità di un familiare o di un delegato, durante
l’orario scolastico.”

“Sic stantibus rebus”, per usare una lingua ormai morta (come d’altronde rischia di esserlo presto anche l’istituzione scuola), il consiglio per coloro che se lo possono permettere è ingaggiare uno o più precettori, fare studiare il figlio o i figli come privatisti – lo facevano anche i genitori del grande poeta Giacomo Leopardi –  e poi affidarsi a Dio. Sempre che nel frattempo non sia “morto” anche lui.

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