Emergenza freddo a Roma? Niente paura, la Raggi ha un “piano”

Emergenza freddo a Roma? Niente paura, la Raggi ha un “piano”

12 dicembre 2017

Segnatevi bene questo giorno cioè il 12 dicembre 2017. Perché è quello in cui il sindaco grillino ha annunciato urbi et orbi (con un raro sprezzo del ridicolo), di avere predisposto un sistema di pronto intervento in caso di intemperie estreme. Che per la capitale si chiama appunto “emergenza neve”.

Il punto cardine del “piano” della Raggi consiste nell’obbligo di spazzare il marciapiede davanti a casa. Segue il tenere aperti i rubinetti dell’acqua calda e i termosifoni. Roba da geni della scienza e della comunicazione integrata.

La Raggi, d’altronde era quella che rideva in tv, con il sorrisetto un po’ ebete che da allora non l’ha più abbandonata, quando gli ex sindaci Gianni Alemanno o Ignazio Marino finivano nelle peste regolarmente, in analoghi periodi dell’anno, da Natale a fine gennaio, causa minime nevicate in città. Sempre nell’unico mese in cui anche a Roma fa veramente freddo.

Solo che Marino, Alemanno (e prima di loro anche Rutelli e Veltroni) cadevano, nel caos, nel ridicolo e nelle battute pasquinesche dei romani, per un semplice fatto contro cui anche la propaganda a Cinque stelle inevitabilmente si infrangerà: la mancanza di mezzi e di persone preparate ad affrontare un fenomeno atmosferico che a Roma si materializza di media ogni 20 anni. Salvo le eccezioni molto ravvicinate che colpirono i predecessori più vicini nel tempo alla sindacatura della Raggi.

Analizzando, come si accennava, nel dettaglio la sostanza del “piano “ della Raggi si leggerebbero cose (banalità) che da sole meritebbero il classico commento che negli anni ’50 gli italiani sentivano in tv o a teatro dall’attore Aldo Fabrizi: “annamo bene, annamo!

Ad esempio che “l’ordinanza prescrive ai proprietari e gestori di stabili l’obbligo, in caso di nevicate, di tenere sgomberi dalla neve, tra le ore 8 e le ore 20, i marciapiedi davanti agli edifici (almeno due metri a partire dall’ingresso)”. Ma anche che, “nel caso la temperatura scendesse al di sotto dello zero, i cittadini sono invitati a tenere aperto il rubinetto più vicino al contatore o alla bocca di erogazione in modo da evitare il congelamento e la rottura delle tubature”.

Infine, ma non da ultimo, “..in caso di gelo, con specifico provvedimento del Comune, i termosifoni potranno restare accesi oltre gli orari previsti, sempre per evitare rotture delle tubature e delle caldaie.

Veramente un genio ‘sta Raggi, e soprattutto, come si dice nei telefilm americani, ha “un piano”.

Se mai a Roma nel 2017, o nell’ormai molto vicino inizio del 2018, dovessero cadere (Dio non voglia!) una decina di centimetri di neve, o magari più di 20, come nel lontano 1985, vedremo se il piano della sindaca grillina basterà per evitare ai romani i disagi e a alla sua giunta una bella sfilza di pernacchie da parte di chi ovviamente l’aspetta al varco.