PIAGGIO/LEONARDO: quanti retroscena (e quante spese) ancora chiarire in attesa delle possibili offerte di lunedì prossimo

PIAGGIO/LEONARDO: quanti retroscena (e quante spese) ancora chiarire in attesa delle possibili offerte di lunedì prossimo

09 giugno 2023
La Sassata è arrivata fino in Kuwait e forse potrebbe aver rimesso in moto la lentissima macchina giudiziaria del paese arabo. È chissà che non riesca a smuovere anche le acque al MIMIT e perfino a far riaprire gli archivi di Leonardo. Perché per lunedì prossimo, 12 giugno, sono attese le offerte d’acquisto per la Piaggio Aero Industries, un fiore all’occhiello del nostro comparto della Difesa da troppo tempo abbandonato ad una gestione approssimativa che ne sta minando il futuro.
Cerchiamo allora di spiegare meglio cosa sta accadendo e in quale contesto internazionale.
Sassate ha rivelato che sul destino di questa industria aeronautica si è rinsaldata la vecchia alleanza tra il discusso imprenditore kuwaitiano Fouad Al Ghanim e l’ex-top manager Finmeccanica e Fincantieri Giuseppe Giordo, al centro con Massimo D’Alema e Alessandro Profumo dell’inchiesta sulla mancata vendita di aerei e corvette alla Colombia. E, a quanto pare, i due avrebbero appunto in animo di presentare un’offerta per rilevare la Piaggio.
Peccato che la fama di Fouad Al Ghanim non sia troppo specchiata. Perché dalle carte dell’indagine in corso in Kuwait sul contratto di gestione collegato all’acquisto degli Eurofighter (avviato proprio da Giordo e poi concluso dall’AD di Leonardo, Mauro Moretti),  sarebbero emersi sconcertanti discrasie  tra i costi effettivamente sostenuti per le infrastrutture (costruzione degli hangar, delle officine, delle caserme, degli uffici e poi delle manutenzioni) e i compensi fatturati in piazza Montegrappa. Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe una differenza tra i 60 spesi e addirittura i 600 milioni di euro pagati. Una cifra in ogni caso pazzesca e comunque meritevole di adeguati accertamenti da parte della nuova gestione di Leonardo.
Ecco, è possibile che di fronte a tali dubbi Fouad Al Ghanim e Giordo possano ora essere considerati acquirenti titolati per rilevare la Piaggio ? Qualche dubbio appare più che legittimo.
E veniamo ora alla situazione interna di questa sfortunata azienda aeronautica.
La Piaggio Aero industries (già Aerospace) è in Amministrazione Straordinaria del 3/12/2018. Commissario e’ l’avvocato Vincenzo Nicastro, a  cui nel marzo scorso il MIMIT ha affiancato i sub commissari Davide Rossetti e Carmelo Cosentino. Una decisione inevitabile, dal momento che Nicastro -in oltre quattro anni- non aveva particolarmente brillato come spirito d’iniziativa e soluzione dei problemi. Ma al momento, la convivenza tra i tre si è già rivelata piuttosto difficile e complicata.
 E sì che l’azienda nel frattempo ha ridotto il personale, sceso da 1.200 a 870 unità (a fine 2022). Ma i problemi veri sono altri, visto che tra il 2019 ed il 2021 la Piaggio ha potuto operare solo grazie ad una serie di contratti con le FFAA relativi alla realizzazione di 9+6 nuovi velivoli P 180 e alla manutenzione dei vecchi e a quella di altri motori.
 Nel biennio sono stati lanciati anche un paio di bandi per l’eventuale passaggio di proprietà o per la vendita dei singoli asset: entrambi senza esito, con il ritiro della cordata svedese Summa (cooordinata da altre aziende nostrane) e perfino con la nascita di un contenzioso con il gruppo italiano Greavia.
Ne’ hanno certo aiutato le dispendiose partecipazioni a saloni in luoghi esotici o turistici (Lankawi, Melbourne, Las Vegas), dai quali non sono giunte commesse di sorta.
Insomma, un disastro che la Piaggio e le ancora eccellenti risorse interne su cui può contare, certamente non merita. Esattamente come aspiranti nuovi proprietari del calibro di Fouad Al Ghanim e Giuseppe Giordo.

Straordinaria.