La Lazio, la Var e l’ennesimo furto: nessun dubbio, con i biancocelesti la tecnologia non funziona

Var…gogna. L’ennesima nei confronti della Lazio. Non servono altri scempi, altri furti, altre clamorose sviste per sostenere che questo esperimento sia fallito. Da bocciare in tutto e per tutto. Almeno quando gli arbitri e tecnologia sono chiamati a giudicare episodi che riguardano il club biancoceleste.

Premesso che ieri il video assistant ha toccato letteralmente il fondo anche a Napoli, ma soprattutto a Crotone dove Tagliavento, ha deciso di fischiare un fuorigioco pazzesco – pur avendo rivisto le immagini – e annullare un gol regolare al Crotone, la Lazio resta la regina indiscussa dei torti arbitrali.

Continua infatti ad essere penalizzata e i punti persi, scippati alla compagine capitolina, iniziano ad essere davvero troppi.

Adesso, nel 2018, con la Var (o il Var) che dovrebbe rendere le partite il più regolari possibili, succede che Cutrone (che a differenza di Klose, che a Napoli aveva ammesso di aver segnato con la mano, esulta come un pazzo) la butti dentro di gomito. E che nessuno lo abbia visto. E che le immagini “incriminate” non siano state inviate (forse) al Var. E che su Sky se ne siano accorti addirittura solo a dieci minuti dalla fine.Strana storia poi quella dell’arbitro Rocchi. Venti giorni prima al Meazza fischia un rigore a favore della Lazio e l’assistente VAR lo corregge, ma poteva anche non farlo. Venti giorni dopo, nello stesso stadio, quando Irrati “sbaglia” a sfavore della Lazio, lui, assistente VAR, non lo corregge, ma avrebbe dovuto farlo.

Questo marchingegno probabilmente avrà un’antipatia nei confronti della Lazio. Come tutti gli arbitri in generale.

Eppure il fondo sembrava si fosse toccato contro il Torino, quando Giacomelli riuscì nell’impresa di creare un disastro dopo l’altro. Prima non vedendo un fallo clamoroso da rigore per un tocco di mano granata su cross di Immobile e poi espellendo lo stesso attaccante partenopeo per un contatto minimo con Burdisso.

Standing ovation. Risultato? Lazio in dieci e vittoria al Toro.

Poi come dimenticare Lazio-Fiorentina, con l’arbitro Massa, reo, in chiusura di primo tempo, di non aver fischiato un rigore ai padroni di casa per un intervento di Veretout su Parolo. Var non intervenuto e alla Lazio non è stato assegnato un penalty che poteva essere dato. Dall’altra parte, invece, rigore dato alla Fiorentina per fallo di Caicedo: in questo caso sì il Var è stato utilizzato. La disparità di utilizzo della tecnologia ha fatto andare su tutte le furie la Lazio. Due punti tolti ad Inzaghi.

Altro rigore non concesso alla Lazio a Genova. Contro la Samp c’è un tocco di mano di Bereszinsky, con le dita, ma che c’è. Nessuna indicazione a Mazzoleni da parte del Var. Ma i capitolini son riusciti a vincere ugualmente.

Ed ancora al derby, il penalty fischiato su Kolarov è stato a dir poco generoso.
Insomma, parlare di complotto (termine inventato dai romanisti in ambito calcistico) è davvero così una bestemmia? Allora iniziassero a far parlare gli arbitri dei propri errori. Che si giustificassero. E magari, chiedessero anche scusa. Var…gogna!

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