Nomisma, confermate le previsioni di Sassate: Gherardi nuovo azionista di maggioranza

Sassate lo aveva anticipato per tempo ed ora arriva la conferma: Nomisma cessa di essere una società ad azionariato diffuso per studi e analisi di mercato rigorosamente terze e imparziali.
Secondo quanto trapela da Strada Maggiore, a Bologna, uno degli azionisti si sarebbe assicurato il controllo della maggioranza assoluta. A calpestare le orme di Romano Prodi e di tutti quelli che di Nomisma fecero la storia (inizialmente all’ombra di Bnl) come Andreatta, Nesi e altri economisti di spicco, sarà Carlo Gherardi.
De profundis quindi sull’autonomia del centro di ricerche, visto che da domani  lavorerà sotto e per l’ombrello di Crif, la multinazionale del “io so tutto di te e tu non sai niente di me”, alla quale lo Stato italiano ha delegato il compito di controllare l’affidabilità finanziaria ed economica di migliaia di imprese e di milioni di cittadini.
Crif è infatti a tutti gli effetti l’unica centrale rischi a capitale privato che ha potere di vita e di morte sui crediti e sui mutui degli italiani, ma che a sua volta non ha obblighi di trasparenza o di rendicontazione. Come accade negli Stati Uniti, dove, caso raro, la Centrale rischi non è in mano come accade pressochè ovunque alle istituzioni pubbliche. Dato che Crif si occupa anche, nei ritagli di tempo di grandi speculazioni immobiliari, oltre a svolgere il ruolo di centrale rischi in molti altri paesi (specie del Terzo mondo), la grande terzietà e imparzialità di Nomisma specie nel settore immobiliare, punto di forza sostenuto dall’AD Luca Dondi, rischia di sgretolarsi. E già si annunciano scosse di terremoto nell’azionariato e nel Cda della vecchia Nomisma che – come si diceva per una blasonata squadra di calcio- schiera da oggi in campo anche l’arbitro.

E come danno collaterale, nella Nomisma ancora presieduta da Piero Gnudi, si consumano anche le rese dei conti Pd fra Bonaccini e la Schlein.
 La pasionaria ambiental-genderista ha nel rampante nomismiano Marco Marcatili, chiamato dal Sindaco Lepore alla guida del Centro Agroalimentare di Bologna, un alfiere in grado di trasformare cassette di frutta e verdura nel  laboratorio di sperimentazione (superpagata grazie al PNRR) della transizione energetica e della salvezza del pianeta; e quindi (pur con la scivolata del licenziamento di sindacalisti non aderenti alla Cgil)  in una roccaforte della candidata alla segreteria del PD.
Sempre nel segno della terzietà e dell’indipendenza. Ma certo, come no.

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