Enas, per il ministero del Lavoro i suoi dipendenti sono senza nome (e senza diritti?)

 

Siamo all’assurdo. Il ministero del Lavoro respinge la  richiesta di convocazione presentata dal “comitato per la legalità”, composto da dipendenti ed ex dipendenti dell’Enas che si sono “qualificati”, inviando allo stesso ministero l’atto costitutivo del comitato dove vi sono nome cognome e codice fiscale degli appartenenti al comitato, ritenendo i suoi componenti “soggetti non precisamente individuati e non chiaramente qualificati da un interesse spendibile sulla questione che intendono, eventualmente, sottoporre”.

La nota, a firma del direttore generale per la Previdenza, dottoressa Concetta Ferrari, è giunta pochi minuti fa anche alla nostra redazione che aveva inviato gli articoli che abbiamo pubblicato in merito alla vicenda ACAI-ENAS al capo di Gabinetto del ministro auspicando, per il buon fine della vertenza, che il ministero potesse ricevere i rappresentanti del comitato.

Da quello che risulta alla nostra redazione il comitato per la legittimità ha inviato contestualmente sia l’atto costitutivo che la richiesta di convocazione a vari indirizzi del ministero tramite mail in data 19 gennaio 2018 alle ore 15,20.

Il ministero rispondeva in data 22 gennaio alle ore 10,44 affermando che gli allegati (atto costitutivo e richiesta di incontro) non risultavano presenti in calce alla mail inviata al ministero dal comitato. Immediatamente e precisamente alle ore 15,20 sempre del 22 gennaio scorso il comitato inoltrava di nuovo la documentazione richiesta.

Ora ci sembra strano che il ministero continui a dire che non può fornire informazioni a coloro che non hanno “interesse spendibile sulla questione” mentre i componenti il “comitato per la legittimità” sono i diretti interessati di una situazione che vede dei lavoratori che debbono ricevere molti mesi di stipendi arretrati, che si sono visti togliere dalle buste paga le quote del TFR che non sono state versate presso il fondo previsto, lavoratori dimessisi che non ricevono le competenze di fine rapporto, lavoratori, che a fronte di uno stipendio di 600/700 euro, vengono trasferiti dalla Sicilia alle regioni del nord e sono costretti a licenziarsi, lavoratori a cui vengono sottoposte “conciliazioni” umilianti da firmare davanti agli organi periferici del ministero.

Chiediamo cortesemente ai dirigenti del ministero, al capo di Gabinetto del ministro e, ce lo consenta, allo stesso ministro Poletti se ritiene questa nota inviata, a chi si è regolarmente qualificato con nome e cognome, la giusta risposta a dei lavoratori che chiedono di spiegare al ministero del Lavoro, quale organo vigilante su come vengono elargiti i soldi pubblici ai patronati, come stanno effettivamente le cose e soprattutto se la risposta del Ministero sia conseguente alle promesse fatte dal ministro Poletti davanti le telecamere delle Iene?

Vogliamo augurarci che si tratti ancora di una “svista” o di un “disguido” e che chi di dovere “ritrovi” l’atto costitutivo del Comitato per la Legittimità dove potranno soddisfare la loro, giusta, curiosità di “qualificare” i richiedenti e capire che hanno tutto “l’interesse spendibile” per chiedere al Ministero di farsi garante delle somme che sono di loro spettanza e che potrebbero essere coperte dalle somme che il Ministero deve al patronato operando la giusta “vigilanza” promessa dal Ministro Poletti al microfono di Nadia Toffa.

Intanto il ministero prenda anche atto dei decreti ingiuntivi che stanno arrivando da parte degli ex dipendenti che sono stufi di promesse non mantenute da chi dovrebbe essere il loro difensore naturale… ma questo è un altro discorso.

Commenti

  1. Come volevasi dimostrare e anche ben oltre.
    I dipendenti mazzolati e privati del loro più elementare diritto alla tutela retributiva e sociale sono etichettati dall’ottusa burocrazia ministeriale, che dovrebbe essere preposta alla difesa del lavoro, come soggetti che non hanno “interesse spendibile sulla questione” . Incredibile e vergognoso!!!!
    Dall’altra parte della barricata, invece, i responsabili del dumping sociale e del fallimento dell’Enas restano impuniti e se la ridono alla grande. E pensare che i pagliacci pseudo sindacali hanno ripetuto le loro vuote pantomime sul primo maggio dedicandole alla “sicurezza sul lavoro”. L’unica cosa appropriata erano le sagome di cartone esposte in piazza. Sono i manichini, infatti, i “soggetti” che stanno soppiantando i lavoratori sempre più in fuga dall’universo affaristico e bottegaio pseudo sindacale italiota. E il sindacaticchio delle botteghe oscure fa da apripista.
    C’è da sperare che i lavoratori non mollino la presa, nonostante l’insipida e vergognosissima risposta avuta dalle teste d’uovo ministeriali.

  2. Io non mi meraviglio dell’atteggiamento del classico pesce in barile del ministero. Basti pensare che sono venuti a conoscenza che i dipendenti Enas non prendevano lo stipendio da mesi e di tutte le irregolarità amministrative perpetrate da anni alle loro spalle dai propri datori di lavoro solo a seguito della trasmissione delle iene.. È veramente scandaloso per un Ministero del Lavoro che ha il compito di vigilare e verificare come i patronati spendono i soldi pubblici, nonché di tutelare i lavoratori soprattutto quando questi hanno alle spalle un sindacato che se ne frega. Vergognoso!!

  3. Non ci sono parole per commentare l’atteggiamento della dottoressa Concetta Ferrari che probabilmente è caduta dal pero e non ha visto i documenti….oppure al Ministero stanno ciurlando nel manico per guadagnare tempo…volendo essere cattiva per approvare la fusione.
    E’ la prima volta in assoluto che mi ritrovo ad essere una persona che non ha ” interesse spendibile nella vicenda “,
    specialmente dopo 40 ( dico quaranta ) anni di servizio prestati all’ENAS… mi piacerebbe sapere chi sono quelli che hanno interessi spendibili nella vicenda…forse i signori che hanno sempre preso lo stipendio tutti i mesi mentre io aspetto ancora quelli arretrati con tutti gli annessi e connessi.
    Forse la dottoressa Ferrari come il Ministro Poletti e il Ministero del Lavoro nonché l’UGL non hanno a cuore il destino dei dipendenti ENAS occupati in altre faccende…ma vorrei ricordare a Loro che sono un organo pubblico preposto alla vigilanza e magari sono anche pagati per quello.
    Nonostante le chiacchiere da un palco circondato da sagome bianche ( forse per sopperire alla mancanza di gente ) sarebbe meglio rispettare i propri lavoratori ancora in vita.
    Io mi sono dovuta dimettere perché questa continua situazione di stress rischiava di compromettere ulteriormente la mia salute già compromessa e comunque i diritti sono diritti alla faccia di chi lo vuole negare.
    Il perdurare di questa situazione nella quale non siamo riconosciuti
    né come carne né come pesce alla fine ci nega anche la nostra dignità personale.
    Ringraziamo sempre il sig. Visconti che tiene ancora la luce accesa.

  4. Non capisco come mai nessuno fino adesso non abbia ancora fatto un esposto o una informativa alla Procura della Repubblica. Se la politica non risponde si dovrebbe pensarci la Giustizia. La divisione dei poteri per il controllo reciproco serve proprio a questo. L’art. 314 c.p. cioè il peculato (in questo caso incaricato di pubblico servizio), prevede due fattispecie, l’appropriazione e la distrazione della cosa pubblica, per cui non capisco perché nessuno dei dipendenti non abbia agito tramite tale mezzo, poi sarà un p.m. di turno in base all’art. 50 del c.p.p. a vedere se sussistono i presupposti di archiviazione o di indagine. Mistero.

  5. Volevo solo far notare che si parla solo di dipendenti ENAS in Italia, mai accennando quelli all’estero che sono anche loro in una situazione più che infelice.
    Io vivo in Germania, i problemi ci sono anche per i patronati all’estero.
    Io sono una dei tanti Italiani all’estero, che usufruisce dei servizi del patronato Enas. Ne sono venuta a conoscenza leggendo il Vostro giornale e appunto frequentando il patronato.
    Hanno creato e tutt’ora stanno creando un enorme danno sia materiale che psicologico non ricevono paghe, spese d’ufficio e i contributi (su quest’argomento in Germania si rischia il penale).
    La legge Europea prevede che si deve rispettare la legge del paese ospitante, per non far cadere nella illegalità le persone.
    Per evitare tutta una serie di problemi che va dal pignoramento a situazioni più gravi, che potete immaginare, (i tempi della burocrazia tedesca sono molto veloci, si contano in settimane), hanno pagato tutto i dipendenti di tasca propria e tutto ciò da Maggio/Giugno del 2017.
    Ora, questi dipendenti vivono solo di aiuti, prestiti degli amici e conoscenti in quanto sono stai messi sul lastrico. Sono persone come noi che lavorano, ma si indebitano per il proprio lavoro. Dipendenti che corro rischio d’impresa. S’ammalano. Il tutto per le promesse e le bugie di Roma.
    Certo li hanno anche ringraziati per l’opera prestata e per la diligenza che questi hanno dimostrato inviando gli auguri di Natale e di buone feste. Anche loro devono fare la spesa, in cassa, cosa danno quando devono pagare…gli auguri di Natale?
    Volevo ringraziare il Sig. Visconti per il lavoro che ha fatto e che fa parlando di quest’argomento.

  6. Buongiorno,

    vorrei soltanto esprimere il mio stupore e totale sgomento per quanto si
    legge e si sente su questa storia dei Patronati e del sindacato, sembra
    una favola, a voi la libera scelta.
    Io trovo una vergogna senza paragoni, questi Signori dell’UGL o
    dell’ENAS o quelli dell’ACAI che mi fa rammentare la storia di
    Schettino, ma lì perlomeno la Corte Suprema ha agito in giudizio davvero
    in nome del popolo. Mi chiedo da cittadina italiana, “ancora fiduciosa
    nella ns. Giustizia” tutti questi stratagemmi, tutte queste frottole,
    questo gioco di “nascondino” a tempo, di tutti questi illustri signori
    (con tanto di stipendi profumati e rendita sicura), davanti gli
    incontestabili diritti dei lavoratori, (grottescamente tutelati da costoro);
    lavoratori che non vogliono, a quanto sembra anche verificabile, niente
    di regalato ma richiedono solo ciò che innegabilmente gli spetta, non
    solo per poter mantenere la famiglia ma soprattutto per poter concedersi
    i bisogni primari, e come principio fondamentale il rispetto della
    dignità della loro persona.
    Alla luce di tutti questi fatti, pensavo che le regole e le leggi
    andavano rispettate e fatte rispettare da tutti, pertanto IDENTIFICANDO
    CHIARAMENTE chi deve farsi carico delle responsabilità traendone le
    conseguenze.
    Mi chiedo, tutto ciò come può passare inosservato davanti agli occhi
    della legge, senza alcuna chiarificazione, penalizzazione e una
    regolarizzazione dei fatti. Incredibile, chi ha interesse di non chiarire?
    Poi oggi si parla dappertutto di trasparenza, ma quale e di chi?
    Nonostante ci venga insegnato fin da bambini che bisogna sempre dire la
    verità ed essere onesti e leali, …mh! Ora come devo educare i miei
    figli, cosa racconto? Pensandoci sopra, forse forse cambio mestiere,…
    No proprio no! La mattina voglio ancora potermi specchiare dignitosamente.

    Chissà se un normale cittadino avesse mai fatto cose simili, passava
    altresì inosservato dalla legge o addirittura avrebbe ricevuto una
    migliore qualifica, chissà forse si, se possiede le migliori “vitamine”,
    quelle delle relazioni adeguate.
    Forse i dipendenti “un pò troppo fiduciosi” ci hanno dormito sopra,
    avrebbero dovuto denunciare subito il fatto. Non fa nulla, coraggio, non
    mollate, datevi da fare per i vostri diritti, perchè anche chi non è
    involto da questa storia oramai vi segue e vi ammira.
    La speranza: tutte le fiabe hanno un liete fine.

  7. È vero che a questa storia ci si possa appassionare sembra veramente uno sceneggiato dei più noir, surrealistico perché non si può sentire che un lavoratore non sappia chi sia il suo datore di lavoro. Vediamo come va la prossima puntata visto che siamo al 5 maggio ed è tempo di ricevere lo stipendio di aprile oltre ovviamente a TUTTO IL RESTO

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

1,253FansLike
1,323FollowersFollow
2,571SubscribersSubscribe

Ultimi Articoli