È proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio e in questo caso il lupo è l’Ugl e il vizio è quello di addossare le (proprie) colpe ad altri. In questa triste vicenda, in cui il Ministero ha fatto rilievi scritti di non poco conto rispetto agli “obblighi datoriali” da rispettare nei confronti dei dipendenti dell’ENAS e che lo stesso Ministero bolla come “gravi inottemperanze”, arriva, a tutte le strutture confederali, una nota con delle “precisazioni” della confederazione di Via delle Botteghe Oscure a firma del Vice Segretario Generale Luca Malcotti.
Personalmente conosco e stimo Luca Malcotti e, pur avendo avuto con lui momenti di dialogo acceso in relazione a quanto vado scrivendo dal 2104, abbiamo sempre mantenuto un comportamento civile anche nelle diverse posizioni in ordine alle vicende che hanno interessato il sindacato e il patronato in questi ultimi anni.
Premesso ciò, rilevo la nota datata 19 aprile protocollo 234/C/18° del vicesegretario generale dell’Ugl che si premura di fare delle precisazioni in merito “alle notizie circolate ed amplificate da un foglio online” puntualizzando che:
1. “Il processo di fusione Enas -Acai è perfettamente legittimo ed ha seguito I’iter previsto dalla legge e dalle prassi in essere” e che, grazie ad un “proficuo incontro” che si è svolto al Ministero “il processo di fusione sarà a breve validato dal Ministero competente”.
2. Che “la mancata erogazione dell’ultimo stipendio, è imputabile ad un disguido tecnico” e che “nelle prossime ore le competenze saranno quindi erogate”
Malcotti poi afferma che “l’unica cosa vera è che alcuni – in verità pochissimi – lavoratori ex Enas hanno inviato al Ministero una serie di informazioni in gran parte destituite di fondamento” e conclude dicendo “Nei prossimi giorni definiremo anche come sanare la questione delle mensilità ancora sospese. Certi di avere contribuito a fare chiarezza. vi saluto cordialmente”.
Ora prima di analizzare alcune affermazioni di Malcotti non possiamo che essere lieti del fatto che “nelle prossime ore” verrà pagato lo stipendio che non è stato pagato da ACAI ENAS ai dipendenti ex ENAS ma soprattutto siamo lieti di sentire, ancora una volta, che, sempre “nei prossimi giorni” in Ugl di definirà “come sanare la questione delle mensilità ancora sospese”. Chiarito questo vorremmo sapere da Luca Malcotti che intende dire quando afferma che “un foglio online” ha “amplificato” delle voci.
Se, come pensiamo visto che siamo l’unico foglio online che si occupa di questa storia, il Dottor Malcotti si riferisce a “Sassate.it” gli chiariamo che noi non amplifichiamo “voci” ma raccontiamo i fatti e nella fattispecie quelle che lui chiama “voci” non sono altro che parole usate dal Ministero del Lavoro che, a firma di un direttore generale, ha sollevato questioni delicate come il mancato pagamento di stipendi arretrati, TFR non percepiti dai lavoratori, definendole “inottemperanze” e richiamando ACAI ENAS, a norma dell’articolo 2 dell’atto di fusione, ad assolvere agli “obblighi datoriali” e, riferendosi all’atto di fusione ACAI-ENAS afferma che il “procedimento presenta non trascurabili profili di opacità”.
E’ lo stesso Ministero, non certo “Sassate.it”, a paventare l’applicazione dell’articolo 16 della legge 152/01 che prevede il commissariamento dell’ente di Patronato. Chiarito ciò non ci sembra che quelle che sono “circolate” erano solo “voci” e forse l’unica cosa vera che dice Malcotti è che, i fatti che lui chiama voci, noi di “Sassate” le abbiamo amplificate per farle conoscere a tutti quei lavoratori dell’ENAS che ci scrivono lamentando la latitanza dei dirigenti Ugl nel fornire notizie circa lo stato della fusione e soprattutto nel dare tempi certi per ottenere le spettanze arretrate.
Ebbene, caro Luca Malcotti, siamo orgogliosi di essere stati l’amplificatore di notizie e non di voci, che peraltro ci sono arrivate ma, non essendo documentate, abbiamo ignorato e archiviato. Rispetto poi alle ultime ore, il tono le lettere del Ministero, le improvvise dimissioni del presidente Scafuro e il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti ex ENAS basta per fare due più due e si può capire che prima di avallare una fusione anzi lo scioglimento dell’ENAS il Ministero voglia vederci chiaro sui motivi che hanno portato l’ENAS, che percepiva denaro pubblico, ad una situazione economica così disastrosa specialmente negli ultimi anni.
Rispetto ai “pochi” ex dipendenti ENAS che avrebbero inviato al Ministero “una serie di informazioni in gran parte destituite di fondamento”, Malcotti può smentire che questi “pochi” ex dipendenti non percepiscono lo stipendio da svariati mesi e/o non hanno ricevuto il TFR?
Può smentire che moltissimi dipendenti in tutta Italia sono stati trasferiti dal sud al nord e dal nord al sud per obbligarli a licenziarsi e può altresì smentire che agli stessi dipendenti veniva proposto un accordo con tanto di verbale di conciliazione dove si proponevano dimissioni volontarie con la “mancetta” di 400 euro e una lunga rateizzazione di quanto maturato dai lavoratori sia come stipendi arretrati sia come TFR?
Queste non sono “voci” sono “fatti”. Quindi noi di “Sassate.it” abbiamo “amplificato” solo dei fatti e narrato la storia di ciò che stava succedendo visto che nessuno si è degnato di dire ai dipendenti ENAS la verità su ciò che riguardava il loro futuro.
Rassicuriamo sia i lavoratori ENAS (ex o non), sia l’Ugl che continueremo ad essere l’amplificatore di questa storia nella speranza, che non muore mai, che vengano ripristinate le condizioni di rispetto della dignità di lavoratori che hanno prestato la loro opera non solo per un semplice datore di lavoro ma per un’Idea e un progetto sindacale che viene da lontano e rischia di scomparire dalla scena sociale.
Caro Visconti, non solo posso smentire molte delle cose che sono affermate nell’articolo ma l’ho già fatto, documenti alla mano, al ministero. Permettimi di ritenere di dovere delle spiegazioni al ministero ed al personale e non obbligatoriamente al tuo giornale. Intanto il fatto è che questa mattina verrà pagato lo stipendio di marzo per un disguido non imputabile al patronato: il
ministero ha inviato le rimesse ad un conto diverso da quello indicato. I lavoratori in forza hanno ricevuto con regolarità gli stipendi negli ultimi mesi. Stiamo uscendo da una fase difficile con fatica e ci riusciremo.
Luca Malcotti
Caro dr.Malcotti ben venga la notizia del pagamento del mese di marzo tuttavia ci sono ancora alcuni punti oscuri che andrebbero approfonditi: perché le dimissioni del presidente Acai/Enas? cosa sta succedendo davvero al Ministero? perché per mesi dipendenti Enas sono stati costretti a firmare accordi farsa ( 400 euro di mancetta ) per costringerli ad andarsene con la minaccia di trasferirli presso altre sedi? Accordi fatti con conciliatore UGL nella persona di un certo De Mitri? vi pare un comportamento consono ad una O.S.? Le riconosco il merito di averci messo la faccia ( a differenza di tanti suoi colleghi, Segretario Generale in primis) e quindi attendiamo fiduciosi che possa fugarci anche i dubbi sopra espressi.
Caro Luca Malcotti, leggi bene l’articolo: io ho scritto che siamo felici del fatto che lo stipendio di marzo venga pagato. Rispetto alle “smentite” ben vengano ma quelle del ministero rispetto alle parole messe nero su bianco. Le “smentite” valide che voi potete offrire sono solo quelle rappresentate dal pagamento di ciò che spetta ai dipendenti il resto è fuffa. Noi del giornale saremo felici di “amplificare” la notizia che tutto è sistemato e stai certo che se questo avverrà nel rispetto dei lavoratori saremo i primi a riconoscerlo anche se insistiamo a chiedere cortesemente se qualcuno è in grado di spiegare, non a noi ma ai dipendenti Enas, i motivi di questo disastro economico del patronato. Comunque ti riconosco il merito di essere il primo e unico fino ad ora a metterci la faccia contrariamente ad altri tuoi colleghi.
Sig. Malcotti cosa intende per dipendenti in forza? Per caso si riferisce a tutti i dipendenti non ancora licenziati? Se così fosse … è sicuro che lo stipendio, negli ultimi mesi, sia stato regolarmente accreditato a tutti ???
La informo che una parte dei dipendenti non ha ricevuto la mensilità ( cedolino compreso) di febbraio…
Prima di ogni cosa mi preme ringraziare il Signor Massimo Visconti per aver sempre tenuto acceso il riflettore sull’Enas e sui suoi lati “nebbiosi “ e per aver sempre raccolto gli sfoghi (ovviamente documentati) di noi dipendenti Enas già da tempo in serie difficoltà economiche.
Infatti, dopo 5 anni di “CATTIVA GESTIONE”, nel 2013 l’Ente si trovava indebitato con le Banche, con fitti e utenze degli Uffici non pagate da mesi e con il personale senza stipendio da 6 mesi. Successivamente tutto fu rateizzato: gli stipendi arretrati in 12 rate, i contributi Inps non versati per mesi furono rateizzati per poter avere nuovamente lo stanziamento del Ministero che già nel 2015 fermò l’accredito fino a regolarizzazione del DURC.
Dopo un anno e mezzo, e un turnover di Presidenti, l’Enas si è ritrovata nelle stesse condizioni, e alcuni di noi, dopo altri 7 mesi di stipendio non pagato, 730 non rimborsato e dopo essersi accorti che la quota annua del TFR non veniva versata dal 2013 (di tutto ciò possiamo fornire documentazione), hanno preso l’amara decisione di dimettersi, decisione non facile dopo tanti anni passati all’Enas con famiglie a carico e con un’età che ti esclude dalla possibilità di essere reinserito nel mondo del lavoro, questo nella speranza di avere almeno ciò che ci spettava: retribuzioni arretrate, liquidazione, rimborso 730 e quote TFR non versate (anche se trattenute mensilmente dallo stipendio), ma è stata una speranza vana e abbiamo dovuto incaricare dei legali in nostra rappresentanza per poter avere ciò che ci sarebbe spettato di diritto: I NOSTRI SOLDI!
Ci ha ferito e indignato leggere le dichiarazioni del Signor Malcotti che dice di avere delle “carte” che dimostrano che le cose non stanno come dicono e che non deve rendere conto a Sassate della situazione, beh, forse dovrebbe rendere conto ai dipendenti, e non sono pochissimi, che hanno scritto verità comprovate da documentazione e fatti reali che non possono essere messe in dubbio.
Non accettiamo queste calunnie! Noi sappiamo e possiamo provare di essere nella verità di ciò che affermiamo. La rabbia sale ancora più forte quando arrivano le bollette a casa e non si riescono a pagare, quando si è costretti a fare economia su TUTTO anche sui generi alimentari e ancor di più sapere che per questo ci sono dei colpevoli che forse non pagheranno mai.
Infine chiedo al Signor Malcotti e al Signor Capone di avere rispetto per chi come me si trova in serie difficoltà economiche a causa di un datore di lavoro che non l’ha tutelato e paradossalmente quel datore di lavoro è direttamente legato a un Sindacato.
A volte è meglio il silenzio…
Dipendente ex ENAS INCAZZATA
In risposta alla lettera del Vice Segretario Generale Luca Malcotti vorrei specificare che, come da sua stessa ammissione, la fusione è stata fatta sulla carta ma non ancora approvata dal Ministero del Lavoro… pertanto mi chiedo e chiedo a Voi , che validità hanno i traferimenti effettuati e la richiesta di dimissioni volontarie forzate dalla minaccia di trasferimento, effettuati fino ad ora dal Patronato Acai-Enas ?
Vorrei sapere inoltre, anche se il Ministero ha mandato i fondi su un altro conto ,quanto è difficile fare un trasferimento in modo da pagare gli stipendi , dato che i dipendenti EX Enas hanno il vizio di mangiare tutti i giorni come quelli dell’ACAI.
La mancanza di attenzione verso i propri dipendenti sarebbe plausibile da un qualsiasi soggetto ma non da un sindacato.
Sono in attesa di ricevere, come ventilato dalla lettera in oggetto, lo stipendio e il relativo statino come legge recita…..fermo restando che devo avere ancora svariati mesi di stipendi arretrati con tutti gli annessi e connessi.
Sono queste richieste destituite di fondamento che fanno circolare voci false ?
Caro vice segretario io sono stata trasferita a Pavia con 500,00€ di stipendio con Vl livello in un ufficio provinciale da mesi chiuso per dimissioni del responsabile io secondo il regolamento Enas per essere responsbile zonale si deve avere il IV e per responsabile provinciale il V poi la decisione di licenziare una dipendente da 15 anni che lavora all enas con una persona che lavora da 8 anni ed era presa solo per aprire un ufficio zonale che non è riuscito e ci sono andata di mezzo io ma spero che muoia sansone con tutti i filistei me lo auguro Ex dipendente Enas incazzata
Ma non dovevamo avere l’accredito dello stipendio stamattina come ha chiarito il sig.Malcotti.? Non so voi ma io non ho avuto nulla… Questo vizio di parlare senza sapere le cose poteva funzionare con i dipendenti Enas qualche anno fa perché “quelli dell’Enas” erano i pecoroni e stavano sempre zitti. È andata bene fino a quando con questa speculazione mascherata da fusione non ha coinvolto l’80%del personale Enas nei provvedimenti che ormai tutti conoscono ma qualcuno fa ancora finta di niente o a scarica barile. Un classico. Quei “pochi” dipendenti hanno denunciato la situazione nelle sedi competenti con carte alla mano e continueranno a difendersi. Sono stati troppo tempo burattini nelle mani di chi si è “servito” dell’Enas per anni e poi… questo è il risultato.
Le nostre famiglie ringraziano di cuore il Sindacato Ugl.
Caro Visconti, con gli arrampicatori sugli specchi non valgono purtroppo nemmeno i fatti documentati, talmente spessa è la cortina di bronzo che ricopre la loro faccia. E ciò che denunciano qui i dipendenti ed ex dipendenti, le vere e uniche vittime di questa vergognosa situazione, sono fatti reali e incontrovertibili che smentiscono i parolai della banda ugiellina responsabile del dissesto dell’Enas e della precarietà che ha elargito a piene mani ai suoi dipendenti. Nonostante ciò e a dispetto di quanto ampiamente emerso dalle cronache giudiziarie che hanno documentato le gesta dei vari personaggi che fino ad oggi hanno retto le sorti dell’Ugl e del Patronato, c’è chi ha ancora l’ardire di atteggiarsi a moralizzatore, affermando perdipiù che tutto va bene madama la marchesa. Oltre al danno subito dai lavoratori e dalle loro famiglie pure la beffa. Alla faccia della difesa dei diritti dei lavoratori tanto sbandierata da questi piazzisti della fuffa.
Se è vero che la speranza è l’ultima a morire, allora auspichiamo che prima o poi quel famoso giudice a Berlino faccia sentire la sua voce. Forte e chiara.
È vergognoso e sconvolgente che dopo un fantomatico atto di fusione ci siano due anzi tre categorie di dipendenti. Una Acai a cui sono state pagate le retribuzioni una enas ed un’altra enas indesiderati. Se un’ azienda o qualsiasi cosa anche l’oro lo fondi diventa una cosa sola. È inconcepibile una cosa del genere e diffido a credere che sia possibile fare una discriminazione del genere trall’altro ammessa pubblicamente e tamponata con scuse banali. Se il patronato è uno una è la schiera dei dipendenti e tutti uguali. La lettera, a firma di un Vice segretario indirizzata alla ugl ed in calce all’ultimo alle ex strutture enas. RIDICOLI e incompetenti in tutto.
Criticare l’operato del Sindacato Ugl non è mai stato lo sport preferito dei lavoratori dell’Enas impegnati in ben altro in questi anni ed a volte, come ora, loro malgrado, a mettere insieme il pranzo con la cena oppure a mentire ai genitori anziani che al lavoro “va tutto bene” mentre si è stati trasferiti a 600 km.. Alla luce delle ennesime prese in giro come si può rimanere indifferenti. I fautori di questa “fusione-non fusione” fatta in casa abbiano il coraggio di dare delle risposte. Se il Malcotti afferma che le procedure di fusione sono regolari e secondo la legge(?) perché il ministero si sarebbe scomodato a scrivere. Altri patronati in questi ultimi anni si sono fusi insieme ma non si è mai sentito nulla in merito ad irregolarità o a trasferimenti dei loro dipendenti. Forse i “nostri” hanno male interpretato gli scopi a cui una fusione deve portare e certamente non sono questi. È opportuno che anche la dirigenza ex Enas esca allo scoperto e ammetta le proprie responsabilità davanti ai propri dipendenti. Attendiamo fiduciosi.
Caro (mi conceda l’appellativo!) Dottor Visconti,
Anch’io sono una ex dipendente Enas e la seguo da sempre. Per sfinimento, fino ad ora, non ho partecipato ai commenti e, mi creda, anche ora faccio una gran fatica. Consideri che, oltre ad essere un ex Enas, essendomi dimessa a novembre 2017 per accedere almeno alla naspi, ho un periodo di attività come comandata ugl roma e provincia da settembre2003 a febbraio 2010 presso l ufficio zonale Enas di Tivoli, dove ho veramente dato l anima e i risultati di quegli anni lo attestano.Ebbene, di quel periodo devo ancora percepire il TFR maturato, nonostante tutti i solleciti fatti in un periodo in cui ne avevo grandissima necessità, essendo mio marito malato di cancro, e di cui è morto. Dopo varie prese in giro, ho fatto ricorso, ma non so che effetto avrà il decreto ingiuntivo di un mese fa. Dunque consideri il mio stato d’animo!
Per questo le chiedo di continuare ad essere il paladino di tutti noi! La ringrazio immensamente, con grandissima stima
Caro Visconti, ad integrazione della mia precedente comunicazione formulo gli ulteriori chiarimenti:
1) la UGL (se volete “finalmente”) ha istituito un Ufficio che si occupa anche delle problematiche del personale del patronato ed ha comunicato con circolare del Segretario Generale che quello è il soggetto cui rivolgersi per avere tutte i chiarimenti e le informazioni.
2) Non rispondo per principio a commenti anonimi.
3) Ho scritto che non replico su Sassate perché tratto dati sensibili e mentre il diretto interessato può decidere di pubblicare quel che vuole su se stesso, noi abbiamo un obbligo di riservatezza cui non possiamo derogare.
4) Per quanto riguarda la fusione la lettera del Ministero non contraddice quello che ho scritto nella mia comunicazione ma è anzi perfettamente coerente: la fusione è un atto civilistico tra privati che il ministero valida dopo aver fatto tutte le verifiche del caso. Siamo in questa fase e l’incontro dei giorni scorsi è stato molto proficuo. Dunque non c’è nessuna smentita da fare.
5) Il personale in forza sta ricevendo con regolarità gli stipendi ed il ritardo nel pagamento di marzo è dovuto al fatto che il ministero ha inviato le rimesse su un conto diverso da quello atteso. Il mancato pagamento non è dunque legato a perplessità del ministero sul processo di fusione come paventato (e questa è una buona notizia!). Segnalo peraltro che la divisione tra flussi per il personale ex ACAI ed ex Enas non è una nostra scelta ma una prescrizione del ministero vigilante.
6) Esiste un contenzioso con personale ex Enas che in gran parte si è già risolto e che ci auguriamo di poter risolvere a breve anche per le posizioni in sospeso. Proprio perché si tratta di questioni personali non posso trattarne in questa sede se non per ricordare che l’attuale gestione di UGL ha versato negli ultimi due anni milioni di euro per coprire le perdite di Enas e garantire le retribuzioni.
7) Come avevamo annunciato mesi fa è stato necessario procedere ad una riorganizzazione delle sedi perché non è più possibile mantenere sedi che costano più di quello che rendono. I trasferimenti sono uno strumento per evitare che la chiusura di una sede si trasformi obbligatoriamente in un licenziamento. So perfettamente che non è una situazione gradevole ma, da sindacalista che ha trattato centinaia di crisi aziendali, è una soluzione migliore del licenziamento.
Approfitto del suo giornale per dire che non risponderò oltre su queste pagine poiché tutti i diretti interessati, purchè si firmino, possono avere ulteriori chiarimenti in maniera diretta.
Saluti
Perché come dipendente devo venire a sapere che è stato creato questo ufficio che risolve le problematiche da un commento su questo articolo? Perché a me non è arrivato nulla? E chi è il responsabile di questo ufficio? E perché non è stato comunicato per tempo questo ritardo nel pagamento della retribuzione di marzo e si è venuto a sapere solo da questa fonte?
Rispondo al sig. MALCOTTI facendo presente che nell’atto costitutivo del COMITATO PER LA LEGITTIMITÀ ci sono nomi cognomi indirizzi e codici fiscali, non c’è bisogno di firmare i commenti su questo giornale online…Soprattutto perché se voi conosceste le sorti dei dipendenti Enas sapreste riconoscere anche chi è che parla…se dico che una dipendente dopo trent’anni di servizio all’enas con un’invalidità, un accompagno e ipovedente è stata trasferita da Roma prima a Napoli e in seconda battuta a Latina…dovreste sapere di chi si parla tanto più che si sono commesse diverse azioni antisindacali in una mossa del genere…se dico che un’altra dipendente malata di sclerosi multipla è stata trasferita da Firenze a Pisa e poi costretta a firmare quegli accordi fantastici con ben 400 euro di incentivo dovreste sapere chi è…come biasimare chi non ha il coraggio di firmare sapendo che è vostro uso vendicarsi se qualcuno osa alzare la testa… chiunque conosce le personalità presenti all’enas e all’ugl sa che non può permettersi di esprimere un opinione. E lei sig Malcotti questo lo sa bene e gioca ancora con le parole per evitare di rispondere a chi, se pur non ha il coraggio di firmare in questa sede, ha il coraggio di dire come stanno le cose…
Signor Malcotti ancora una volta ha trovato l’escamotage per non rispondere…complimenti alla Ugl siete bravissimi nello slalom…
Caro Massimo,
sono davvero sconcertato dalla lettura di questi commenti.
Potrei anch’io, da ex Dirigente UGL, portare la mia testimonianza per episodi ai quali ho assistito e per i quali, nonostante gli sforzi fatti, nulla ho potuto fare per risolverli…
Tu sai a quali mi riferisco e, credimi, l’amarezza che ho provato allora e che continuo a provare oggi, mi rende difficile parlarne.
A causa di quegli episodi, lasciai, dopo vari decenni, il sindacato (la mia iscrizione risaliva al lontano 1971 quando ci chiamavamo CISNAL) e tu sai con quale fatica presi quella decisione.
Se lo ritieni opportuno, ti autorizzo a pubblicare il mio amaro sfogo che racchiude in quelle poche parole, la situazione drammatica che ha investito il sindacato negli ultimi 10 anni…