Rai Produzione: il caos si estende a macchia d’olio e arriva fino a Torino

Con i vertici impegnati a trovarsi un nuovo lavoro dopo il devastante risultato elettorale, in Rai il caos si estende a macchia d’olio. E naturalmente la parte del leone continua a farla la Direzione Produzione, dove ormai l’inamovibile Roberto Cecatto ha perso il controllo della situazione.

Ma difeso a spada tratta dal “dg ombra”, Luciano Flussi, che a sua volta continua a piazzare ovunque i suoi “fedelissimi”, sembra che a Monica Maggioni, Mario Orfeo e consiglieri d’amministrazione non interessi più di tanto.
Procediamo con ordine, perché sono tanti i fronti aperti.

CPTO – È la sigla del del Centro di Produzione di Torino, finito nella bufera per una serie di comportamenti demenziali che hanno portato la struttura a perdere la commessa del “Paradiso delle donne”, 180 puntate solo per il primo anno di contratto (doveva diventare una sorta di “Un posto al sole” in salsa piemontese).

Invece di gestire la delicata trattativa sindacale in prima persona o almeno affidarla a qualcuno esperto di produzione, l’ineffabile Cecatto l’ha messa nelle mani del direttore del CPTO, l’ex-capo staff di Campo Dell’Orto, Guido Rossi. Affiancato dall'”astro nascente” che lo dovrebbe sostituire, Il neo-dirigente Francesco De Lella, pratico solo di questioni legate al personale. Di fronte a delle ragionevolissime richieste dei sindacati (soprattutto se parametrate con quanto avviene, per esempio, a Napoli), Rossi si è irrigidito, facendo naufragare il confronto.

Con il serio rischio, ora, che Torino resti senza alcuna commessa di peso, la Film Commission del Piemonte mandi a quel paese la Rai dopo aver garantito un sostanzioso aiuto economico e la produzione finisca in appalto esterno o magari al Centro di Produzione di Milano.

E non è neppure finita qui. Perché a contribuire al caos torinese, il geniale Cecatto ne ha inventata un’altra delle sue, disponendo una cervellotica rotazione dei capi struttura del centro. Così, sempre Rossi, ma questa volta affiancato dal vicedirettore della Produzione, Stefano Balzola (famoso un tempo per sbandierare i suoi sponsor forzaitalioti, salvo adesso distinguersi nella pulizia etnica dei dipendenti di centrodestra), ha consegnato agli interessati le nuove lettere di assegnazione, escludendo intenti punitivi e giustificando il cambio di mansioni con la necessità di far acquisire nuove specializzazioni.

Il bello e’ che le lettere portano una data precedente alla rottura della trattativa sindacale. Accreditando il sospetto di un accordo tacito, dal quale non sarebbero neppure esclusi intenti lottizzatori per favorire funzionari vicini all’area sconfitta alle elezioni, cioè quella di centrosinistra. Il caos, appunto.

GARE— Una delle specialità dell’inamovibile Cecatto, si sa, riguarda le gare. A quelle “frallocche” finite male o paralizzate dai ricorsi, siamo lieti di annunciare che in questi giorni ne sono andate deserte altre due, relative ad acquisti dell’area ingegneria. Con un capitolato che prevede un 70 per cento dell’offerta dedicato alla parte tecnica ed il 30 a quella economica col sistema del “massimo ribasso”, non c’è stato alcun fornitore interessato a partecipare. Ottimo risultato, anche questo, no?

KASAT— Vi ricordate le Duster trasformate in automezzi per le riprese leggere, quelle a bordo delle quali è impossibile lavorare a causa degli spazi ristretti, che hanno problemi di parabola etc etc? Notiziona: stanno per consegnare le prime tre. I fortunati che potranno utilizzarle sono quelli delle sedi di Genova, Cagliari e Perugia, ma solo tenendo il motore acceso durante il lavoro, altrimenti la strumentazione di bordo non funzionerà. E se qualche vigile urbano dovesse contestare l’inevitabile inquinamento atmosferico? Boh…e che so’ problemi di Cecatto e dei geni al suo servizio?

NYC—A proposito di gare “frallocche”: sapete come si sta procedendo per quella dei servizi da New York? A botte di proroghe in favore del fornitore uscente, la GVG, che come previsto ha fatto ricorso…E Mediakite? Sta scatenando l’inferno presso tutti i suoi molti e altolocati estimatori interni di viale Mazzini, via Teulada e Saxa Rubra. Peccato che alcuni di questi siano già stati “tanati” e tradiscano un certo nervosismo.

CAMPOBASSO—Dall’America, alla bistrattata provincia italiana. Pare che il “dg ombra” Flussi, non pago di sfornare in gran silenzio dirigenti e capiredattori fedeli alla causa, non potendo promuovere a questo rango un’altra delle sue “creature”, si accinga a spedirla a dirigere la sede Rai di Campobasso. Ma con l’impegno a restare in quella sede un po’ disagiata non più di uno o due giorni alla settimana. Per farla crescere, ma senza intristirla troppo.

Se non è caos questo….

Commenti

  1. Egregio Dr Paglia, mi trovo a leggere il suo articolo e se vuole, anche a individuare con lei una riflessione.
    Il CPTO di Torino si è visto recapitare una Soap Opera di 45’ (il format, però, ne prevede 23’ a Pt; poiché 45’ è da Fiction) di cui 38’ di buono da realizzare al giorno. Dal momento che arrivo da 11 anni di regia in Soap Opera, l’esperienza mi ricorda che il massimo di minuti realizzabili su 2 linee di regia in contemporanea al giorno è di 33’ sostenendo giornate di 9 ore di lavoro + 1 di Pranzo per 6 giorni la settimana.
    Se la matematica non mi abbandona, il CPTO, per realizzare 38’ al giorno di buono girato, avrebbe dovuto firmare un contratto di 12 ore di lavoro + 1 ora di pranzo per 6 giorni la settimana, ovvero di 78 ore la settimana; le sembra sostenibile?
    Trova ammissibile l’obbligo (per metri quadrati destinati alle ambientazioni Soap) perdere l’utilizzo degli unici 2 Studi Generali, a cui si devono le produzioni più eccellenti, a favore di un periodo totalmente ipotetico di una Soap (3 mesi o 4 anni)?

    E poi come considerare l’operazione “fratricida” di realizzare una SoapOpera per Rai 1 andando in conflitto d’orario e share con la stessa Rai, ma Rai3 di Un Posto Al Sole?

    È giustificabile tutto questo per un format “vecchio” quale è la Soap Opera (quale logica d’investimento?).

    Trovo invece favorevole l’idea di muovere le poltrone dei funzionari del CPTO da parte del neo direttore Guido Rossi, fosse anche solo per ripristinare un processo evolutivo ormai abbandonato quale è “l’esperienza”.

    La ringrazio per l’opportunità,

    Fabio Irato

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