Governo, l’abbuffata delle nomine in extremis non può riguardare il centrodestra: la vergogna del “caso Abodi”

La fine del “governo dei migliori” si conclude nel peggiore dei modi. Mentre in tutti i dicasteri i ministri uscenti si stanno inventando la qualunque per sistemare al meglio i loro collaboratori più stretti a rischio di spoil system, a Palazzo Chigi il meraviglioso “tandem delle nomine” Funiciello-Giavazzi ha convinto Draghi a bloccare quelle che possono avvantaggiare il centro-destra. Così, da venti giorni, sulla scrivania del premier uscente, c’è una proposta concordata da due presidenti di regione (Fontana della Lombardia e Zaia del Veneto), dal sindaco di Milano, Sala (oltretutto Pd) e dal numero uno del CONI, Malago’: quella di Andrea Abodi ad amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina per le Olimpiadi Invernali del 2026.
Niente da fare, Draghi non firma la nomina, facendo perdere altro tempo prezioso per l’inizio dei lavori più importanti.
Il disegno è chiaro: lasciare che sia Giorgia Meloni, amica ed estimatrice dell’attuale presidente del Credito Sportivo (lo voleva anche candidare a sindaco di Roma) ad accogliere la richiesta.
In maniera da poter poi far scatenare i media compiacenti sull’inizio della lottizzazione della nuova maggioranza uscita trionfante dalle elezioni del 25 settembre.
Una vergogna assoluta, che consentirà al capo di gabinetto e all’amico fidato di Draghi, di potersi fregiare del titolo di partigiani combattenti contro i “nuovi barbari”. E a Funiciello, da sempre vicino ai leader del Pd, di ricominciare in pompa magna e squilli di tromba la collaborazione con L’Espresso.
Scommettiamo che finirà proprio così?

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