RAI, bye, bye Fuortes: il Teatro San Carlo di Napoli ti aspetta (Lissner un po’ meno)

Il governo ha deciso: l’Amministratore Delegato della RAI, Carlo Fuortes,  va sostituito. E se entro pochi giorni non si dimetterà per il caos esistente in azienda, in settimana ci sarà un nuovo Consiglio dei Ministri nel corso del quale verrà varato un decreto legge-paracadute gli offrirà una nuova e molto onorevole sistemazione.
Un provvedimento che fisserà a 70 anni il limite d’età per il pensionamento dei Sovrintendenti dei teatri italiani. Riguarderà immediatamente l’attuale titolare del San Carlo di Napoli, Stéphane Lissner e Fuortes potrà subito prenderne il posto.
Di sicuro nascerà un contenzioso legale (Lissner lo ha già preannunciato) ma non si riesce proprio a capire perché se a 70 anni possono andare in pensione magistrati e direttori di cattedra universitaria, ciò non possa riguardare anche i Sovrintendenti teatrali che sono di nomina ministeriale.
D’altra parte, la coalizione politica di centrodestra che ha vinto le elezioni del 25 settembre non ne poteva più della situazione esistente in Rai.
Domani dovrebbe arrivare l’entità della sanzione che l’AGCOM infliggerà a viale Mazzini per gli impicci della pubblicità occulta al Festival di Sanremo.
Per non parlare dello sciopero già proclamato da tutti i sindacati  (appoggiato anche dall’ADRAI, l’organizzazione che rappresenta i dirigenti), dei ritardi nella definizione del piano industriale, di quelli per il nuovo contratto di servizio (già denunciati entrambi in Commissione di Vigilanza dal ministro Adolfo Urso) e nella definizione dei palinsesti autunnali.
Poi, ci sono i problemi riguardanti il crescente strapotere degli agenti, l’affidamento all’esterno di almeno la metà dei programmi, gli allarmanti “sorpassi” di Mediaset negli ascolti, provocati dalla sempre più scadente qualità dei format scelti.
E tutto questo senza occuparsi più di tanto della faziosità politica di conduttori strapagati che scelgono opinionisti e ospiti solo se sono -come loro- militanti della sinistra. Per loro, la completezza dell’informazione non può e non deve esistere.  Ma qui il discorso sarebbe troppo lungo.
Per ora, accontentiamoci  della decisione politica del governo che è arrivato il momento di mettere mano anche alla riorganizzazione interna della Rai. A cominciare dal numero uno dell’azienda. Che ora sarà sostituito  dal Direttore della Radiofonia, Roberto Sergio, con l’ex-consigliere d’amministrazione di FdI Giampaolo Rossi come direttore generale.
Due “interni” che -a differenza di Fuortes- la Rai la conoscono molto bene. E sanno dove mettere le mani.

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