Rai, la “banda de’ purciari” e la truffa sugli scontrini

Rai, la “banda de’ purciari” e la truffa sugli scontrini

14 dicembre 2019

Caro direttore
siamo un gruppo di lavoratori onesti e, proprio per questo, ci sentiamo in dovere di denunciare gli ennesimi episodi scandalosi che avvengono in Rai.

Il 13 dicembre 2019 verrà ricordato come una data infausta che certifica il malaffare diffuso all’interno di un’azienda che vive grazie al “pizzo elettrico” di 90 euro pagato sulla bolletta elettrica da decine di milioni di italiani.

Quello che accade ogni giorno è la certificazione del fallimento di tutti i regolamenti e delle policy interne finalizzate alla prevenzione della corruzione. Un circolo vizioso che non vuole interrompersi, anche perché la famosa “pratica” ormai viene insegnata dai vecchi marpioni di ogni genere di mansione – dai giornalisti ai reggicavo – a tutte le nuove reclute al momento dell’assunzione.

L’espressione “famo ‘a pratica” è ormai un modo di dire diffuso in ogni dipartimento dell’ente radiotelevisivo pubblico. Una modalità operativa alla quale chi non si adegua viene considerato pericoloso e non viene scelto per le trasferte più “succulente”, quelle dove girano i soldi. 

Le notizie frammentarie che nel tardo pomeriggio del 13 dicembre cominciavano a circolare parlano di diverse centinaia di avvisi di garanzia in tutta Italia, in diverse sedi e centri di produzione, con il coinvolgimento di ogni genere di professionalità.

L’epicentro del “sisma” sembrerebbe essere un hotel ligure dove dipendenti Rai ingordi si ingozzavano facendo la cresta su vitto e alloggio nelle trasferte dei grandi eventi canori o sportivi.

I colleghi onesti, la stragrande maggioranza dei lavoratori Rai, qualificano queste mele marce come una “banda de’ purciari” che con le grandi trasferte – già super pagate – si toglievano sfizi di ogni tipo (viaggi, cellulari super costosi, ecc…)

Qualche lavoratore, esasperato di essere associato a questo tipo di attività, ha iniziato a raccontare storie che, se confermate, sembrerebbero persino assurde: persone che si sono fatte regalare blocchetti di ricevute dai tassisti per poi compilarle al ritorno dalle trasferte; bande di colleghi che dormivano insieme in una stanza per poi subaffittare la propria – a centinaia di dollari a notte – a colleghi delle televisioni straniere nei grandi eventi sportivi internazionali.

C’è addirittura chi parla di una “stampante speciale” per stampare finte ricevute al ritorno dalle trasferte estere, soprattutto quelle sportive,  più costose e quindi con enormi margini di “cresta”.

Di storie surreali cominciano a circolarne tante… Tipo quella di quel dirigente perennemente in trasferta che nella sede in cui era stato trasferito aveva a disposizione una stanza di albergo tutto l’anno in cui non andava mai. Ma per giustificare la sua presenza, in caso di ispezioni da parte dell’audit aziendale, lasciava in hotel un trolley pieno di suoi vestiti. Chissà se quella stanza rimaneva sempre vuota o veniva riaffitta dall’hotel… 

Eppure di scandali causati dai propri dipendenti la Rai ne ha patiti tanti negli ultimi anni. Il più clamoroso è quello che ha decapitato un’intera generazione di dirigenti e funzionari della produzione televisiva, con licenziamenti, rapide dimissioni, fughe all’estero… In quel caso tutto partì dalle clamorose rivelazioni di una segretaria – poi pure minacciata di morte – di una società esterna che denunciò il malaffare di un’intera classe dirigente della tv pubblica, che pagava a peso d’oro servizi e prodotti scadenti traendone vantaggi personali in termini economici e anche, in diversi casi, piazzando i pargoli in Rai. Ovviamente tramite regolarissimi concorsi e selezioni pubbliche.

Firmato
Un gruppo di lavoratori onesti della Rai