Lotta Continua secondo il Corriere della Sera: cercavano la felicità nella collettività; ma certo, come no…e l’omicidio Calabresi?

Ci sono molti modi di dimostrare la propria sfacciata faziosità. Ma al Corsera, forse per non irritare un direttore e buona parte dei componenti la plancia di comando che hanno militato a lungo nell’organo del PCI, l’Unita’, la gara in questo campo è spietata.
A ruota libera se si devono attaccare i “fascisti” (meglio oggi quelli di FdI), rispettosissimi nei termini e nei ricordi se invece si parla dei “compagni”. Soprattutto di quelli che sbagliano ora o -ancora meglio- si sono resi responsabili nel passato di veri e propri crimini. Per esempio, quelli di Lotta Continua.
Presentando il documentario sul movimento, che Rai 3 (e come ti sbagli?) manderà in onda il 12 gennaio, il giornale riesce a battere ogni record di partigianeria e autocensura.
Ecco qualcuna delle “chicche” più significative. Cominciamo con lo stesso autore, Tony Saccucci, professore di filosofia al liceo “Mamiani” (anche qui: e come ti sbagli?). Secondo lui, i militanti “litigavano tra loro ritenendo che la ricerca della felicità fosse solo nella collettività”. Poveri cari, capite la profondità della questione? Altro che le bufale sulle rapine per autofinanziarsi, le violenze contro avversari politici (anche di sinistra) e tutori dell’ordine, dentro Lc l’obiettivo politico più importante era la “ricerca della felicità”. Tutto il resto, un miserabile complotto del FORA (forze oscure della reazione in agguato).
E veniamo al leader, Adriano Sofri. Lì pensi: non potranno nascondere i fatti. Macché. Viene fuori, semplicemente, che era “arrogante”. Così, dopo aver introdotto il capitolo piazza Fontana, ecco il resto: “Pinelli muore e verrà ucciso colui che i compagni accecati ritennero responsabile dell’accaduto, il commissario Calabresi”. Punto e fine della storia.
Ma chi erano questi “compagni accecati? Detta così, si potrebbe pensare agli anarchici, no?
Quindi manco mezza parola sul fatto che Sofri sarà pure un arrogante, ma è soprattutto un assassino condannato con sentenza passata in giudicato a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio Calabresi. E come lui, anche il capo dell’apparato paramilitare di Lotta Continua Pietrostefani e gli l’assassini materiali Bompressi e Marino.
La parte finale del pezzo del Corsera, poi, è uno spasso assoluto. Perché ci viene spiegato che lo scioglimento di Lc non avvenne per una crisi con quell’ala militarista che finì per confluire nelle Brigate Rosse, nossignori. “Fu il femminismo a sciogliere Lotta Continua”.
E noi, come i magistrati, la polizia e i carabinieri, che non avevamo capito niente…Meno male che adesso, in attesa spasmodica di vedere questo illuminante documentario su Rai 3 (magari arricchito da un bel dibattito in studio tra gli ex militanti più famosi), c’ha pensato il Corriere della Sera ad avviare la santificazione del movimento di Sofri e compagni

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