Rai, la sfacciataggine del Pd contro Salini: “non garantisce il pluralismo”

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Lasciamo perdere un personaggio come Michele Anzaldi, la cui arroganza è ben nota in viale Mazzini fin dai tempi in cui curava la comunicazione di Francesco Rutelli; ma che possa saltare fuori un’altra faccia di bronzo del Pd a nome Michele Bordo, capace di bollare come “fallimentare” la gestione dell’AD Fabrizio Salini in tema di “garanzie del pluralismo”, questo è francamente troppo. Secondo questo semisconosciuto parlamentare, che però scopriamo essere addirittura vicepresidente dei deputati di Nicola Zingaretti alla Camera, in Rai non ci sarebbe il famoso “pluralismo”. Sottinteso: ai danni dei poveri post-comunisti. Ma certo, come no. È cosa nota. In quell’azienda comandano da decenni fascisti, berlusconiani e leghisti. E coloro che si richiamano culturalmente alle variegate anime della sinistra vengono tacitati, perseguitati e messi a lavorare in oscuri sottoscala o a pulire i gabinetti. Tutti i programmi ed i tg sono affidati a pericolosi reazionari oscurantisti, che impediscono agli amici di Bordo di esprimere liberamente le loro idee intelligenti e naturalmente progressiste. Strano, fino ad oggi, gli italiani non se n’erano accorti. Ma adesso nulla potrà più essere come prima, grazie a questo impavido parlamentare del Pd e anche i post (sicuri che sono proprio post?) comunisti potranno avere finalmente voce in capitolo in viale Mazzini. Ed aspirare almeno a qualche strapuntino. Perché quello che è giusto, è giusto.

2 COMMENTS

  1. Sono una semplice cittadina italiana,non conosco questi personaggi e tantomeno i loroCV,so solo che da diversi mesi mi rifiuto di seguire i vari TG per l’ appiattimento d’informazione che vige attualmente.ATTENZIONE NON TUTTI HANNO UNA SENSIBILITÀ CRITICA …le masse si stordiscono con i megafoni unilaterali.
    Grazie
    Elvira Boglione

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