Difesa: ecco il retroscena del “pentimento” della sinistra sulla colpevolezza dei due marò

Difesa: ecco il retroscena del “pentimento” della sinistra sulla colpevolezza dei due marò

13 marzo 2021

Qualche giorno fa, con un’intera pagina a cura del sociologo Luigi Manconi, addirittura richiamata in prima, la Repubblica se n’è uscita con questo quesito: “E se i due maro’ fossero innocenti?”.

Dopo aver ignorato per anni e anni la “via crucis” giudiziaria di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tutt’ora sotto processo e in attesa del verdetto della Corte Europea, improvvisamente la sinistra italiana “scopre” la persecuzione dei nostri due fucilieri di Marina abbandonati al loro destino da vari governi.

Perché si sa, due militari che sparano per sventare quello che legittimamente ritenevano essere un assalto di pirati alla nave italiana che dovevano proteggere, non potevano che essere un po’ fascisti. E quindi non certo meritevoli di sostegno e difesa.

Ma adesso cosa sarà mai accaduto per far improvvisamente virare di 180 gradi Manconi e compagni? Molto semplice: il sottufficiale Latorre, stufo dello scarsissimo aiuto ricevuto dalle nostre autorità, ha deciso di affidarsi ad un nuovo legale, scegliendolo -anche a costo di irritare il Ministero della Difesa- tra i campioni della sinistra giudiziaria.

L’ha individuato in Fabio Anselmo, il combattivo legale della famiglia di Stefano Cucchi e attuale compagno della sorella Ilaria. Ma soprattutto grande amico, appunto, di Luigi Manconi. Che subito ha cominciato a darsi da fare coinvolgendo Repubblica. Chissà che adesso non venga seguito da altri “segugi” della categoria dei giornalisti d’inchiesta rigorosamente “democratici e antifascisti”.

Gli elementi a disposizione ci sono tutti da anni, individuati e raccolti da altri giornalisti che non hanno avuto la fortuna di avere Manconi e Repubblica alle spalle. E che comunque si augurano in cuor loro di veder finalmente riconosciuta l’innocenza dei due maro’. Come direbbe Totò, “a prescindere” da chi si potrà appuntare sul petto una medaglia per essere riuscito ad ottenere finalmente giustizia per i poveri Latorre e Girone.