Servizi e Difesa: Caravelli torna in “pole” per il dopo-Carta; la rabbia del CHOD

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Si profila una doppia sconfitta per il generale Vecciarelli: il vicedirettore “anziano” dell’AISE, Gianni Caravelli, sembra ormai ad un passo dal prendere il posto di Luciano Carta, mentre l’ambizioso capostaff del CHOD, Francesco Presicce, vede sfumare la prospettiva di poter diventare vice a Forte Braschi. La promozione di Caravelli, che è riuscito definitivamente a superare la concorrenza degli “esterni” Massagli e Masiello (malgrado le sponsorizzazioni di Conte-Casalino e di Renzi-Guerini-Graziano), sarebbe ormai imminente. Con grande sollievo dei nostri “007”. Anche perché la soluzione “interna” garantirà l’AISE dal tentativo di “scippo”, da parte di Vecciarelli, delle competenze sul controllo satellitare, già all’origine di un netto “no” da parte di Carta. E difatti la rabbia del CHOD, che mirava ad introdurre il “cavallo di Troia” Presicce al vertice del controspionaggio, non sta tardando a manifestarsi in ogni modo. Pur non avendone le competenze, ha scatenato una sorta di “mobbing” nei confronti degli ammiragli già presi di mira per i cinque “avvicendamenti” bloccati dalla ferma reazione del CSM della Marina, Cavo Dragone. Le voci insistenti che corrono in via XX Settembre, parlano di “congelamento” delle funzioni per gli ammiragli Galiuto e Conti. Una soluzione caldeggiata proprio da Presicce e dall’altro ”consigliori” di fiducia del CHOD, il colonnello dell’AM (e fedelissimo di Graziano Badoglio), De Martis. Il clima, allo SMD, si è insomma fatto pesantissimo. Ed ha incrinato anche i rapporti tra Vecciarelli ed il suo vice, il generale Luigi De Leverano, molto tentato di chiedere di essere destinato ad altro incarico. Stesso stato d’animo da parte di altri alti ufficiali, stufi di dover subire le pressioni e il “mobbing” da parte del “cerchio magico” che ruota intorno al CHOD. Oltretutto, nella più completa indifferenza da parte del ministro Guerini e del suo staff (anche questo inquinato dalla vecchia rete di potere badogliana). Una situazione che si fa, giorno dopo giorno, sempre più insostenibile.

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