Grasso ha un piano: patrimoniale e la sicurezza come antifascismo militante

Grasso ha un piano: patrimoniale e la sicurezza come antifascismo militante

04 dicembre 2017

Ha voglia il direttore del “Foglio” Claudio Cerasa a ribadire che Mdp sarebbe l’acronimo di “Massimo D’Alema premier”. Quello che appare, però, è che il presidente del Senato Piero Grasso, incoronato ieri a Roma come leader della magmatica galassia che si agita a sinistra del Pd di Renzi, non stia lì a fare la foglia di fico.

Dimostrando non solo di non essere affatto super partes, stesso discorso per la sua collega alla presidenza della Camera Laura Boldrini, come seconda carica dello stato che scende in campo auto tirandosi per la giacca.

Ma anche di avere un piano per unire le litigiosissime fazioni che si accalcano per avere l’egemonia ideologica di un’area che qualcuno si illude valga il 9-10 per cento che fu di Rifondazione.

E le parole d’ordine anzi gli slogan, alla fine sono due. Quello economico è “più tasse per tutti”, a cominciare dalla patrimoniale e dalla reintroduzione dell’imu sulla prima casa.

E quello politico è “gli immigrati sono una risorsa”. E di conseguenza l’accoglienza un dovere.

Anzi se esiste un pericolo sicurezza quello è costituito dai “neri”, intesi come i fascistelli che si divertono a dare mostra di sé con incursioni goliardiche un po’ dappertutto, non di certo i “negri”, intesi come gli extra comunitari che arrivano coi barconi Lampedusa.

A ben pensarci la retorica delle tasse e quella dell’anti fascismo militante sono stati i collanti del vecchio Pci sin dal dopoguerra.

Con il culmine ideologico raggiunto nel ’68 e poi continuato per quasi tutti gli anni ’70.

Un errore che è costato ai vecchi comunisti il dovere affrontare il terrorismo brigatista nato alla propria sinistra. E la delusione della stessa classe operaia nel frattempo “de proletarizzatasi”, che di tasse, compresa quella sulla casa, non voleva più sentirne parlare.

Un’ideologia come il comunismo nata per distruggere il ceto sociale borghese si era trovata con tutti i propri militanti, simpatizzanti e votanti che nel frattempo si erano imborghesiti.

E dopo avere conquistato un relativo benessere, di tutto sentivano il bisogno tranne che di spartirlo con i nuovi ultimi della terra.

Ad esempio i profughi che le ondate migratorie dall’Africa portano qui da noi.

Riuscirà l’ex procuratore nazionale anti mafia a rinsaldare l’ideologia di una classe operaia che oggi come oggi vota più volentieri per Salvini e persino per Casapound?

Basterà sostituire il “sole dell’avvenire” con la legalità ossessiva, e anche un po’ sospetta, del professionismo dell’antimafia?

La scommessa è questa. Ora bisogna chiederlo ai bookmaker inglesi.