Rai, Fuortes alla prova di forza con l’Usigrai e gli altri sindacati sul “caso TGR”

L’”apprendista stregone” Alessandro Casarin, il direttore leghista della TGR, sta per ricevere il primo ceffone che si è ampiamente meritato in questi anni di politica “consociativista” con l’Usigrai. Convinto di poter controllare l’onnipotente sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, trattando sottobanco nomine e promozioni, sta per vedersi bocciare plebiscitariamente il suo piano editoriale. Era stato messo in sella con l’80 per cento dei consensi, ne riceverà almeno altrettanti contro per aver accettato in silenzio i “tagli risparmiosi” sulle edizioni notturne alle edizioni dei tg regionali imposti dall’AD Carlo Fuortes e dal CdA. Insomma, siamo di fronte al classico “coitus interruptus” della “strana coppia” che ha imperversato in questi anni nel panorama giornalistico Rai, massacrando senza pietà tutti coloro che avevano tentato di denunciare le malefatte dei due partner (qualcuno si ricorda dell’illuminante “caso Mazzeo”, il caporedattore della TGR di Torino?).
Respinto la prima volta con la solita “maggioranza bulgara” che l’Usigrai sa mettere in campo sfruttando al meglio il proprio serbatoio privilegiato, Casarin dovrà ripresentarlo, adeguatamente modificato. Il nuovo segretario Macheda, gli ha già dettato come: anticipando alle 22,30 il tg notturno. Una proposta destinata a scardinare il palinsesto di Rai Tre e quindi di difficile accoglimento. Ma anche se il disperato Casarin (e il suo fidato “braccio destro” Roberto Pacchetti) dovesse provare a percorrere questo difficile percorso, basterà questa mossa a ristabilire la passione con l’Usigrai? Difficile. Visto che l’altro condirettore, il piddino Carlo Fontana, che l’”apprendista stregone” aveva voluto a tutti i costi per coprirsi a sinistra, l’ha già scaricato. Insomma, per ora, la salvezza di Casarin sembra appesa a un filo. Anche se la Rai ha insegnato a rimanere prudenti sui destini dei “trasformisti” di destra e di sinistra. Ma anche di altre aree politiche. Perché la direzione della TGR potrebbe anche diventare la merce di scambio per firmare la pace, all’interno della composita maggioranza draghiana, col M5S. L’ex-direttore del TG1 a spasso, Giuseppe Carboni, è già sul trespolo.

Commenti

  1. Fuori dai giochi politici la Rai e privatizzarla e non fare pagare più il canone che e la tassa più antipatica che si possa pagare. Fare più pubblicità x coprire i costi. Infine dimezzare i compensi a certa gente che lavora in rai tipo Amadeus Fazio e via dicendo.

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