Pace, potere e ingenuità: l’Europa davanti allo specchio

Pace, potere e ingenuità: l’Europa davanti allo specchio

11 dicembre 2025

I negoziati di pace non procedono come sperato dagli europei. Il nodo è il sequestro dei beni russi, oggi al centro dello scontro fra Washington e Bruxelles. Come riporta il Wall Street Journal, gli USA giudicano inefficace il piano europeo di usare gli asset congelati come garanzia per un prestito all’Ucraina: le risorse si esaurirebbero rapidamente.

Gli USA puntano invece a coinvolgere il private equity per trasformare quei fondi in 800 miliardi di investimenti gestiti da Washington. Due approcci inconciliabili: debito contro equity, prudenza europea contro ambizione americana. E la conclusione è chiara: un sequestro totale sarà possibile solo se gli USA decideranno di sganciarsi dal processo di pace.

Secondo i documenti ottenuti dal Washington Post, l’accordo non sarà unico ma diviso in tre capitoli: cessate il fuoco, sicurezza e ricostruzione economica. Nella bozza compaiono anche una DMZ stile Corea e richieste irrealistiche come garanzie NATO o l’ingresso dell’Ucraina nell’UE nel 2027: ipotesi che mostrano più desideri che fattibilità.

L’unico elemento credibile è la struttura tripartita. E sarà l’economia, non la sicurezza, a decidere l’esito finale. L’adesione di Kiev all’UE resta lontanissima: persino il 2030 appare ottimistico.

In questo contesto, l’Europa si ritrova in una posizione strategicamente disastrosa. Se un accordo si trova, USA e Russia ne trarranno vantaggi economici mentre Bruxelles pagherà il conto dell’allargamento. Se non si trova, l’Ucraina rischia nuove perdite territoriali e l’UE — senza copertura americana — non ha la forza militare per sostenerla.

Intanto a Washington si pensa ben altro. La versione non classificata della National Security Strategy è stata edulcorata. La bozza interna, rivelata da Defense One, è esplicita: gli USA dovrebbero allontanare Austria, Ungheria, Italia e Polonia dall’UE, sostenendo forze politiche sovraniste ma filo-americane.

E propone persino di marginalizzare il G7 a favore di un Core 5 (USA, Cina, Russia, India, Giappone), dove l’Europa è rappresentata da Mosca.

Per la dottrina Trump, l’egemonia è un obiettivo inutile: contano solo le minacce dirette agli interessi americani. E da qui nasce il disimpegno dalla sicurezza europea.

Mentre Bruxelles discute procedure, Washington ridisegna l’ordine mondiale. E l’Europa rischia di accorgersene quando sarà troppo tardi.