Il “sussuratore”, una storia italiana: l’uomo alla corte di Peppino Bono

Il “sussuratore”, una storia italiana: l’uomo alla corte di Peppino Bono

26 luglio 2019

Come nelle migliori tradizioni, solitamente si viene traditi dai propri consigliori.

C’era una volta a Genova un “potente” lobbista ex doroteo, figlio di modesti commercianti liguri, imberbe delfino dell’ex senatore dipietrista Egidio Pedrini che costruì all’epoca un suo successo elettorale anche grazie ai finanziamenti di Carlo Toto di Air One.

Ebbene, il “sussuratore”, come lo definiremo d’ora in poi, cresciuto nell’ufficio stampa Alitalia, fu giovanissimo dirigente Ansaldo alla corte del decano della Fondazione Ansaldo Luigi Giraldi (misogino e clericale, a sua volta compagno di pranzi e cene di Giorgio Zappa e del faccendiere Lorenzo Cola indagato per lo scandalo Digint/Finmeccanica).

Eccolo poi arrivare, il “sussurratore”, dopo l’exploit nel satellite genovese dell’acerrima nemica galassia Finmeccanica, alla corte dell’immortale Peppino Bono, di cui cura per circa dieci anni i rapporti con le Istituzioni, i Media e i Servizi Segreti.

I giornalisti genovesi lo ricordano come un Supereroe dei fumetti, che amava fingere di parlare al telefono con il presidente egiziano Mubarak sulla Tribuna Stampa del Marassi, ostentare le sue amicizie nel jet set politico-mediatico da Per Ferdinando Casini a Dario Franceschini, da Enrico Cisnetto a Luca Cordero di Montezemolo, circondarsi di belle ragazze (precipuamente studentesse dei corsi da lui diretti alla facoltà di Scienze della Comunicazione di Savona o alla cattolicissima Lumsa di Roma), pagare laute cene di rappresentanza a non meglio precisati ospiti presso ristoranti noti come l’Ippogrifo o l’Europa, sfrecciare con la fiammeggiante Porsche alla faccia delle agitazioni sindacali che in quegli anni imperversavano nei cantieri navali.

Abilissimo nell’ottenere ruoli su ruoli (più fittizi che reali), come il posto di consigliere nel CdA di Avvenire regalatogli dall’allora Card. Bertone, o il consolato onorario di Bosnia Erzegovina, dalla direzione generale del WTC al CdA dell’ente area marina protetta di Portofino… e chi più ne ha più ne metta…

Ebbene, questo lobbista della Prima Repubblica, a cui recentemente il Presidente della Camera Fico ha revocato il permesso di entrare alla Camera, per anni sussurratore ufficiale di Bono, finisce col rimanere invischiato nel 2015 nell’affaire Andrea Mangoni, cioè nel tentativo di colpo di Stato con cui per la prima volta i poteri esterni provano a disarcionare l’indomabile folletto calabrese.

E il “sussuratore” è uno dei primi direttori di Prima Linea della Fincantieri a finire defenestrato nelle purghe staliniane che scattano immediatamente dopo.

Da quel giorno, il “sussurratore“ ha giurato vendetta al boiardo di Pizzo Calabro, e, ricorrendo ai suoi rapporti in ambito media, pare non abbia lesinato di ispirare attacchi ai danni del nostro che ancora si possono rintracciare nell’etere.

Peraltro, fonti fantapolitiche narrano che la consulenza ottenuta recentemente da Arcelor Mittal sul dossier Ilva, lo avrebbe avvicinato ad ambienti 5S e in particolar modo a quel sottosegretario Buffagni che, guarda un po’, chiese ad aprile la testa di Bono in combutta con CdP, salvo poi essere costretto a fare marcia indietro…