I Sindacati Militari mandano in soffitta la Rappresentanza

In queste ore sta facendo il giro del web una Delibera, appartenente ad un sedicente Co.Ba.R. dell’Arma dei Carabinieri, che potrebbe essere catalogata ed archiviata con soli due termini: inopportuna ed anacronistica.
Allo stato dell’arte, la Rappresentanza militare – giunta ormai a fine vita, avendo esaurito il compito per il quale è nata e si è sviluppata in 40 anni – è destinata ad essere sostituita dalle Associazioni Sindacali a carattere militare e non deve essere neppure presa in considerazione un’eventuale richiesta al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri circa un rinnovo della Rappresentanza e un definitivo abbandono del progetto della legge sindacale, peraltro avallato e sostenuto con la sentenza della Corte Costituzionale che, ancora una volta, si è dimostrata essere più al passo con i tempi rispetto a vecchi nostalgici di ritualità desuete.
Per questi motivi, non ci inoltreremo nei conti di spesa che mantenere, ancora, la Rappresentanza potrebbe comportare, tanto meno nei limiti della legge n. 382 del 1978 che ha ormai fatto il suo corso; ma ci soffermeremo sul lavoro portato avanti dalle Camere che si sono impegnate a voltare pagina e ad iniziare a guardare al futuro.
Nessuno è così sciocco da credere che il nuovo corso dell’associazionismo sindacale sarà rose e fiori, vero è che se non si va avanti, non si cresce mai e adesso le Forze Armate devono fare uno scatto in avanti e questo cambiamento è solo uno dei tanti prodromi che le consentiranno di spiccare il volo.
Il legislatore lascerà lo spazio necessario affinché, negli anni i futuri, i Governi possano apportare alla legge sui Sindacati Militari le modifiche che riterranno opportune.
Rimanere arroccati sulle vecchie tutele rappresentative è solo un danno per il personale, che ha voglia e desiderio di essere davvero tutelato.
L’impianto normativo dovrà essere supportato dai nascenti sindacati e dall’Amministrazione per far sì che le Forze Armate abbiano la rappresentatività sui tavoli governativi, per difendere i diritti del personale.

Commenti

  1. Non sarebbe male avere maggiori tutele per quelli che lavorano davvero e, al contempo, la possibilità di mandare a zappare tutti i pesi morti… ah, già, in Italia le tutele seguono altre logiche, sono solo a favore degli scaldapoltrone e i sindacati militari saranno improntati non all’efficienza dell’istituzione quanto a fulgido esempio della nostra eccelsa ideologia lassista e a protezione dei bacini elettorali…

    • Questa è la paura di molti Militari.
      Se verranno sviluppati sindacati copiando con quelli civili esistenti, “il volemosi bene” è il rischio di appiattimento delle eccellenze che noi non auspichiamo. Siamo bravi a risolvere quello che altri non riescono, grazie alla nostra organizzazione meritocratica, che non è perfetta, ma grazie ad un sindacato con i giusti mandati può migliorare.
      Spero pertanto, che i futuri sindacati abbiano come DNA, oltre ai solidi valori militari, il rispetto della meritrocrazia, dei ruoli.
      Sfruttando le eccellenze come valenza sui tavoli che contano, si può anche migliorare il divario economico eccessivo fra le categorie, migliorando anche i compensi di chi svolge compiti con vere responsabilità.
      Buon lavoro a tutti.

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