Neve a Roma, Virginia Raggi peggio di Alemanno

Neve a Roma, Virginia Raggi peggio di Alemanno

26 febbraio 2018

La prova del fiocco era quella che mancava. E la sindaca Virginia Raggi almeno per l’allarme preventivo con cui ha deciso di fare chiudere tutte le scuole di Roma, sembra averla superata.

Con buona pace dei media (e dei presidi!) che la attaccano sempre e comunque. E mai per le tante cose sbagliate, che pure sono sotto gli occhi di tutti, bensì, come in questa caso, per quelle poche che azzecca.

Adesso però per la giunta Raggi potrebbe arrivare in ogni modo quello stesso redde rationem che nel 2012 costò al sindaco Gianni Alemanno una figura barbina. Che poi fu la pietra miliare del viale del tramonto.

Per Virginia sembrerebbe andare anche peggio: lei non è neppure a Roma. Si fa fotografare a Mexico city in bicicletta che si reca a un convegno sul riscaldamento climatico.

Roba da barzellette. Così, mentre la città è costretta a mille disagi (niente sale sulle strade, preventivo, nonostante l’allarme meteo fosse di una settimana precedente, nessuno spazzaneve, autobus in panne e gente che vaga come nei film apocalittici) e incombe una delle campagne elettorali più demenziali dal dopoguerra a oggi, la sua faccia sorridente al sole di quelle latitudini sembra il simbolo del nuovo menefreghismo dell’anti politica.

Ma se dovesse essere la neve a liberarci di questa sindaca grillina e della sua corte dei miracoli, allora ben venga.

Anzi continui – a mo’ di diluvio universale di fiocchi – anche per i prossimi 40 giorni e per le prossime 40 notti.

Basta che nell’arca di Noè che dovrà salvare uomini e animali neanche una coppia di militanti dell’antipolitica sia fatta salire.