Leonardo: in corso l’offensiva per far rinunciare Mariani ad accettare la carica di DG con deleghe
Parola d’ordine: impedire in tutti i modi il ritorno di Lorenzo Mariani in azienda. In piazza Montegrappa, il terrore corre sul filo. Tutta la prima linea, sa perfettamente cosa significherebbe: fine delle rendite di posizione consolidate dalle gestioni Moretti-Profumo. Così, si è scatenata la corsa per acquisire meriti con lo “Scienziato”, come è stato subito ribattezzato il nuovo AD, Roberto Cingolani. Si sa che l’ex-ministro grillino protetto da Draghi e Descalzi, non ha gradito il compromesso di dover accettare Mariani come DG e quindi sotto ad alimentare il linciaggio contro quello che viene visto come il “castigamatti”. Per ottenere il risultato, si fa ricorso a tutto: dalle chiacchiere in corridoio, agli attacchi in riunione, alla richiesta di aiuto da parte di giornalisti e media compiacenti ( anche se sarebbe più corretto parlare di “prezzolati” attraverso la pubblicità e gli abbonamenti; ma di questo si parlerà in assemblea).
Il primo ad uscire allo scoperto è stato Stefano Amoroso, il “comunicatore etico” che -come Profumo- ha il ribrezzo per i sistemi d’arma e deve il suo arrivo in piazza Montegrappa allo stretto legame con Cingolati.
Poi è partito in quarta pure Pasquale Di Bartolomeo, quell’ineffabile CCO famoso in tutto il mondo per essere l’unico responsabile commerciale che preferisce non muoversi dal suo comodo ufficio (esattamente il contrario, insomma, di Mariani che gira come una trottola).
Lunedì sera, per dire, era a cena col nuovo presidente designato, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, al “Gallura”, nel cuore dei Parioli. E gli è preso un colpo, quando ha visto entrare, nel medesimo ristorante, Cingolani e Mariani, che dovevano trovare l’accordo sulle deleghe. Saluti freddini, poi ognuno al proprio tavolo. Ma martedì mattina, la rabbia di Di Bartolomeo, è esplosa. E nella riunione della sua direzione, ne ha dette di tutti i colori contro il suo successore in MBDA. Perfino che Mariani sarebbe noto per litigare un po’ con tutti…il colmo.
Non è finita, perché ad Amoroso e al CCO pro-tempore (molto pro-tempore), si sono subito messi in scia anche altre prime linee a rischio. Come ad esempio il capo del legale, il “compagno doc” Andrea Parrella, lo “stratega”Enrico Savio (che ora sogna di poter fuggire in Telespazio) e naturalmente l’attuale DG, Valerio Cioffi, destinato invece ai giardinetti.
Ultimo ad accodarsi, Marco Zoff, responsabile Divisione Velivoli, che -convinto di essere come il padre, il mitico Dino- dovrà essere ora bravo a parare i tiri su contropiede se Mariani si insedierà come DG gonfio di deleghe.
E Cingolani, nel frattempo, che fa? Riflette. Finge di essere contento degli attacchi al suo rivale, ma è terrorizzato dalle conseguenze di una rottura prolungata con il ministro della Difesa, Guido Crosetto (vedi Sassata precedente). A maggior ragione se dovesse negare a Mariani le deleghe richieste. E ritenute indispensabili dallo stesso Crosetto se si vorrà rilanciare Leonardo dopo la disastrosa gestione di Profumo.
D’altra parte, i prudenti sondaggi con l’entourage di Giorgia Meloni, la sua sponsor, non sono stati confortanti. Perché se è vero che la premier ha mantenuto la promessa fatta a Draghi e Descalzi di nominarlo AD di Leonardo, è anche vero che ora non ha nessuna intenzione di fargli da “badante” per contrastare le linee politiche individuate da Crosetto (col sostegno di Giancarlo Giorgetti al MEF), per riportare l’azienda di piazza Montegrappa al ruolo internazionale che le compete.
Soprattutto avallando quel piano di “spezzatino” tanto caro proprio a Draghi e alla grande finanza internazionale.