Livorno, Autorità Portuale: “un disegno criminoso per favorire Grimaldi”

Livorno, Autorità Portuale: “un disegno criminoso per favorire Grimaldi”

05 marzo 2019

Con il passare dei giorni emergono i dettagli sul sistema illecito di autorizzazioni temporanee concesse all’interno del porto di Livorno.

L’inchiesta della Guardia di Finanza (leggi qui) ha visto coinvolti Stefano Corsini (presidente dell’autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale) Massimo Provinciali (segretario generale), Giuliano Gallanti (presidente dell’autorità portuale di Livorno fino al marzo 2017) e Matteo Paroli (fino all’ottobre 2015 dirigente del settore demanio dell’autorità portuale di Livorno) tutti interdetti dai pubblici uffici per dodici mesi.

La vicenda vede indagati anche Costantino Baldissara (Amministratore delegato della Sintermar Spa e principale referente del gruppo di armatori Grimaldi nel porto di Livorno), Corrado Neri (componente del Cda della Sintermar), Massimiliano Ercoli  (amministratore unico della Seatrag autostrade del mare).

Nei 32 fogli redatti dal giudice per le indagini preliminari è emerso che, almeno dal 2012, gli interessati hanno messo in atto il “medesimo disegno criminoso”, concedendo illegalmente autorizzazioni temporanee all’occupazione all’interno del porto di Livorno senza che ve ne fossero i presupposti.

Questo, si legge, nell’interesse di Seatrag Autostrade del Mare srl, Sintermar Spa, SDT srl, “per favorire lo sviluppo dei traffici del Gruppo Grimaldi”. In questo modo alle società veniva procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale nell’avere per anni l’uso stabile ed esclusivo delle aree … senza doversi confrontare con la concorrenza di altre imprese di settore pur interessate a degli accosti, nonché nel non presentare le previste fideiussioni, nel pagare meno del dovuto per l’occupazione e nel beneficiare di illegittime riduzioni del canone previsto”.

È stato proprio Massimiliano Ercoli (amministratore della Seatrag), indicato dai giudici come l’istigatore, a firmare l’autorizzazione al rilascio di queste concessioni illegittime specificando che l’operazione doveva espressamente favorire lo “sviluppo dei traffici del Gruppo Grimaldi”.

La SDT srl è una joint venture creata nel 2016 da TDT (controllata da GIP-Gruppo Investimenti Portuali) e Sintermar (alleanza paritetica fra il gruppo Neri e il gruppo Grimaldi).

Emblematica la figura di Costantino Baldissara, uno e trino, in quanto consigliere della Grimaldi Terminal Euromed, amministratore delegato Sintermar Spa e consigliere SDT srl che, secondo la documentazione acquisita dalla Guardia di Finanza, minacciava neanche tanto velatamente l’Autorità portuale di Livorno: i giudici, infatti, hanno sottolineato il fatto che i vertici dell’Autorità Portuale hanno praticato “una torsione delle norme di disciplina delle aree demaniali a tutto favore dell’armatore Grimaldi, dietro l’ammonimento, neanche tanto implicito, del medesimo di abbandonare il porto di Livorno in caso di mutamento dei soggetti abilitati ad operare sulle aree retrostanti gli accosti”.

Dunque, qualora non fossero state rilasciate le autorizzazioni richieste, veniva ventilata la possibilità di smettere di operare all’interno del porto toscano. E infatti, l’autorizzazione è stata rilasciata alla Sintermar Spa (di cui Grimaldi Euromed detiene il 45%), la quale poi ha affidato in subappalto le operazioni portuali alla Seatrag.

>Quando a fine agosto 2018 la Capitaneria di Porto ha sequestrato la struttura abusiva di 900 mq realizzata dalla SDT srl “al fine di creare una struttura di servizio al traffico passeggeri del Gruppo Grimaldi”, il segretario dell’Autorità Portuali Provinciali e il presidente Corsini si sono resi conto della gravità della situazione creata e hanno cercato di correre ai ripari chiedendo le fideiussioni mancanti e i canoni dovuti per regolarizzare i rapporti con SDT. Ma inutilmente. E la mossa “retroattiva” ha insospettito ancor di più gli inquirenti.

Come risulta fin troppo evidente, la frase che più ricorrente nelle pagine dell’ordinanza è tutta questa macchina dell’imbroglio è stata messa in moto con “la costante volontà da parte dei vertici dell’Autorità Portuale di favorire la Grimaldi Group e gli operatori portuali ad essa collegati”.

Il porto di Livorno, per struttura e dimensioni, non può accogliere un certo numero di armatori. “Lo stratagemma amministrativo […] ha consentito a Grimaldi di utilizzare lo scalo livornese” inventando spazi dei quali il porto non dispone. Il tutto alla faccia degli armatori corretti. Uno su tutti Vincenzo Onorato che detiene concessioni rilasciate (e pagate) regolarmente e che da mesi chiedeva che si facesse luce su questa vergognosa vicenda.