
Sperperi MIC: tutto è cominciato con Franceschini, ma ora anche dello scandalo del Tax Credit la colpa è della destra
Fantastico. L’organo delle Procure, cioè Il Fatto quotidiano, ci informa che sono state avviate dieci inchieste su 189 film per possibili sperperi in tema di tax credit da parte del Ministero della Cultura.
Meno male, era ora. Peccato però che adesso anche questo scandalo sia colpa del governo di centrodestra e non di quelli di centrosinistra (Renzi, Gentiloni, Conte 2 e Draghi) che hanno visto pressoché ininterrottamente al vertice del MIC Dario Franceschini.
E se non si possono accusare di militanza a destra manager come l’AD di Cinecittà Manuela Cacciamani o produttori come Giulio Base e sua moglie Tiziana Rocca, ecco che scatta comunque l’addebito di essere quantomeno dei “fiancheggiatori”.
La Cacciamani perché “voluta da Arianna Meloni” e la coppia Base-Rocca perché responsabili di film-spazzatura. Come per esempio “Albatross”, indicato sprezzantemente come “celebrativo del militante del Fronte della Gioventù Almerigo Grilz, tanto caro a FdI”.
Quindi, Grilz era soltanto un militante dell’organizzazione giovanile missina, non un bravo e coraggioso inviato di guerra, rimasto ucciso durante un reportage in Mozambico.
Tanto è morto e a difenderne la memoria ci pensino piuttosto i suoi vecchi amici e partner dell’Albatross (l’agenzia di stampa fondata a Trieste) Gian Micalessin (collaboratore della Rai) e Fausto Biloslavo (inviato di guerra di Mediaset).
Una vergogna assoluta. Perché degli altri quasi 200 film che hanno usufruito negli anni franceschiniani dei finanziamenti agevolati attraverso il trucco del tax credit, manco mezza parola. Tutte opere d’arte. Comprese quelle che non sono mai state nemmeno proiettate o che hanno incassato in sala cifre ridicole.
No, di questi film meglio non parlare. Meglio nascondere i nomi di produttori e registi, visto che loro sì sono tutti militanti, ma di sinistra.
Così come è opportuno mantenere il silenzio su un’altra circostanza: ad alzare il velo su questo scandalo è stato l’ex-ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Che però, secondo i ben noti criteri di obiettività dei giornalisti post(?)comunisti andrà ricordato per sempre solo come protagonista della vicenda Boccia. Che squallore.
LA SASSATA

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