Paolo Sorrentino si piega alla propaganda grillina con “Loro 1 e 2”

Paolo Sorrentino si piega alla propaganda grillina con “Loro 1 e 2”

23 aprile 2018

Propaganda politica di bassa lega e luoghi comuni. Con una sceneggiatura basata sui ritagli di giornale di un’epoca che sembra lontana anni luce: quella delle escort baresi di Giampaolo Tarantini e di inchieste sul Cav per lo più finite nel nulla o comunque ridimensionate dal tempo.

Paolo Sorrentino, che pure non manca di professionalità ed estro cinematografico, con “Loro 1” (e probabilmente anche con “Loro 2” che sarà in sala il 14 maggio) ha scelto di andare sul sicuro. E di venire incontro al gusto dominante in politica come in società: l’idem sentire a Cinquestelle. Quasi a supportare il cammino apparentemente inceppato di Luigi Di Maio verso Palazzo Chigi.

Il risultato, al netto della consueta magistrale interpretazione di Tony Servillo nella parte di Berlusconi, è un po’ banale. “Business as usual”, come direbbero gli anglosassoni. Un prodotto per gente di bocca buona, con un crogiolo un po’ grottesco a base di sesso, droga e rock ‘n’ roll. E con qualche pistolotto sentimental-moralistico preso di peso da “Tendenza Veronica” di Maria Latella.

Che nel film è incarnata da Elena Sofia Ricci, quasi patetica nell’interpretazione di una donna che è diventata una vera e propria maîtresse à penser dopo avere sputtanato il Cav su “Repubblica”.

Un film fatto per piacere a gente che odia i ricchi e li invidia ma, al contempo, li giudica negli stessi eccessi che però bramerebbe emulare. Curiosi di vedere che resta da dire nella fase due dello stesso film, a parte la storia di Noemi Letizia, appena accennata in “Loro 1”.

Viene in mente l’analogia con “KIll Bill volume 1 e 2” di Quentin Tarantino, solo che qui al posto della genialità e degli spruzzi di sangue ci sono la noia del déjà vu e gli schizzi del fango mediatico. Ognuno mette in mostra quel che può. Amen.