Effetti collaterali del “salvinismo”: gli informatori islamici non informano più

Gli investigatori dell’antiterrorismo sono alle prese con un problema inedito: i loro informatori di fede islamica non spifferano più. O lo fanno a singhiozzo e in ritardo sugli eventi.

Non basta: anche i traduttori richiesti per i brogliacci delle intercettazioni, specie per i dialetti arabi e balcanici, spesso si rifiutano di portare a compimento l’incarico per il quale sono comunque pagati pochissimo, cioè meno di tre euro l’ora. “Sentono la parlata di gente della propria tribù o della propria città – dice una fonte altamente qualificata – e si levano le cuffie: nessuno vuole problemi con il proprio clan”.

E questa cosa in prospettiva può portare anche alla scarcerazione di gente sospettata di stare nel grande giro della jihad o del traffico di esseri umani, di droga e di armi. Alcuni alti ufficiali dei servizi e dell’Arma sono convinti che questo sia un effetto collaterale del “salvinismo”, cioè dell’atteggiamento propagandistico anti islam che promana al di là della sua stessa volontà dai continui comizi su Facebook del ministro dell’Interno. E soprattutto dai commenti beceri dei suoi follower.

Uno può anche andare in giro tutti i giorni con la divisa di questa o quella forza dell’ordine, però poi ci sono effetti pratici dei comportamenti e di come gli stessi vengano percepiti.

Finora lo stellone italiano, alimentato da una nutrita dose di informatori di fede islamica, ci aveva salvato dalla jihad globale che si è abbattuta anche in Europa specie dopo l’ondata fomentata dallo stato islamico.

Ma non è tutto scontato né per sempre. E anche episodi come quello di ieri a San Donato Milanese, in cui per poco non è avvenuta una vera e propria strage di bambini innocenti da fare invidia all’Erode biblico, valutati con il senno di poi fanno pensare. Un’autista di scuolabus già condannato per molestie sessuali su minori e guida in stato di ebbrezza si può vedere solo in Italia. Ma se non fosse un episodio isolato?

Le informazioni in questo settore valgono oro e non è il caso di rinunciarvi per eccessi di propaganda politica sia pure in un paese che vive in perenne campagna elettorale.

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